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Luca GibelloWritten by: Progetti

La pedagogia di Green Pea

La pedagogia di Green Pea

Visita al retail park di nuova concezione inaugurato a Torino su progetto di ACC Naturale Architettura Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti

 

Contesto

La più recente avventura commerciale di Oscar Farinetti & C. si pone in continuità fisica con quella che ha portato l’imprenditore piemontese alla ribalta globale. Così, il rosso muro di Eataly prosegue verso ovest metamorfizzandosi, senza soluzione di continuità, in qualcos’altro. Si tratta di Green Pea, il tassello che completa l’area ex Carpano, dove tutto iniziò nel 2007 con la trasformazione dell’opificio del glorioso vermut Punt e mes in polo enogastronomico di qualità. Stavolta, tuttavia, agli orizzontali e bassi profili della preesistenza fa da contrappunto un volume che si sviluppa anche in verticale su 5 livelli, cercando un dialogo con la prua del transatlantico che lo fronteggia: l’ex fabbrica Fiat del Lingotto. Un dialogo rispettoso: da circa metà altezza, la sagoma arretra salendo, svasandosi a mo’ di ziqqurat, mentre l’unitarietà volumetrica è interrotta da terrazze e varchi. Quanto a materiali e tecniche costruttive, invece, nulla di più distante dalla mitica fabbrica verticale entrata in funzione proprio un secolo fa.

 

Tecnologia

Il cemento, là gettato in opera quasi come un unico calco, qui è pressoché bandito: tranne, con funzione di controvento, nei setti dei vani scala e nel solaio dell’interrato. Il resto è un grande meccano fatto di assemblaggi a secco in opera: strutture in acciaio (per la maggior parte imbullonate, e non saldate), serramenti, vetri, legno, pannelli. In teoria, un domani, tutto smontabile e riciclabile. Come dai cicli della trasformazione e del riuso arrivano i tamponamenti, i listelli della pelle esterna (legno della dolomitica tempesta Vaia), i masselli pavimentali (legno non da abbattimenti ma tratto dai greti dei torrenti d’una vallata alpina piemontese). E poi, tutte le soluzioni ormai d’ordinanza per opere che predicano l’ecocompatibilità: fonti rinnovabili (geotermia, fotovoltaico, eolico e solare), recupero acque, sistemi di controllo ambientale anche passivi, piantumazioni e serre.

I progettisti amano definire “pedagogica” la loro creatura. Tra le sistemazioni esterne: stazioni di ricarica per auto elettriche, fiori solari e mini-pale eoliche. All’interno: vernici antibatteriche, brani di pavimento piezoelettrico (con accumulo energetico da calpestio) e un angolo che, con un eccesso d’enfasi, la committenza definisce museo. In realtà, uno spazio didattico e di sensibilizzazione intorno ai temi della riduzione dei consumi e della produzione di energia pulita.

Cristiana Catino, interna a Negozio Blu Architetti ai tempi in cui Farinetti affidò allo studio torinese già il progetto di Eataly, vanta precedenti presso RPBW. E nella declinazione tecnologica rassicurante e amichevole di Green Pea si può riconoscere qualcosa del magistero di Renzo Piano, che accomuna l’operato di molti dei nomi noti usciti dal suo atelier: da Mario Cucinella a Massimo Alvisi, passando per Enrico Frigerio, Maurizio Varratta e Ottavio Di Blasi, solo per citarne alcuni.

 

Spazialità

Il graticcio ligneo esterno dal pattern irregolare è il marchio di fabbrica dell’opera. Esso garantisce unità al volume e, al contempo, ne stempera in parte l’impatto massivo. Dietro, la seconda pelle dell’involucro vero e proprio gioca su un sistema di bucature che svuota progressivamente lo spigolo principale, tra i fronti sud e ovest. Così, mentre sul lato nord, completamente cieco, si addossano i vani tecnici, qui, in corrispondenza dell’angolo, la cortina, completamente vetrata, marca l’ingresso principale, diversamente impercettibile, trasformandolo di sera in una lanterna. L’atrio, a tutt’altezza, è lo spazio interno più pregnante, caratterizzato dai ballatoi e rampe di scale mobili, invero un po’ troppo prominenti. Ma, si sa, business is business, e non si possono sottrarre ulteriori superfici agli spazi commerciali. Questi sono distribuiti tematicamente per piano: mobilità ed energia (“Life”) al terreno, “Home” al primo, “Fashion” al secondo, “Beauty” al terzo. Con luci quasi completamente libere, lo schema distributivo è elementare; percorso anulare con stand sui due lati e layout fieristico: partizioni uniformi, semplici e d’altezza contenuta, allestimenti interni a carico dell’esercente di turno. Da notare, il trattamento degli orizzontamenti, dicotomico nella scelta dei materiali ma analogamente radicale: pavimento in listoni non trattati, soffitto con impalcati e impianti a vista, senza alcuna finitura o dissimulazione. L’ultimo livello è una terrazza attrezzata destinata al cosiddetto “ozio creativo”: una sorta di club con ristoro, area benessere e spa ospitati in padiglioni a cornice d’un tetto giardino con tanto di piscina protesa a sbalzo, dalle soluzioni strutturali e di dettaglio non raffinatissime.

 

Marketing

Guai tuttavia a confondere Green Pea con un volgare centro commerciale. In ossequio alle migliori retoriche della sostenibilità, il battage della comunicazione ci ricorda la novità del primo retail park dedicato all’acquisto consapevole di merci e servizi rigorosamente green, al fine di educare le nostre abitudini di consumo. Il “combinato disposto” di Eataly e Green Pea garantisce così un’ampia copertura della domanda nell’alto di gamma; basti considerare che, nel reparto “Home”, ci sono anche aree che i liberi professionisti possono affittare per ricevere i clienti, mostrando loro sul posto le soluzioni d’arredo. Viste le attuali contingenze, e considerato che sul lotto libero adiacente, ora adibito a parcheggio a raso, esiste un piano particolareggiato già approvato per ulteriori cubature in mano alla medesima proprietà, ci permettiamo di suggerire a Farinetti d’investire nella ricettività sanitaria, così i servizi alla persona saranno completi…

E se uno dei luoghi simbolo della produzione industriale di buona parte del XX secolo segna un ulteriore scarto in direzione del commercio, per una curiosa coincidenza, lo stesso edificio del Lingotto (che dai tempi della riconversione ospita anche una cospicua galleria commercial-popolare dalle incerte fortune) pare cercare un riposizionamento. A firma dello studio Camerana & Partners, su commissione della proprietà di FCA, partono infatti a gennaio i lavori per la conversione della celebre pista di collaudo delle vetture in sommità della fabbrica, da tempo inagibile, a parco urbano (inaugurazione prevista, 4 luglio 2021). Il verde in copertura e le naturalizzazioni dei tetti urbani ci piacciono, ma non nel caso di un’icona dell’architettura del cemento armato, straordinario unicum che basterebbe semplicemente valorizzare per quel che è.

 

 

La carta d’identità del progetto

Committente: Eataly Real Estate
Progetto architettonico: ACC Naturale Architettura Cristiana Catino e Negozio Blu Architetti Associati
Direzione lavori architettonica: Arch. Cristiana Catino e Arch. Carlo Grometto
Progetto strutture e geotecnica: Ceas
Progetto del verde: ACC Naturale Architettura Cristiana Catino, Negozio Blu Architetti Associati con Vigetti e Merlo agronomi
Progetto impianti: Studio Sapi
Progetto piazza: Samep
Cronologia del cantiere: dicembre 2018 – novembre 2020
Superficie lorda pavimento: 10.500 mq
Superficie vendita: 5.500 mq
Spazi vendita: 57
Superficie servizi, ristorante e wellness: 4.900 mq
Costo: 50 milioni

Edificio NZEB Nearly Zero Energy Building, Classe A3
Energia termica prodotta da impianto geotermico: 1.848.697,13 kWh
Fabbisogno di energia termica per acqua calda sanitaria: 187.484,77 kWh (di cui 87,81% da fonti rinnovabili)
Fabbisogno di energia termica per riscaldamento: 1.900.967,095 kWh (di cui 88,59% da fonti rinnovabili)
Energia elettrica prodotta da fotovoltaico: 140.530,59 kWh
Fabbisogno di energia elettrica per illuminazione: 156.232,20 kWh (di cui 89,94% da fonti rinnovabili)

 

Chi sono i progettisti

Il percorso di Cristiana Catino inizia con Andrea Bruno a Torino e Renzo Piano a Parigi, e prosegue con Negozio Blu, studio di cui è stata co-fondatrice e partner e con il quale in più di vent’anni ha realizzato numerose opere in Italia, tra cui il primo Eataly a Torino. Dal 1995 si specializza in bioarchitettura (Casa Clima e Istituto Nazionale di Bioarchitettura), mentre nel 2016 fonda a Torino lo studio ACC Naturale Architettura, occupandosi d’interventi di restauro e di interior design, riqualificazioni urbane e paesaggistiche. Tra le realizzazioni più significative, il centro socioculturale Workout Pasubio a Parma (2016), l’albergo diffuso Fontanafredda ad Alba (2017).

Lo studio Negozio Blu Architetti Associati è formato attualmente da Gustavo Ambrosini, Paola Gatti e Carlo Grometto. Ha realizzato interventi di riqualificazione urbana e di edifici industriali, retail innovativo (Eataly), terziario (Santander Consumer Bank, Codebò), così come numerosi interventi residenziali a Torino e in ambito alpino, allestimenti e interior design. Nel 2020 ha completato il complesso parrocchiale Gesù Maestro a Racalmuto, vincitore di un concorso CEI, mentre nel 2010 ha progettato la sede della Fondazione Mirafiore a Serralunga d’Alba.

 

Chi è il committente

Green Pea è un nuovo concept di department store che porta il concetto base avviato con Eataly per il cibo nel settore dell’arredamento, dell’abbigliamento, dell’oggettistica e della cosmetica, con l’obiettivo di cambiare le abitudini d’acquisto. Tutti i prodotti in vendita sono ecocompatibili e rispettosi dell’ambiente: capi realizzati con tessuti derivati da coltivazioni eco-friendly, cosmetici biologici, oggetti di arredamento e mobili prodotti senza colle sintetiche e costruiti con materiali che non danneggiano l’ambiente, giocattoli, mezzi di trasporto ecologici, ecc. Torino avrà l’unico Green Pea in Italia, mentre ne sono previsti altri dieci all’estero nei prossimi dieci anni, da Londra a Parigi, dagli Usa alla Cina, Giappone, Canada ed Emirati Arabi.

 

Materiali e aziende

Impresa Novara: impresa generale
Officine Costruzioni Metalmeccaniche Lombarde: carpenterie metalliche
Rosso Officine: impianto clima/aeraulico
Ghemar: impianto idrico/antincendio
Geonovis: pozzi di falda impianto geotermico
Aditec: impianti elettrici
Sermeca: facciate continue/serramenti
Brondello: pavimenti in legno interni
Artegiardini: realizzazione sistema verde
Costa Group: allestimenti interni e banchi bar
Lisart: allestimenti interni e ristorante

Legno e Sole: lamelle frangisole in legno e deck copertura
Airlite: pitture decorative
Artemide: luci interni
I Guzzini: luci interni e esterni
Saint Gobain: controsoffitti sistema Active air
Fantoni: controsoffitti
Gruppo Saviola: pannelli legno riciclato
Florim: pavimenti e rivestimenti
Gessi: rubinetteria
Iris ceramica: pavimenti e rivestimenti SPA
Cielo: sanitari
Harpo: sistemi a verde pensile
Schindler: ascensori e scale mobili
Euroform: arredi piazza
L’Isola Blu: piscina panoramica
Ki Life: sauna e bagno turco
Enessere: pale eoliche
Vannucci: piante

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 10 Dicembre 2020