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Al via i distretti della sostenibilità

Chi pensa che la progettazione sostenibile in Italia sia ancora nell’era della sperimentazione, dell’episodio sporadico, del radical chic di qualche progettista legato alla cultura austriaca che si procura materiali e tecnologie oltre confine, dovrà necessariamente ricredersi. Negli ultimi anni istituzioni, enti di ricerca e formazione, imprese edili e produttrici di componenti sono in fermento per creare reti, dar vita a filiere, sperimentare e portare innovazione sul mercato. La forma di aggregazione più strutturata e diffusa è il distretto produttivo, istituito e regolamentato da apposite leggi regionali redatte per promuovere azioni di sostegno allo sviluppo del sistema produttivo locale. Gli obiettivi: il trasferimento delle conoscenze dai centri di ricerca al mondo produttivo, il supporto alle aziende esistenti e la creazione di spin-off, la promozione di network, la formazione dei diversi target di operatori. L’esperienza di Veneto e Trentino ha contagiato la Puglia e si sta spingendo in Lombardia con il Distretto industriale della domotica e della bioedilizia di Milano (2008) promosso da A.SVI.COM dell’Altomilanese e dal dipartimento di Economia dell’Università dell’Insubria a Varese, oltre che in Sicilia con il Distretto della bioedilizia e risparmio energetico di Agrigento (2008), il cui promotore in questo caso è l’Ordine degli Architetti.
Per capirne le caratteristiche e il funzionamento, proviamo ad analizzarne tre.
Il Metadistretto veneto della bioedilizia viene istituito dalla legge regionale 5 del 2006 come gemmazione del Distretto della bioedilizia di Treviso, nato nel 2003 grazie alla sinergia tra Confartigianato, Provincia e Camera di Commercio di Treviso. Attualmente si compone di 470 aziende con più di 7.000 addetti. Come per tutti i distretti, è stato redatto il Patto di sviluppo, le cui linee di azione in questo caso si fondano sul coordinamento attivo tra le strutture presenti nel territorio, la valorizzazione delle risorse locali e l’idea di distretto come riferimento di eccellenza.
Le linee di azione sono spesso finanziate attraverso bandi pubblici: ad esempio nel mese di agosto è stato approvato dalla Regione Veneto il bando di assegnazione di risorse per la realizzazione di progetti
di attuazione dei patti di sviluppo distrettuali e metadistrettuali, per complessivi 4.800.000 euro. Nello specifico i finanziamenti sono rivolti a progetti di innovazione e ricerca di prodotto o processo, progetti di sviluppo tecnologico per la realizzazione di prototipi, trasferimento tecnologico per applicazioni produttive, processi di internazionalizzazione, riconversione del ciclo produttivo e interventi rivolti al risparmio energetico.
Habitech è il Distretto tecnologico energia e ambiente promosso dalla Provincia autonoma di Trento, con il riconoscimento del ministero dell’Università e della ricerca, il cui principale obiettivo è di qualificare il Trentino come realtà di riferimento per le clean tech: tecnologie pulite per l’edilizia sostenibile, fonti energetiche rinnovabili e tecnologie intelligenti per la gestione del territorio. All’interno di Habitech nel 2006 è stato istituito il Consorzio distretto tecnologico trentino, composto da oltre 300 aziende. Si tratta di una società consortile a responsabilità limitata a cui aderiscono 15 soci pubblici e 164 soci privati, dei quali il 45% afferenti al settore edilizia, il 29% al settore energia e il 26% alle tecnologie ambientali, per un volume d’affari di circa 1 miliardo di euro.
L’ultimo nato è il Distretto produttivo pugliese dell’edilizia sostenibile, istituito con la legge regionale 23 del 3 agosto 2007 e coordinato da Ance Puglia. Composto da 150 imprese edili e impiantistiche, produttori di materiali, ordini professionali, sindacati, università, centri di ricerca e formazione, istituti di credito, sta elaborando il programma di sviluppo e i relativi progetti operativi attorno a tre principali obiettivi: cooperazione e formazione, recupero del territorio e degli edifici, ricerca e innovazione. Ad oggi non esistono disciplinari che regolano l’ingresso delle imprese ai distretti, ovvero nessun distretto ha elaborato protocolli che indicano criteri di sostenibilità del ciclo produttivo o del prodotto. L’ingresso è volontario e afferisce solo all’appartenenza territoriale. Sui sistemi di certificazione di sostenibilità ciascun distretto si sta muovendo in maniera autonoma: il Metadistretto ha individuato propri criteri che definiscono quattro livelli di certificazione «Casa di Qualità»; Habitech ha preso a riferimento il sistema Leed americano (Leadership in Energy and Environmental Design) attraverso l’istituzione del Green Building Council Italia; il Distretto produttivo pugliese si relaziona al Sistema di valutazione del livello di sostenibilità ambientale degli edifici redatto dalla regione Puglia in applicazione della legge regionale  13 del 2008 «Norme per l’abitare sostenibile».

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Last modified: 17 Luglio 2015