Visita al borgo storico toscano balzato agli onori delle cronache per una serie di operazioni di recupero e riqualificazione
PECCIOLI (PISA). Negli ultimi tempi, sempre con maggiore insistenza, si è tornati a parlare di borghi, centri minori, tessuti storici, riconoscendoli come una risorsa per la ristrutturazione della città e del territorio, oltre che componente alternativa alla metropoli, riscoprendone le caratteristiche intrinseche per una migliore qualità della vita. Un pensiero che apre ad ulteriori aspetti, riguardanti le strategie di riuso degli spazi e degli edifici in contesti consolidati, dove il progetto del nuovo può rappresentare uno strumento di valorizzazione dell’esistente, indirizzando la ricerca progettuale contemporanea verso l’interazione con la struttura urbana storica e il suo territorio.
È il caso di Peccioli, un piccolo centro in Toscana, ubicato su un colle che domina la Val d’Era, caratterizzato da una topografia e un’architettura medievale, che rappresenta un esempio emblematico in cui ritrovare i temi della trasformazione e dell’identità – dualità sempre presente nella città – dove riuso, ristrutturazione e nuova costruzione, hanno sempre convissuto originandone la stratificazione storica e culturale.
Assistenza, servizi e cultura da una discarica-museo
Le iniziative e i progetti in questo luogo nascono dall’imponente discarica che ha attivato, tra i filari e le vallate, un meccanismo per cui i rifiuti vengono mutati per ricavare energia e quindi servizi e infrastrutture, i quali generano a loro volta assistenza e ricchezza ma, allo stesso tempo, grazie alla politica lungimirante del Comune, le entrate della discarica – tra i cui piccoli azionisti figurano gli stessi abitanti – vengono reinvestite in cultura e strutture per rinnovare il territorio in modo sostenibile.
La stessa discarica è un museo, con le imponenti statue “Presenze” che emergono dai rifiuti, gli affreschi di Sergio Staino e gli enormi wall drawing di David Tremlett su pareti e muri di contenimento, ma anche uno spazio per spettacoli e concerti, palcoscenico culturale per inedite rassegne di spettacoli, teatro e musica, nonché passerella per servizi di moda e set fotografico per brand internazionali.
Il programma di valorizzazione Peccioliper
Questo programma di valorizzazione del territorio dal 2004 è confluito nella Fondazione Peccioliper – voluta da Comune di Peccioli e Belvedere Spa – per rispondere a una visione complessiva che mette al primo posto i valori della salvaguardia e della valorizzazione del territorio, della sua storia, della sua cultura e del suo sistema identitario. Grazie al lavoro di questo laboratorio artistico, sociale e tecnologico a cielo aperto, che spicca per le sue peculiarità come esempio di comunità resiliente indirizzata verso lo sviluppo sostenibile, ecologico, climatico, sociale, politico, digitale, la città è stata selezionata come un caso unico in Italia da mostrare all’interno del Padiglione Italia della 17. Biennale d’Architettura di Venezia, con lavori che riguardano il capoluogo, il paesaggio, ma anche le frazioni, come quella di Ghizzano, dove Tremlett ha creato “Via di mezzo”, dipingendo in rosso e verde una strada del borgo nato intorno alla storica Tenuta di Ghizzano del XIV secolo.
Mario Cucinella al Palazzo della Carraia
Un approccio che emerge anche nel recente recupero di un antico edificio nel centro del capoluogo, il quattrocentesco Palazzo della Carraia, storica proprietà passata tra varie famiglie nobili toscane – tra cui i Medici – che il Comune alcuni anni fa ha acquisito dalla Fondazione Gaslini, per riattivare un luogo identitario e incentivare, tramite l’architettura, la permanenza di attività commerciali e culturali nel centro. La riqualificazione è concepita come un ponte tra la memoria storica che ha caratterizzato questo palazzo e il suo futuro, dove le nuove propaggini, la nuova addizione, gli apparati necessari per le nuove funzioni rivelano i caratteri offuscati dal tempo, togliendolo dall’oblio, riesumando qualità nascoste e obsolete, e gettando luce nuova sugli originari contorni.
Immediate e spiazzanti, le illusioni ottiche colpiscono nel contempo gli occhi e la mente, così come Bernardo Rossellino che dal Palazzo Piccolomini a Pienza nel Quattrocento creò scorci verso il paesaggio mozzafiato della Val d’Orcia, l’intervento di Mario Cucinella Architects propone una nuova piazza con uno sbalzo di circa 20 metri che si affaccia sull’eccezionale contesto panoramico della Val d’Era, ed un volume con un lato impreziosito dal murale di Daniel Buren, che testimonia il connubio tra arte e architettura contemporanea caratterizzante Peccioli.
Al pari dell’arte e dell’architettura, la tecnologia si colloca al centro della vita quotidiana di Peccioli, con una casa domotica, incubatori d’impresa e il primo esperimento al mondo di robotica sociale in un contesto reale, con robot che si muovono nelle strade dell’antico centro portando la spesa a domicilio, o anche i medicinali agli anziani con difficoltà deambulatorie, oppure fungono da spazzini a domicilio; trasformando questo borgo in un rilevante esperimento sociale.
Così, le operazioni di questo piccolo centro possono essere inserite nel novero di quelle che hanno dimostrato la capacità dell’intervento contemporaneo di costruire una relazione di empatia con il tessuto urbano e il paesaggio, trasmettendo nuova linfa vitale in grado di rendere gli spazi, della città storica e del suo territorio, idonei alle nuove attività della vita odierna, ma allo stesso tempo mostrando la strada per il rilancio delle aree interne, con un bilancio positivo di visite turistiche, oltre all’apprezzamento di chi ci vive.
Immagine di copertina: Vista del centro storico con a sinistra “Endless Sunset” e a destra il “Palazzo senza tempo” di Mario Cucinella Architects (© Andrea Testi)
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aree interne , arte contemporanea , recupero , restauro , toscana
Last modified: 23 Novembre 2021