Posticipato di un anno, il Congresso mondiale degli architetti ha avviato il programma digitale a marzo. “Diversità e mescolanza” il tema degli appuntamenti di aprile
Saltata l’edizione prevista dal 19 al 23 luglio 2020 con 15.000 architetti (stima) in presenza a Rio de Janeiro – a suo tempo illustrata su questo Giornale dal presidente del Comitato organizzatore Sergio Magalhaes – il congresso mondiale UIA-Unione Internazionale degli Architetti si è inizialmente riorganizzato spostando la data al 18-22 luglio, con scelta dunque omogenea ad alcune altre istituzioni che promuovono eventi di architettura a livello globale. Tra questi vale ricordare almeno la Biennale di Architettura veneziana, con apertura fissata il 22 maggio (fino al 21 novembre), appunto un anno dopo, che intende confermare la tradizionale struttura espositiva focalizzata sulla presenza dei visitatori. Nel frattempo, esperienze considerate (eurocentricamente) “minori”, ma non meno interessanti, hanno invece affrontato la condizione imposta dalla pandemia, accettando la sfida di riformulare l’evento interamente per la produzione digitale; come, ad esempio, la Biennale Panamericana di Quito, Ecuador.
La scelta ibrida di UIA2021
Per quanto la mission e la struttura della Biennale di Venezia e il Congresso UIA2021 siano di fatto difficilmente comparabili – in particolare per il diverso ruolo che le esposizioni assumono nel primo caso, mentre nel secondo si tratta di manifestazioni collaterali – è utile rilevare come UIA abbia nel tempo maturato e quindi operato una scelta ibrida, lavorando sulla dilatazione del tempo. Per questo l’apertura delle manifestazioni è stata celebrata per via digitale il 22 marzo, iniziando a proporre un articolato programma di conferenze, conversazioni e dibattiti che continueranno fino al 27° Congresso UIA vero e proprio – che resta con i propri rituali, le porte chiuse e naturalmente auspicando che la situazione della pandemia lo consentirà, la presenza degli iscritti.
“Tutti i mondi, un solo mondo” e 4 assi tematici
Con questa premessa, è stato così scelto di declinare il tema generale “Tutti i mondi, un solo mondo” coerentemente con i quattro assi tematici “Fragilità e diseguaglianze”, “Diversità e mescolanza”, Cambiamenti ed emergenze”, “Transitorietà e flussi”, e per questo vale segnalare che la scelta ibrida sta funzionando, dato per esempio che il lancio di marzo su “Fragilità e diseguaglianze” ha registrato 35.600 partecipanti da 159 paesi.
In aprile, dal 19 al 22, è quindi prevista una nuova sessione di appuntamenti, sempre ad accesso libero, stavolta su “Diversità e mescolanza”: discuteranno di genere e cultura Gabriela de Matos (progetto Arquitetas Negras) e Zaida Muxi (network Un dia, una arquitecta) moderate da Tainá de Paula (vice-presidente dello IAB-Instituto Arquitetxs do Brasil Rio de Janiero, attivista e consigliere eletta nella Prefettura di Rio); Fuensanta Nieto (studio Sobejano Nieto) e Marcelo Ferraz (studio Brasil Arquitetura) rifletteranno su cittadinanza e heritage guidati da Aline Cruz (piattaforma Arquicast); infine su globale e singolare Kristine Stiphany (Texas Tech University) modererà l’incontro tra Juan Roman (Escuela de Talca, Cile) e Rusty Smith (Rural Studio, Auburn University AL); altri contenuti – non di minore importanza – saranno disponibili come livestream per gli iscritti.
Tutto appare come un non banale segnale dal “Global South” di presenza e dialogo sull’architettura.
* L’autore è ambasciatore UIA2021 Rio de Janeiro
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america latina , brasile , congressi
Last modified: 8 Aprile 2021