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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Città e Territorio

Radicepura Garden Festival: inno alla biodiversità

Radicepura Garden Festival: inno alla biodiversità

A Giarre la terza edizione della Biennale del giardino mediterraneo con l’allestimento delle sette proposte vincitrici della chiamata a tema

 

GIARRE (CATANIA). Dal 27 giugno al 19 dicembre la cittadina siciliana ospita Radicepura Garden Festival, la Biennale del giardino mediterraneo che con questa terza edizione “Giardini per il futuro” persegue obiettivi di sviluppo sostenibile in chiave economica, sociale e ambientale, riflettendo sul ruolo del progetto di paesaggio nella predisposizione di ambienti atti a riparare i guasti ambientali e a produrre risorse alimentari in ambiti urbani e antropizzati.

 

7 giardini per la biodiversità…

Da quest’edizione e fino al 2025 l’ideatore Mario Faro ha affidato la direzione artistica dell’evento al paesaggista, scrittore e botanico Antonio Perazzi che con Sarah Eberle (presidente), Daniela Romano, Alessandro Villari e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha composto la giuria della Call for ideas che ha scelto 7 giardini capaci di essere “una celebrazione della biodiversità, del paesaggio naturale e del paesaggio antropico, nonché innovativi e fruibili, considerando come elemento peculiare la varietà della vegetazione mediterranea, foriera di suggestioni storiche e culturali, da sempre fonte d’ispirazione”.

Su oltre 500 idee giunte da 24 paesi sono stati selezionati 7 giardini, poi realizzati scegliendo tra le oltre 800 specie e 5.000 varietà di essenze dei vivai Piante Faro. Il parco della Fondazione Radicepura sta così diventando un laboratorio d’ecologia e botanica che accoglie 15 giardini (inclusi quelli realizzati in precedenza da James Basson, Michel Péna, Antonio Perazzi e Andy Sturgeon), installazioni di François Abélanet, Giò Forma e Studio Coloco e opere di Emilio Isgrò, Alfio Bonanno e Federico Baronello, a cui s’aggiungerà a breve il frutto della residenza dell’artista Adrian Paci.

 

… e per il futuro

I nuovi giardini disegnano strategie sostenibili per il futuro: Fleurs, giardini degli inerti di Marialuisa Prestini e Giuseppe Ricupero, riutilizza gli scarti ciclicamente prodotti dagli alberi; Garden of the Anthropocene delle sudafricane Katy Rennie, Amber Myers e Josie Dalberg ripensa la funzione del giardino nel contrasto ai cambiamenti climatici; Giardino lineare di Lucia Angelini presenta un sistema replicabile di reti ecologiche urbane; Micro to macro dei francesi Ainhoa Elissalde e Virgile Haeck transita dal paesaggio costruito a quello spontaneo; Nostos di Andrea Bartolini, Annunziata Centonze, Lia Maggioli e Dario Trovato annulla gradualmente l’ambiente antropizzato; Plantocene di Erica Boncaldo e Margherita Pascucci utilizza la forza colonizzatrice delle piante pioniere dell’Etna; Sensory Landscape di Ivan Juarez disegna un paesaggio interattivo ed esperienziale.

Oltre ai 7 selezionati, il giardino Futuro anteriore realizzato in partnership con Donnafugata rilegge l’agricoltura sostenibile di Pantelleria e i suoi muri a secco, terrazzamenti e impianti di vite ad alberello divenuti patrimonio Unesco.

A settembre s’inaugurerà la mostra dell’artista Renato Leotta “3 Appunti” dedicata al territorio etneo, si terranno i primi Stati generali del vivaismo e paesaggismo e il workshop di riprogettazione dei giardini storici dedicato alla Villa Belvedere di Acireale, a fine festival sarà premiato il giardino che si sarà meglio evoluto in questi 6 mesi.

 

Planta sapiens e Il Mediterraneo ovunque

La Fondazione Radicepura promuove molteplici iniziative e progetti per valorizzare la biodiversità del Mediterraneo. Il 26 giugno è stata infatti inaugurata in piazza Università a Catania l’installazione Planta sapiens e, nell’ambito di weTree Palermo, Radicepura sostiene la Call for ideas “Il Mediterraneo ovunque dedicata all’ampliamento dell’orto botanico dell’Università di Palermo.

Immagine di copertina: Anamorphose di François Abélanet (©Archivio AutonomeForme)

 

Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 7 Luglio 2021