Prima tappa di un viaggio nella città olandese in testa alle classifiche di gradimento e al centro di un grande processo di ridefinizione della propria identità
ROTTERDAM (OLANDA). Al quinto posto nella classifica delle più belle città al mondo secondo Lonely Planet. «Città europea dell’anno» 2015 secondo l’Academy of Urbanism (organo autonomo fondato dal Royal Institute of British Architects nel 2007). Non stiamo parlando delle ben più gettonate Londra o Parigi ma di Rotterdam, città in grande evoluzione che negli ultimi quindici anni ha proposto nuove strategie culturali e urbanistiche e che ha privilegiato lo sviluppo in verticale coinvolgendo studi di architettura di fama internazionale.
Nonostante la continua competizione con la capitale Amsterdam, Rotterdam ha saputo reinventarsi negli anni divenendo una delle città più significative del Nord Europa grazie alle politiche urbane intraprese a partire dagli anni 80. Non si sarebbe trattato più di una città basata sull’economia del porto, il più grande d’Europa, ma sarebbe dovuta diventare una delle capitali culturali più importanti a livello europeo anche grazie al grande apporto conoscitivo dei giovani e della cosiddetta creative class.
Wilhelminapier, la «Manhattan sulla Mosa»
Un concetto che stava alla base del piano regolatore del 1986 firmato dalla visionaria urbanista Riek Bakker per Kop van Zuid e l’area di Wilhelminapier – molo di attracco e sede degli uffici dell’Holland American Line, compagnia navale che trasportò merci e migliaia di migranti negli Stati Uniti dalla fine dell’Ottocento agli anni 70. L’urbanità verticale del masterplan per Wilhelminapier disegnato da Sir Norman Foster nel 1992 portava in questo inesplorato pezzo di città nuovi teatri, gallerie d’arte, hotel e residenze per giovani imprenditori. Una città aperta 24 ore su 24. Un progetto ambizioso che all’epoca sollevò moltissimi dubbi di fattibilità ma che subito dopo la costruzione dei primi grattacieli guadagnò il soprannome di «Manhattan sulla Mosa» (foto di copertina). Opere di grande rilievo oggi mecca del turismo architettonico: la torre telecomunicazioni dell’azienda KPN (progetto di RPBW), il grattacielo per uffici Wold Port Center (Foster & Partners), le due torri residenziali Montevideo (Mecanoo) e New Orleans (Alvaro Siza). E, con i suoi 150 m di altezza e una superficie totale di 160.000 mq l’ultimo arrivato, De Rotterdam (Rem Koolhaas/OMA), il secondo più grande edificio della nazione che ospita uffici, appartamenti, due bar ristoranti con vista mozzafiato sul fiume, un’area fitness e lo spettacolare Hotel NHow, già diventato simbolo di questa nuova energia urbana.
Il centro si rinnova
Wilhelminapier però è solo uno dei tasselli delle trasformazioni di questa «nuova Rotterdam», come è stata soprannominata di recente. Il centro città sta infatti innescando un rinnovamento urbano sostanziale di cui la Timmerhuis, la nuova sede degli uffici del Comune (disegnata anch’essa da OMA, vincitore di concorso nel 2009) può considerarsi l’ultimo tassello mancante.
Un’altra opera di recente inaugurazione, peculiare per la forma e per il mix di usi, è il Markthal (MVRDV): un gigantesco arco a botte che ospita residenze di lusso racchiudendo all’interno una sorta di mercato coperto deluxe, bar e ristoranti, già diventato polo d’attrazione turistica. Un progetto interessante ma anche molto discusso, ultimo di una serie di nuove opere nel centro città. Come la nuova stazione ferroviaria centrale (a firma di un team composto dagli studi Benthem Crouwel, West 8 e MVSA) e il vicino complesso multifunzionale Calypso (William Alsop).
Una nuova identità culturale
Quanto sta accadendo non è solo l’incarnazione di nuove politiche urbane ma di un’ondata culturale che si sta concretizzando, nonostante la crisi economica, in nuove avventure da parte di giovani imprenditori. Se Amsterdam è da sempre considerata la leisure city olandese per eccellenza e da molti chiamata la Venezia del nord, Rotterdam è una working city per eccellenza che ultimamente sta cercando di costruire una propria identità. Nuovi progetti artistici, culinari e museali stanno sempre più prendendo piede qui piuttosto che nell’ormai satura Amsterdam.
Basti pensare che tutti i più noti designer e architetti hanno i loro atelier proprio a Rotterdam: OMA, MVRDV, West 8, UNstudio, Wieki Somers, Richard Hutten, Jurgen Bey, Atelier Van Lieshout solo per citarne alcuni. L’isola museale Museumpark con il museo Boijmans, la Kunsthal e il NAi – il Netherlands Architecture Institute da qualche anno rinominato The New Instituut – ancora oggi è fra le più interessanti operazioni espositive della nazione. Non stupisce dunque la notizia di pochi giorni fa del nulla osta del Comune all’inizio dei lavori per il futuristico nuovo deposito del museo Boijmans (MVRDV): un totale di 14.000 mq che darà spazio non solo alle acquisizioni del museo ma anche alle opere di collezionisti privati che potranno trovarvi un nuovo spazio di conservazione.
Il patrimonio del Novecento
Rotterdam non è solo però un atlante di nuove costruzioni. La città vanta infatti un patrimonio dove protagonisti sono i grandi maestri del modernismo olandese – come la splendida fabbrica di caffè Van Nelle (Brinkman & Van der Vlugt, 1925-1931), miracolosamente sopravvissuta ai bombardamenti del 1940 e appena diventata patrimonio Unesco. Ma Rotterdam vanta anche uno fra i più interessanti esperimenti urbani dopo la ricostruzione a partire dagli anni 50: il Lijnbaan, una grande area pedonale completamente dedicata allo shopping (Van den Broek & Bakema). Pietre miliari della storia urbana che spesso sono state a rischio e non vanno dimenticate.
Prossimi approfondimenti
- la nuova sede degli uffici del Comune
- il Markthal
- la nuova stazione ferroviaria centrale
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Last modified: 30 Novembre 2015