Inaugurata a Bologna la prima sala giochi per la realtà virtuale in Italia. Ma realtà aumentata e realtà virtuale quanto sono reali nell’esperienza quotidiana?
BOLOGNA. Qualcuno ricorderà pochi anni fa l’isteria collettiva generata dal Pokemon Go, un videogioco per Android e iOS lanciato nel 2016, il cui scopo era catturare creature mostruose nell’ambiente reale o affrontarli all’interno di “palestre” sparse sul territorio. Il gioco è basato sulla realtà aumentata geolocalizzata con GPS: su una base reale (i luoghi attraversati da ciascuno di noi nella propria esperienza quotidiana), s’innestano queste creature virtuali, che appaiono sullo schermo del telefonino.
Questo è solo un esempio, nel quale potremmo esserci facilmente imbattuti, di esperienza immersiva; in questo caso, di realtà aumentata (AR). Ma esiste anche la realtà virtuale (VR), che è nient’altro che ricreare interamente ambientazioni nelle quali interagire attraverso la mediazione di headset e handset (che potremmo tradurre come visori e manopole, creati appositamente, che permettono il movimento ed alcune azioni, seppur virtuali, all’interno di tali scenari).
Un altro esempio di AR di cui si è fatto molto parlare negli anni scorsi (soprattutto tra il 2013 ed il 2016) è quello dei Google Glass, un head mounted display (HMD): banalmente, occhiali integrati con un piccolo schermo che fornisce le informazioni richieste attraverso comandi vocali. Il progetto a fini civili è stato cancellato nel 2016 a causa di problematiche legate alla privacy e soprattutto alla difficoltà d’isolare i comandi di chi indossa il dispositivo dal “rumore di fondo”, mentre prosegue quello a scopi professionali (per chi deve svolgere ad esempio manutenzioni su oggetti complessi). La sperimentazione di Google in questo campo non si è ancora esaurita e promette risultati diversi, anche sorprendenti.
Parliamo di AR e VR perché questi mondi riguardano anche l’architettura, in una molteplicità di sensi: perché abbiamo esempi di applicazioni del virtuale al mondo dell’arredamento, delle costruzioni e poiché abbiamo il primo esempio nel nostro paese di sala giochi per realtà virtuale, a Bologna.
Abbiamo infatti, nel primo campo, le app per telefono cellulare sviluppate da due dei colossi mondiali dell’arredamento e del fai-da-te: la svedese IKEA con Place (app disponibile per Android e iOS) e la statunitense Home Depot con l’applicazione omonima. Tali app ci permettono di visualizzare i prodotti in vendita direttamente nella nostra casa, nella loro tridimensionalità, di spostarli, cambiar loro colore o formato e di condividere il risultato ottenuto con altre persone. Non sono semplici foto, ma hanno la parvenza di oggetti reali, che possono essere ruotati e cambiati di posto, sempre adattandosi alle proporzioni della stanza e dell’inquadratura. Fondamentale in queste app è il cosiddetto positional tracking, ossia la capacità del software di riconoscere gli ambienti reali in qualsiasi condizione si presentino (es. di illuminazione) e la posizione degli oggetti esistenti nello spazio.
Nel campo delle costruzioni e dell’immobiliare esiste la possibilità, già sfruttata da alcuni studi di architettura e imprese di costruzione soprattutto all’estero, di elaborare gli immobili in realtà virtuale per permetterne la visita (e la vendita) prima ancora che siano costruiti. Inoltre, è possibile predisporre anche la soluzione di arredo basata sui desideri del cliente, per venderla unitamente al resto. Recente in Italia è l’integrazione BIM-RV da parte di ACCA Software. La RV si può applicare anche agli immobili esistenti posti in vendita: i vantaggi riguarderebbero la rapidità e la modalità di visita, direttamente dal proprio pc o dispositivo mobile, senza doversi recare sul posto.
Interessante è infine la predisposizione dei primi spazi fisici dove poter esperire la RV. È il caso di Vrums, a Bologna, che con le sue postazioni cinema, pedane, simulatori di guida e altro, offre un ampio catalogo di giochi, film ed esperienze educative in RV. Alla base ci sono i visionari di Vitruvio Virtual Museum, che producono contenuti in AR e RV, anche per studi di architettura (ad esempio, quelli di Mario Cucinella, Alessandro Mendini, Claudio Silvestrin). Inaugurata a novembre 2019, Vrums si trova in una palazzina residenziale in prossimità del polo ospedaliero Sant’Orsola: dispone di circa 280 mq suddivisi in sala cinema, zona dedicata alle pedane e soprattutto in numerosi separé che permettono la fruizione individuale dei prodotti multimediali. Si accede solo su appuntamento e previa indicazione del prodotto che si vuole provare. Tra questi, spiccano quelli realizzati in-house, quali la virtualizzazione di casa Malaparte a Capri di Adalberto Libera, iconico edificio di proprietà privata e pertanto precluso alle visite; inoltre, il progetto collettivo che ha coinvolto numerosi designer e architetti, ciascuno dei quali ha progettato una stanza della Casa DO UT DO, realizzato per la Fondazione Seràgnoli.
Le applicazioni di RV e AR sconfinano in molti altri campi: turismo, formazione, industria. Scopriamo che qualche investimento esiste anche alle nostre latitudini, soprattutto nel settore dell’automotive, e che anche qui non mancano le competenze per sviluppare progetti d’avanguardia. In tal senso, il territorio bolognese presenta le interessanti esperienze di Studio Evil-B2B e una sede della Vection. Stay tuned!
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BIM , frontiere architettura , realtà aumentata , realtà virtuale
Last modified: 17 Febbraio 2020