Un profilo dello storico e critico di architettura che la Fondazione Bruno Zevi si accinge a celebrare con una serie di iniziative durante l’anno
Ricorre in questi giorni il centenario dalla nascita (a Roma il 22 gennaio 1918) di Bruno Zevi, storico e critico di architettura tra i più noti a livello internazionale. Colui che, potremmo dire, ha riscritto la storia dell’architettura contemporanea. Per gli architetti di diverse generazioni, un punto fermo che ha insegnato il lessico, la grammatica e la sintassi per poter parlare architettura.
Costretto a lasciare l’Italia in seguito all’emanazione delle leggi razziali, prima in Inghilterra nel 1939 e poi negli Stati Uniti dall’anno seguente, Zevi si è trovato in uno dei periodi tra i più difficili della storia, ma allo stesso tempo queste circostanze gli hanno permesso di completare la sua formazione da architetto, iniziata in Italia e proseguita a Londra e poi ad Harvard, approfondendo così la conoscenza della cultura architettonica anglosassone.
Ci è voluta una guerra e il conseguente dissesto economico per render consapevoli le nuove generazioni del valore storico del passato e dei limiti del periodo razionalista; in questo, l’attività critica di Zevi è stata fondamentale per il rinnovamento del pensiero architettonico. Dopo il conflitto, egli ritorna in Italia portando con sé l’entusiasmo e la passione che lo caratterizzano. Saranno anni densi di esperienze: dall’attivismo politico, alla didattica, alle associazioni fino alla pubblicistica. Ambiti diversi in cui si distinguerà, non limitandosi ad essere un semplice spettatore dei fenomeni architettonici ma proponendosi come attento e attivo divulgatore d’idee. Parlare di Zevi significa, quindi, ricomporre un mosaico di molti elementi il cui filo conduttore è costituito dalla spregiudicatezza, dal coraggio e soprattutto dalla straordinaria passione per la storia dell’arte e dell’architettura.
Tanti ricordano Zevi solo come storico e critico militante, come docente universitario e autore di fondamentali libri; in realtà è stato impegnato in prima persona o coinvolto a vario titolo anche in progetti sul territorio: tra gli altri, i Piani regolatori di Perugia e Benevento, la stazione ferroviaria di Napoli, la Biblioteca Luigi Einaudi di Dogliani (Cuneo), il Padiglione italiano all’Expo Universale di Montréal. Accanto a ciò, il forte e costante impegno politico che si celava spesso dietro il suo stesso lavoro culturale dalla fine degli anni ’30 fino ad anni più recenti.
La storia dell’architettura non più quindi come puro racconto cronologico ed erudito, bensì come strumento per educare i futuri professionisti. Gli studi storici per gli architetti diventeranno una “priorità” con il fine di risvegliare le loro coscienze. Infatti, nel 1948, quando Zevi inizia ad insegnare allo Iuav di Venezia, questo nuovo modo di approcciarsi con un procedimento critico ha rappresentato una sorta di rivoluzione, come del resto testimonia la sua produzione scritta. Ci ha invitati ad aprire gli occhi sull’essenza del costruito come spazio plasmato e racchiuso con Saper vedere l’architettura (1948), che resta tutt’oggi un caposaldo della percezione ambientale.
Zevi è infatti stato un precursore, un innovatore e un maestro anche nell’editoria: dalla partecipazione alla rivista “Metron” nell’immediato dopoguerra, alla fondazione, nel 1955, di “L’Architettura. Cronache e storia”, da lui diretta fino alla sua morte (9 gennaio 2000), che sottolineava i problemi dell’architettura: quella “che si fa e quella che si ricrea e reinterpreta“. Perché l’architettura è patrimonio di tutti e, come egli sosteneva, “…non è solo arte, non è solo immagine di vita storica o di vita vissuta da noi o da altri; è anche e soprattutto l’ambiente, la scena, ove la nostra vita si svolge”.
Principali appuntamenti del centenario
“Gli architetti di Zevi: storia e controstoria dell’architettura italiana 1944-2000” (MAXXI, Roma, aprile)
Interarch 2018 – XV World Triennial of Architecture. Sustainable Architecture for Sustainable World (Sofia, maggio)
“Bruno Zevi e la sua «eresia» necessaria” (Palermo, maggio)
Convegno alla Triennale (Milano, giugno)
“Bruno Zevi in Sudamerica” (San Paolo del Brasile, settembre)
Assegnazione del Premio Bruno Zevi per un saggio storico-critico (Fondazione Bruno Zevi, Roma, novembre)
Per il programma completo: Fondazione Bruno Zevi
Riedizioni in libreria
Architettura in nuce (Quodlibet, pp.288, euro 30)
Ebraismo e architettura (a cura di Manuel Orazi, Giuntina Editore, pp.132, euro 10)
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Last modified: 25 Gennaio 2018
[…] lavorare nei prossimi mesi, costruendo sinergie con la società civile. Il Congresso cade nel centenario dalla nascita di Bruno Zevi, architetto e critico militante che nel 1959 ha fondato l’Istituto Nazionale di Architettura, […]
[…] lavorare nei prossimi mesi, costruendo sinergie con la società civile. Il Congresso cade nel centenario dalla nascita di Bruno Zevi, architetto e critico militante che nel 1959 ha fondato l’Istituto Nazionale di Architettura, […]