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Luigi BartolomeiWritten by: Senza categoria

Bisazza, tra nuove texture e profezia di nuove tendenze

Bisazza, tra nuove texture e profezia di nuove tendenze

Tessera per tessera, Bisazza si sposta a conquistare la fascia alta (altissima, diremo) del mercato della ceramica. Definitivamente consacrata, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, la tessera 20×20 mm, cangiante nelle superfici vetrose della nuova Seine Musicale di Shigeru Ban alle porte di Parigi, la prestigiosa azienda vicentina scala le sue tessere fino a raggiungere il 20×20 (cm, questa volta) e interpreta in modo originale le tendenze del mercato invitando grandi designer.

Nelle “Nuove agate” dei Fratelli Campana (Brazilian Agata) non si cede alla tentazione, altrove pervasiva, dell’imitazione dell’elemento litico naturale. Le circolarità dell’agata diventano qui cromatismi netti e sinuosi a decoro di queste cementine, realizzate rigorosamente a mano nelle tonalità del verde e del rosso.

È in qualche modo il tradizionale vetro Bisazza che storna all’origine la possibilità di un effetto banalmente imitativo. Anche la New Malachite di Greg Natale dell’originaria malachite coglie le geometrie e il colore che poi riverbera in scala gigante e nella sempre contemporanea discretizzazione che ne offrono le tessere di vetro Bisazza, disposte ovviamente in un disegno personalizzato, di volta in volta adattato alle dimensioni e alle geometrie specifiche della singola parete.

Alla finzione imitativa che domina nei padiglioni di questo Cersaie, Bisazza sostituisce l’ispirazione emulativa. L’oggetto di cui si ritrova la pelle appare lontano, e sulle superfici si raccoglie ed evidenzia solamente un tratto dell’ordito che ne determina la bellezza, come in Groove Rose e in Moire Black, ancora di Natale, il primo a ricordare gli avvolgimenti del corallo, il secondo le striature delle pelli dei rettili. Sono tendenze che anticipano e che prima o poi ricadranno sull’intero mercato delle ceramiche: una volta esaurito il fecondo filone dell’imitazione di tutte le pietre, la nuova frontiera sarà l’imitazione delle pelli e dei manti delle cortecce e degli animali.

 

Autore

  • Luigi Bartolomei

    Nato a Bologna (1977), vi si laurea in Ingegneria edile nel 2003. È ricercatore presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna, ove nel 2008 ha conseguito il dottorato di ricerca in Composizione architettonica. Si occupa specialmente dei rapporti tra sacro e architettura, in collaborazioni formalizzate con la Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna ove è professore invitato per seminari attinenti alle relazioni tra liturgia, paesaggio e architettura. Presso la Scuola di Ingegneria e Architettura di Bologna insegna Composizione architettonica e urbana, ed è stato docente di Architettura del paesaggio e delle infrastrutture. È collaboratore de "Il Giornale dell'Architettura" e direttore della rivista scientifica del Dipartimento, “in_bo. Ricerche e progetti per il Territorio, la Città, l’Architettura”

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Last modified: 2 Ottobre 2017