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Written by: Progetti

Riaperti i chiostri danteschi di Ravenna

Ravenna. È stato inaugurato l’11 dicembre il complesso monumentale dei chiostri francescani, temporaneamente riaperto al pubblico a settembre in occasione delle celebrazioni che ogni anno la città dedica a Dante Alighieri e alla sua Commedia. È terminato, infatti, il restauro durato tre anni e firmato dalla Koinè progetti di Ravenna, che ha restituito al centro storico del capoluogo romagnolo un articolato sistema di spazi funzionali, immersi nella cosiddetta «Zona del silenzio» consacrata al mito dantesco e cornice architettonica, con la duecentesca basilica di San Francesco, della tomba del poeta.
L’ex edificio conventuale, costruito a partire dal xiii secolo, si caratterizza per la presenza di due chiostri contigui con colonnato e volte a crociera, uniti da un corpo centrale a due elevazioni e confinanti ai lati con la stessa basilica e con la sede centrale della Cassa di Risparmio di Ravenna, divenuta proprietaria del complesso a inizio Novecento.
Il restauro dei chiostri è inserito in un più ampio programma di recupero urbano che prevede il complesso francescano come nodo tra la «Zona del silenzio» e Largo Firenze (attualmente destinato a parcheggio) sul quale si affaccia anche l’edificio dell’esattoria comunale, progettato da Ludovico Quaroni nel 1962.
Il valore storico-monumentale dei chiostri, e gli interventi parziali succedutisi, imponevano un progetto di restauro unitario finalizzato alla valorizzazione dell’intero complesso. I lavori, promossi e finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna (attuale proprietaria), hanno interessato sia le parti strutturali che i contenuti architettonici e funzionali del monumento. Sono stati consolidati piano fondale e murature, realizzate nuove strutture per svincolare i solai gravanti sulle volte, rifatti i vani scala e installati sistemi elevatori per raggiungere il primo livello. Sono stati inoltre ripristinati i manti di copertura e le superfici intonacate a calce, ripuliti i fronti in mattoni e rifatte le pavimentazioni interne ed esterne, mentre sono tornati a splendere gli elementi lapidei come i due pozzi centrali in pietra d’Istria, le colonne e i numerosi stemmi civici donati dalle città italiane in occasione delle celebrazioni dantesche.
Il generale adeguamento funzionale dell’intero complesso monumentale e la ridefinizione degli spazi interni ha permesso la conferma di alcuni usi «storici» e la distribuzione di nuove destinazioni. Si tratta di una sala conferenze da settanta posti, dell’Archivio storico e della biblioteca di studi giuridici della Cassa di Risparmio, di rinnovati spazi espositivi allestiti con tecnologie multimediali, che trovano posto accanto al museo e alla biblioteca del centro studi dantesco. A queste destinazioni si è aggiunta anche la Fondazione Enzo Bettiza, nata «per curare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio librario e documentale di Bettiza stesso, recentemente acquisito dalla Fondazione della Cassa» e costituito da migliaia di volumi.
Oltre agli interni, rivisitati in chiave smaccatamente postmoderna, anche gli spazi dei due chiostri, incorniciati dai porticati e direttamente accessibili dalla viaa Dante tramite due nuove rampe metalliche, potranno essere utilizzati per eventi culturali all’aperto, come rinnovato scrigno di memorie e spazio attivo della vita culturale di Ravenna.

Autore

  • Domenico Mollura

    Nato a Milazzo (Messina), consegue la laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Palermo nel 2006. Dopo aver lavorato presso una società di ingegneria di Ravenna, esercita la professione in Sicilia, occupandosi anche di pubblicistica nel campo dell’architettura e dell’urbanistica. Dal 2009 collabora con «Il Giornale dell’Architettura»

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Last modified: 20 Aprile 2018