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Monica ZerboniWritten by: Progetti

Olanda: ecco i luoghi della cultura di ultima generazione

Olanda: ecco i luoghi della cultura di ultima generazione

Attenzione all’inserimento ambientale e alle preesistenze, attraverso 5 progetti a destinazione prevalentemente museale

 

Se in passato i musei sono stati considerati semplici depositari di una missione didattica e conservativa di manufatti e opere d’arte, negli anni recenti una profonda riflessione sulle tematiche della comunicazione ha permesso d’invertire la rotta e di trasformarli in istituzioni vive che riflettono i mutamenti sociali e culturali di un paese. Sperimentazione e coinvolgimento sono attualmente le parole d’ordine per rendere stimolante la visita di un museo. Antesignana di questa politica è da tempo l’Olanda, nei cui musei il ruolo di educazione culturale si associa ad una funzione d’intrattenimento quasi ludico. Scoperta e stupore accompagnano il visitatore in un percorso che accende la fantasia individuale, mentre aiutano a metabolizzare le informazioni che gli fornisce l’ambiente esterno. Emozione e suggestione prevalgono nei musei olandesi realizzati negli ultimi anni, che risultano quasi smaterializzati come luogo fisico, per concentrarsi invece sulla ricerca del significato dell’arte e della storia che il luogo racconta. Per questo motivo gli interventi più recenti rifuggono dallo sfoggio di strutture eclatanti: l’architettura, di aspetto quasi minimalista, preferisce farsi tutt’uno con l’ambiente, ricercando un equilibrio con il paesaggio.

Il costruito rispetta la natura in quanto tale e rende omaggio alla memoria storica in un Paese nel quale l’architettura contemporanea, pur nella sua audacia, mai rinnega il passato. E quando la nuova edilizia nasce in parchi secolari o in ambienti naturali essa si esprime attraverso forme non invasive, fatte di pietra o di legno e contraddistinte da ampie superfici trasparenti. Nei loro interventi più recenti, gli architetti olandesi hanno lavorato sul complesso territorio della memoria, sia intervenendo in modo soft in ambienti boschivi o paesaggi rurali, sia recuperando edifici storici a cui hanno attribuito nuovi valori e nuove finalità contemporanee.
Queste architetture sono il risultato di una sinergia tra fantasia, vita quotidiana e sostenibilità, assecondando l’attuale tendenza ad associare al nutrimento culturale un orientamento green.

 

Biesbosch Museum

Dopo un restauro durato quasi un anno il museo dell’ambiente e del territorio di Doordrecht ha riaperto i battenti nel 2015 in una veste completamente rinnovata. Situato vicino a Rotterdam, esso si trova su un polder di 4.450 ettari che ha funzione di riserva d’acqua. Attraverso sette diversi padiglioni, illustra lo sviluppo storico della regione da un punto di vista naturalistico e ambientale. L’intervento, realizzato dallo studio Marco Vermeulen, ha interessato sia il restauro del preesistente edificio adeguandolo a criteri energetici attuali, sia la costruzione di una nuova ala di 1.000 mq a pianta esagonale, aperta sul suggestivo panorama del polder attraverso ampie vetrate, la quale ospita un ristorante di cucina organica e nuove sale per esposizioni temporanee. La forma sinuosa del nuovo padiglione s’inserisce armoniosamente nel territorio e risulta, nelle intenzioni dei progettisti, una suggestiva opera di land art. L’intervento dello studio Vermeulen ha inoltre previsto il disegno di un parco acquatico, attraverso i cui percorsi i visitatori possono conoscere la morfologia del territorio e la sua gestione dal punto di vista ambientale. Inoltre un’isola artificiale, appositamente predisposta, permette di osservare i fenomeni d’innalzamento e abbassamento delle acque dovute al cambio delle stagioni. Sia il preesistente edificio che il suo ampliamento sono stati progettati per minimizzare i consumi energetici. Il fronte del nuovo padiglione è stato realizzato con vetro termico che lascia la vista aperta sul paesaggio circostante senza la necessità di pannelli frangisole. Un terrapieno sul fronte nord-ovest e il tetto ricoperto di erba coibentano la costruzione. Durante l’inverno il riscaldamento è alimentato da un impianto a biomasse. Il riciclo delle acque avviene attraverso filtri vegetali realizzati utilizzando piante autoctone come i salici, il cui legname viene poi riciclato per il riscaldamento.

biesboschmuseumeiland.nl

Voorlinden Museum

Inaugurato nel 2016, il museo di arte contemporanea Voorlinden si trova nei sobborghi dell’Aja, nel parco costiero di Wassenaar. Il nuovo edificio, realizzato dallo studio Kraaijvanger in collaborazione con il committente, sorge accanto a una storica country house d’inizio Novecento. Si tratta di un padiglione di forma allungata, quasi completamente vetrato ad eccezione del muro posteriore di pietra naturale, realizzato nel colore delle dune di sabbia che caratterizzano il litorale. Lo conclude un tetto fortemente aggettante, poggiato su coppie di slanciate colonnine. Se l’impianto generale sembra richiamare il progetto della Fondazione Beyeler di RPBW a Basilea, ad un’osservazione ravvicinata la copertura si rivela una facciata frangisole, mentre il tetto dell’edificio è posizionato due metri più in basso, costituito da pannelli di vetro leggermente inclinati e sostenuti da travi coniche bianche nelle quali sono stati incorporati fasci di led luminosi. Il “falso tetto” costituisce l’elemento clou del progetto: esso è caratterizzato dalla presenza di 115.000 cilindri di alluminio che lo bucano diagonalmente e permettono il passaggio della luce naturale in modo uniforme negli spazi sottostanti. Semplicità calvinista e uniformità dominano le sale interne, suddivise in tre sezioni generali e concepite in stile minimalista per non sottrarre importanza all’arte. Murature bianche e pavimentazioni in quercia naturale costituiscono lo sfondo ideale per le opere esposte, illuminate dalla luce che si diffonde dall’alto. Articolato in venti sale espositive, il museo comprende anche un auditorio, una biblioteca, uno spazio didattico e uno shop. La progettazione del verde circostante, affidata al noto paesaggista Piet Oudolf, accentua la fusione tra arte e natura perseguita dal progetto.

voorlinden.nl

LAM Museum

Nato negli anni ’50 del secolo scorso per ospitare l’annuale mostra di floricultura, il parco di Keukenhof a Lisse (Amsterdam) è parte dell’omonima tenuta le cui origini risalgono al 1658.

Noto in tutto il mondo per i suoi tulipani in fiore, il Keukenhof è stato trasformato nel 2018 in “parco culturale”. Il progetto ha previsto la risistemazione del verde in aree tematiche che riflettono la morfologia del territorio e la realizzazione di un museo dedicato alle arti figurative. Peculiarità del nuovo edificio, firmato dallo studio KVDK Architecten, sta nel suo basamento, situato all’interno di una vecchia diga visibile attraverso una parete di vetro trasparente. Tale soluzione sottolinea la continuità tra il passato e il presente e richiama la storia spesso tormentata del territorio olandese. La nuova architettura spunta quasi inattesa tra le chiome rigogliose del bosco, articolata in due volumi distinti che, sostenuti da pilastri solidi ed eleganti come i tronchi degli alberi, la sospingono dall’oscurità della diga verso la trasparenza del cielo. All’interno la distribuzione delle sale espositive segue il cosiddetto “principio Guggenheim”: i visitatori hanno accesso al livello più alto dell’edificio per poi scendere verso il piano terra in una successione fluida degli spazi; una vera e propria promenade architettonica attraverso una sequenza di sale ad altezza e luminosità variabili. Al centro del museo una passerella percorre uno spazio a doppia altezza che, come uno scrigno completamente vetrato, offre la visione suggestiva del paesaggio esterno e dello storico castello. Si realizza così l’integrazione tra natura e architettura richiesta dal committente, appassionato cultore dell’arte. Altre sale invece risultano completamente prive di aperture per concentrare l’attenzione sulle opere esposte. All’esterno un camminamento segue lo sviluppo dell’edificio e offre una visione anticipata degli interni in un’ironica forma di “arte in vetrina”. Il progetto rispetta i criteri di sostenibilità attiva e passiva: dall’alternanza di spazi aperti e chiusi alla presenza di una copertura vegetale per favorire un controllo climatico ed energetico ottimali, dallo stoccaggio dell’energia termica al riciclo delle acque. Ad ogni visitatore il museo mette a disposizione un’app con cui personalizzare le visite alle opere, tutte dedicate al tema del cibo e del suo consumo, dalle più tradizionali nature morte ad installazioni e video di arte contemporanea.

lamlisse.nl

LochHal

La biblioteca e centro culturale sono il nuovo ”salotto buono” di Tilburg, città nel sud dell’Olanda. Inaugurato agli inizi del 2019, si tratta di un luogo di consultazione ma anche d’incontro aperto a tutti, dai più anziani ai bambini. Il progetto, curato da un raggruppamento formato da Civic Architects, Braaksma & Roos e Inside Outside, nasce dalla riconversione di un monumentale edificio industriale, un ex deposito delle locomotive risalente agli anni ’30 del secolo scorso. Lo studio Mecanoo ne ha realizzato l’arredamento interno con la biblioteca, un bar e spazi per uffici. Nel progetto i tre temi simbolo della città – la ferrovia, l’industria tessile e l’aspetto ludico rappresentato dal vicino parco di divertimenti di Efteling – sono stati citati con l’inserimento di elementi architettonici contemporanei, pur mantenendo l’uso di materiali tradizionali come il legno di rovere e l’acciaio. Il tutto raccordato attraverso il colore, declinato nelle tonalità tra il rosso e l’arancio, simbolo della nazione olandese. All’interno del grande spazio industriale tutto è stato progettato in funzione dell’interazione, della socialità e dell’intrattenimento, a cominciare dalla presenza di una teca bar rivestita da piastrelle variopinte ed evidenziata dalla traccia di vecchi binari ferroviari lasciati a vista. Questi sono oggi utilizzati per spostare e assemblare tre grandi tavoli scorrevoli che, all’occorrenza, possono diventare una passerella o un palcoscenico, oppure essere spostati nel giardino esterno. Accanto al bar si apre la sala di lettura della biblioteca, schermata da originali pareti in tessuto. Pilastri di fattura industriale e scaffali pieni di libri scandiscono il percorso verso il bancone-reception della biblioteca, mentre un’imponente scala di quercia si sdoppia e si trasforma in estemporaneo spazio di lavoro con sedute mobili mentre conduce ai piani superiori. Particolare cura è stata posta nel progettare l’area dedicata ai bambini. Qui gli elementi di arredo assumono la forma di matite e di righelli, i passaggi tra i vari spazi avvengono attraverso giganteschi libri e i tavoli sono stati disegnati come grandi telefoni mobili.

lochal.nl

Paleis Het Loo

Sorto nel 1686 come palazzina di caccia, il palazzo della famiglia reale olandese Het Loo si trova alla periferia di Apeldoorn, non lontano da Amsterdam. Esso è dedicato alla storia della famiglia dalle origini ai giorni nostri. Il progetto di Kaan Architecten consiste nel restauro dell’edificio storico con l’adeguamento ai più moderni criteri museali e prevede un ampliamento di 500 mq grazie alla costruzione di un foyer sotterraneo. La sostituzione degli attuali quattro parterre erbosi all’ingresso del palazzo con altrettanti specchi d’acqua in vetro trasparente ne permetterà la vista già dall’esterno. Concepito come cuore pulsante del museo, il foyer ospiterà la biglietteria, alcune sale per esposizioni temporanee e il Junior Palace, un percorso espressamente pensato per i bambini. La storia degli Orange-Nassau sarà presentata in una nuova veste nei 1.245 mq del palazzo. Diversi itinerari a scelta, ridisegnati dall’intervento degli architetti, condurranno attraverso le 40 sale barocche. Iniziati nel 2015, i lavori di ammodernamento dovrebbero concludersi entro il 2021.

paleishetloo.com

Autore

  • Monica Zerboni

    Nata a Torino e laureata presso l’Università Statale di Milano, è giornalista pubblicista, svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore. È stata corrispondente dalla Germania per le riviste “Abitare” e “Costruire”. Ha maturato esperienze professionali nell'ambito della comunicazione ed in particolare ha lavorato come addetta stampa presso importanti studi di architettura. Ha svolto attività di redazione, traduzione e coordinamento per varie case editrici. Scrive articoli e approfondimenti in italiano, inglese e tedesco per diverse testate specializzate e non, italiane e estere (Abitare, Costruire, Il Sole 24 Ore, In Town Magazine, Frame, Mark, Architektur&Wohnen, HOME, Home Journal, Perspective, Azure, Interiors, Urbis, Urbis Landscape, Vogue Australia ecc.)

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Last modified: 8 Luglio 2019