Dagli esiti del concorso Federal Building per l’ex caserma Amione al percorso di ascolto della cittadinanza promosso dall’Ordine degli architetti, Torino cerca di guardare al futuro con ottimismo
Visioni
TORINO. Quando il direttore del CRESME (Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato nell’edilizia) Lorenzo Bellicini finisce di snocciolare gl’inesorabili dati sul declino (demografico, economico, di qualità della vita) inerenti il capoluogo piemontese, vaticinando una fagocitazione nella sfera d’attrazione di Milano come sua periferia, qualora la città non sarà in grado di «fare massa», un brivido corre lungo la schiena dei numerosi presenti all’evento conclusivo di «Architettiamo la città», presso il centro congressi della cinozucchiana «Nuvola» di Lavazza, il 14 dicembre scorso. Apprezzabile iniziativa, quest’ultima, promossa dall’Ordine degli architetti (in collaborazione con la Fondazione per l’architettura / Torino): un percorso di ascolto delle Circoscrizioni in 11 tappe distribuite durante l’anno, che ha portato all’individuazione di 6 nodi tematici (degrado e cura del territorio, città a misura di studente, mobilità e viabilità del futuro, fiumi, multi-centralità, commercio) rispetto a cui orientare le riflessioni. Di qui, l’enucleazione di alcune visioni per ripensare lo sviluppo della città al 2050: più connessa, più sana, più giovane, più flessibile. Parole-chiave e slogan, magari inconsistenti ed aleatori, ma che compensano e integrano la politica «a scartamento ridotto» adottata dal Comune per la revisione in house del PRG, dopo gli scenari tracciati dai tre piani strategici a ridosso degli anni duemila.
Grandi progetti
Il vicesindaco, con delega all’Urbanistica, Guido Montanari – supportato dall’Urban Center Metropolitano recentemente trasformatosi in Urban Lab, con maggiore vocazione di accompagnamento nella formazione di un senso civico – non perde occasione per ricordare che «le progettazioni sono avanzate» su numerose aree strategiche come l’ex Manifattura tabacchi (si parla di una cittadella del welfare) o l’ex Cavallerizza reale (servizi e residenze; ma siamo agli studi di fattibilità, e la proprietaria Cassa depositi e prestiti è in cerca di acquirenti e sviluppatori), mentre sono in fase più embrionale o stanno partendo quelle per le ex aree ferroviarie (quasi un milione di mq) e per numerosi siti industriali dismessi (Fiat Grandi Motori, Nebiolo-Westinghouse, Diatto, Thyssen, Gondrand, SIM, Regaldi…). In realtà, di tutti questi progetti, nulla o quasi è stato reso di pubblico dominio. Situazioni di stallo le vivono anche il Palazzo del lavoro e le aree dismesse del comparto di Mirafiori, mentre resta un enigma il futuro del complesso ospedaliero delle Molinette (per cui soprattutto gli architetti da tempo chiedono una procedura concorsuale), in vista della realizzazione della Città della salute nelle aree ex Fiat Avio del Lingotto (l’intervento più grande per cui dovrebbe partire la prima fase della selezione dei progetti) e nei cui paraggi, come uno spettro, continua a incombere il totemico grattacielo della Regione Piemonte, in attesa di completamento. Appaiono soggetti attivi i due atenei cittadini, tuttavia alle prese con trasformazioni di lungo corso: da un lato il Politecnico con il complesso di Torino Esposizioni al Valentino, destinato ad ospitare il campus Architettura e – forse – la Biblioteca civica (gara internazionale aggiudicata al gruppo guidato da Rafael Moneo e Isolarchitetti); dall’altro l’Università, con la Città delle Scienze che dovrebbe diventare realtà a Grugliasco, nell’hinterland. Buona notizia è anche la ripresa dei progetti per il tracciamento della seconda linea della metropolitana.
Caserme e concorsi
Maggiori movimenti si registrano sul fronte delle ex proprietà militari. Se risultano ancora embrionali i movimenti intorno all’ex caserma De Sonnaz (il PRG prevede ristrutturazione con destinazioni residenziali, di servizio e spazio pubblico), sono invece al definitivo i progetti per la riconversione dell’ex caserma Lamarmora in un complesso di co-living, co-making e co-working, a firma di Carlo Ratti Associati.
Ma, soprattutto, la scorsa settimana è stato reso noto l’esito del concorso internazionale d’idee per la trasformazione dell’ex caserma Amione in cittadella della pubblica amministrazione. Attestata su piazza Rivoli, in fregio allo storico asse viario di corso Francia che collega Torino con Rivoli, la caserma, in fase di dismissione, è un complesso d’inizio Novecento che ha ospitato la Società Ceirano Automobili Torino, prima di divenire area militare dagli anni venti: per le maniche Art Nouveau affacciate su strada sul perimetro est del lotto, vincolate dalla Soprintendenza, inizieranno a breve i restauri, per i quali c’è già la copertura finanziaria da parte di Agenzia del Demanio, proprietaria del tutto. Il concorso riguardava invece il masterplan per l’area retrostante, al fine di riunire in un unico sito svariati uffici della pubblica amministrazione, oggi dispersi in numerose sedi (TAR, Agenza delle entrate, Avvocatura di Stato, ecc.).
Su 25 gruppi partecipanti, ha avuto la meglio quello guidato dagli emiliani Iotti + Pavarani con F&M Ingegneria e F&M Divisione Impianti, distribuendo le importanti volumetrie richieste (addirittura triplicate rispetto alle attuali: 42.000 mq su una superficie di 24.000 mq) attraverso un esteso zoccolo ipogeo, servito da un unico foyer di accoglienza collocato al centro del lotto, quest’ultimo trasformato in parco urbano (18.000 mq) e bordato da eleganti maniche perimetrali di massimo 6 piani, in continuità dialettica con le preesistenti. Un’interpretazione della «città di isolato» che connota la forma urbis di Torino, seppur resa qui permeabile da attraversamenti che innervano il parco e ricuciono le connessioni con l’intorno. Una soluzione ben restituita dalla sezione longitudinale del comparto che, come ha raccontato Guendalina Salimei in occasione della proclamazione pubblica dei risultati, è stata la carta vincente. Per scelta della giuria, tra i cui membri sedeva Salimei, le altre quattro soluzioni promosse alla seconda fase del concorso indagavano tipologie completamente differenti tra loro ma, lavorando prevalentemente fuori terra, tutte esibivano volumetrie maggiori: la combinazione tra distribuzioni a cortina e a pettine (Benedetto Camerana, Ateliers Alfonso Femia, Milan Ingegneria, For Engineering Architecture, Lorena Alessio – 2° classificato); la mega-stecca centrale isolata nel verde (De Ferrari Architetti, Studio Baietto Battiato Bianco, G Studio-Stp, Francesca Grilli, Davide Viano, Ipe Progetti, Prodim, Gtstudi – 3° classificato); volumi a torri e corti su piastra (Kohllöffel Hermann, Ai Engineering, Ai Studio, Alessandro Rigazio, Marco Maresca, Ag&P Greenscape – 4° classificato); combinazioni di maniche in linea (Tekne, Giancarlo Paolino, Sajni e Zambetti, Tekser, Paolo Favole, Tiemme, Chiara Pesce – 5° classificato).
Il concorso, nella formula caldeggiata dal CNA in due fasi anonime (una prima «leggera» e una seconda di approfondimento di 5 selezionati), intende porsi come esemplare. Bandito dall’Agenzia del Demanio (in sinergia con MIBAC, Ministero della Difesa e Comune di Torino), è stato espletato in soli sei mesi grazie alla gestione operativa – attraverso la piattaforma dell’Ordine architetti Bologna – della Fondazione per l’Architettura / Torino la quale, sempre in città nell’ultimo anno e mezzo, ha anche gestito i concorsi «Torino fa scuola», «L’Unione industriale si veste di nuovo» e «Innovation Square Center a Mirafiori». Va tuttavia osservato che l’affidamento d’incarico ai vincitori (101.640 euro, contro 10.890 euro a ciascuno dei 4 finalisti) riguarda soltanto l’elaborazione del masterplan quale base per la necessaria Variante urbanistica al PRG. In seguito, una volta stanziati i fondi al momento non ancora disponibili, la committenza dovrebbe suddividere in lotti le progettazioni vere e proprie, probabilmente lanciando ulteriori concorsi. Insomma, se tutto va bene, la strada è ancora lunga…
Va infine ricordato che per Iotti e Pavarani si tratta di una seconda volta a Torino, dopo la rifunzionalizzazione della sede di Reale Mutua Assicurazioni nel 2016.
Il concorso Federal Building
Ente banditore
Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Piemonte e Valle D’Aosta
Programmazione del concorso
Fondazione per l’architettura / Torino – arch. Enrico Bertoletti
Responsabile Unico del Procedimento
ing. Daniela Maria Oddone – Agenzia del Demanio
Oggetto
Concorso di idee in due gradi per la valorizzazione della Caserma Amione in Torino. L’obiettivo è l’acquisizione di un progetto di indirizzo strategico o “masterplan” e dello studio di fattibilità per la realizzazione del Federal Building Torino, una nuova cittadella della pubblica amministrazione e per la sistemazione generale dell’area da porre come base per la successiva variante di PRGC. L’area è individuata nell’ambito urbano ricompreso tra corso Francia, corso Lecce, via Bernardino Pilo e via Brione.
Tipo di procedura
Il concorso è articolato in due fasi, entrambe anonime. Il primo grado è finalizzato alla definizione dell’idea progettuale; il secondo grado, al quale accedono le 5 migliori proposte progettuali senza graduatorie di merito, produrrà lo sviluppo del masterplan. Le procedure del concorso e il rapporto fra l’Ente banditore e i concorrenti avverranno esclusivamente per via telematica attraverso il sito www.concorsiarchibo.eu/federalbuildingtorino.
Destinatari
Il concorso è aperto agli architetti e agli ingegneri iscritti nei rispettivi Ordini professionali o Registri professionali dei paesi di appartenenza, abilitati all’esercizio della professione, individualmente o tramite raggruppamenti temporanei.
Calendario
Pubblicazione del bando: 4 giugno 2018
Scadenza richieste chiarimenti prima fase: 9 luglio 2018
Pubblicazione risposte quesiti prima fase: 16 luglio 2018
Scadenza consegna elaborati prima fase: 3 agosto 2018
Comunicazione candidati ammessi alla seconda fase: 17 settembre 2018
Scadenza richieste chiarimenti seconda fase: 12 ottobre 2018
Pubblicazione risposte quesiti seconda fase: 19 ottobre 2018
Scadenza consegna elaborati seconda fase: 16 novembre 2018
Proclamazione vincitore: 13 dicembre 2018
Premi
1° classificato: € 101.640,00 (importo parcella vincolata al completamento e integrazione dello studio di fattibilità dell’intervento di realizzazione del Federal Building)
2°, 3°, 4°, 5° classificato: € 10.890,00 ciascuno
Commissione giudicatrice:
Dario Di Girolamo, ingegnere, rappresentante dell’Agenzia del Demanio
Giacomo Leonardi, architetto, esperto in pianificazione e/o progettazione urbana indicato dalla Città di Torino
Luisa Papotti, architetto, esperto in storia dell’architettura/dell’urbanistica o di urbanistica indicato dal MiBAC
Carmelo Maricchiolo, ingegnere, esperto in progettazione energetico-ambientale individuato dal Ministero della Difesa
Guendalina Salimei, architetto, esperto in progettazione sorteggiato dall’Ordine degli Architetti PPC
Provenienza dei partecipanti:
89% Nord Italia
10% Centro e Sud Italia
1% estero
Il 49% dei candidati opera a Torino
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concorsi , ordine architetti torino , restauro , rigenerazione urbana , torino
Last modified: 19 Dicembre 2018