MILANO. Svettano dallorizzonte (piatto come sa essere la periferia milanese) come strane sentinelle: una sequenza densa di 7 torri, firmate da 4 gruppi di progettisti, per un totale di 400 appartamenti, in un recinto piccolo e compatto. Definito da elementi metallici trasparenti, ma inaccessibile quasi fosse una fortezza militare, con le generose aree comuni del piano terra (cè anche uno spazio interreligioso) a configurare il cuore dellExpo Village. Sarà così almeno fino a ottobre, fino a quando cioè gli alloggi saranno occupati dai circa 1.300 delegati che lavorano, qualche centinaio di metri più in là, oltre strade e ferrovie (uno strano gap, fatto d’infrastrutture e campi incolti), nei padiglioni dellEsposizione universale.
E una strana sensazione quella che si prova avvicinandosi al quartiere di Cascina Merlata, luogo isolato e altro ma allo stesso tempo coinvolto in un fermento da trasformazione: cantieri, terreni riportati, le stesse mura antiche di Cascina Merlata, recuperate con un intervento di Caputo Partnership, autore anche, insieme a Citterio and Partners, del masterplan complessivo: migliaia di appartamenti spalmati su unarea di 500.000 mq, un supermercato, uffici e spazi direzionali, la città che avanza lungo lasse del Sempione riempiendo vuoti urbani che ora, complice Expo e la dinamica che genera, sono paradossalmente ancora più necessari.
Le 7 torri concluse a marzo rappresentano il primo lotto e vogliono simboleggiare la Milano che si trasforma partendo dalla casa: un innovativo habitat metropolitano progettato secondo i più avanzati principi di sostenibilità ambientale, come pomposamente raccontato da EuroMilano, operatore delliniziativa.
Un progetto articolato che unisce diverse forme di alloggio in un nuovo quartiere di dimensioni significative: l80% dei circa 370.000 mq di superfici è residenziale, il 25% degli alloggi totali sarà dedicato allhousing sociale, uno dei quartieri più grandi in Italia (sviluppato per conto del Fondo Housing sociale Cascina Merlata in accordo con il Comune di Milano, una volta completato conterà 11 edifici per un totale di 690 alloggi).
www.cascina-merlata.it
5 domande a…
Alessandro Pasquarelli, AD di EuroMilano
Che cosa rappresenta per voi lintervento di Cascina Merlata?
Abbiamo pensato a questo progetto ormai 4 anni fa, con la consapevolezza che i grandi interventi di sviluppo di aree periferiche abbiano sempre più bisogno di prodotti diversificati. Qui offriamo anche alloggi a prezzi molto contenuti, con formule innovative, come laffitto con patto di futura vendita.
Un tentativo di rispondere a esigenze sociali in rapida mutazione?
Sono cambiate domande e attese rispetto alla casa. Anche in Italia si sta perdendo la cultura della stanzialità, andando verso un mercato più europeo, dove il 60% delle abitazioni è in affitto. Molte persone, soprattutto i più giovani, cercano una casa a termine. Questo intervento si rivolge a fasce di popolazione che non possono accedere alle case popolari o comunque ai sostegni pubblici, ma che – daltra parte – hanno difficoltà ad accedere a mutui. Questo succede per 2 motivi principali: perché i lavori che svolgono sono spesso precari e perché i loro genitori, che hanno aspettative di vita più lunghe, possono aiutarli di meno.
Che cosa significa oggi costruire case?
Per noi investire sulla qualità: appartamenti in classe A, allacciati alla rete di teleriscaldamento o dotati di sonde geotermiche, collegamenti wi-fi e cablaggi. Ma anche spazi comuni più ampi che in passato, con servizi come previsti a Cascina Merlata un poliambulatorio specialistico.
Cascina Merlata è un investimento economicamente importante a cavallo di Expo: un volano per vendere gli appartamenti?
Per certi versi è anche un problema. Dopo la chiusura dellExpo Village dovremo fare un ripristino completo, tutti gli alloggi ora occupati saranno rimessi a nuovo e si dovrà intervenire con alcuni adeguamenti. Già ora la domanda che abbiamo è forte.
D’innovativo cè un team integrato ed eterogeneo di architetti, che hanno lavorato fianco a fianco.
In parte li abbiamo selezionati attraverso dei concorsi, ed è stato stimolante soprattutto perché con molti gruppi internazionali abbiamo avuto tanti contributi diversi e una notevole freschezza d’idee. Poi non nascondo che accompagnare i giovani architetti alla costruzione, sotto tanti punti di vista, non è stato facile.
La carta d’identità dell’intervento
Saranno 11, a intervento concluso, gli edifici del quartiere di housing sociale a Cascina Merlata. Attualmente ne sono stati costruiti 7. Mancano ancora le torri identificate con i numeri 3 e 4 (progetto di Cino Zucchi Architetti) e quelle con le lettere A e B (C+S Associati).
Torri 1-2-7
Progetto: MCA Mario Cucinella Architects
Superficie complessiva: 14.000 mq
Le 3 torri di Cucinella sono il biglietto da visita del quartiere, provenendo dal Sempione. Le sagome si stagliano, fino a 70 metri, in una ricerca – quasi ossessiva – di complessità e articolazione, sia materica che volumetrica. Lobiettivo, secondo i progettisti, è la definizione di un paesaggio urbano, fatto di pieni e di vuoti, di volumi di diverse altezze, di trasparenze e opacità, di colori e sfumature. Limpatto sta tra unatmosfera da Metropolis e quelle futuristiche, con lalternanza di materiali e colori a enfatizzare tanto la verticalità quanto la dimensione scultorea: le torri (come blocchi granitici) si assottigliano verso lalto con volumi dalle forme regolari ma sfaccettate, vari nei colori e nel modo in cui riverberano la luce. La complessità dei fronti si traduce in una spiccata articolazione, con atrii interni attorno a cui si sviluppano gli accessi ai singoli alloggi. La volontà compositiva si ritrova anche nello spazio esterno, una sorta di corte, che vince dimensioni contenute e densità attraverso la varietà degli sfondi cangianti.
Torre 5
Progetto: PURA – Platform for Urban Research and Architecture
Superficie complessiva: 5.000 mq
E ledificio che più trasmette una sensazione di forte ancoraggio al suolo, una torre che nonostante i suoi 15 piani si presenta come un blocco compatto e dalle prevalenti linee orizzontali che risponde, secondo i porgettisti, alla volontà di mantenere una forma semplice ed equilibrata. Il grigio scuro della facciata è scandito dalle solette bianche dei balconi e dai marcapiani. I loggiati sono gli unici elementi che sfidano la complanarità delle superfici verticali.
Torri 9-10
Progetto: Teknoarch Engineering outsourcing
Superficie complessiva: 8.000 mq
Le 2 torri (14 piani) sono collegate in basso da uno spazio comune, articolato su più livelli, che rappresenta lelemento identitario del progetto, spazio di aggregazione a uso degli abitanti, nelle intenzioni dei progettisti. Nellimmagine complessiva dei volumi è invece la formale ricerca cromatica che diventa fattore di riconoscibilità, anche a distanza, con alternanze di toni di grigio sulle superfici e di blu utilizzato negli scassi asimmetrici di facciata in corrispondenza di logge e balconi.
Torre 11
Progetto: B22 Architettura Urbanistica Paesaggio
Superficie complessiva: 4.200 mq
Ledificio, anche questo di 14 piani, è caratterizzato da facciate molto diverse, frutto di una ricerca sia cromatica che in tema di controllo dellirraggiamento solare. I 3 fronti che guardano alle altre torri del Villaggio sono caratterizzati dallaccostamento di porzioni di intonaco di grigio diverso, a riprendere le scansioni delle aperture. La facciata che invece guarda a sud-est, verso il centro città, presenta una trama di lamelle frangisole verticali, a costituire una sorta di seconda pelle.
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expo 2015
Last modified: 9 Ottobre 2015