Varsavia. In una città che ha a lungo voltato le spalle al fiume, considerato più una minaccia che un valore paesaggistico, un progetto come il Centro scientifico Copernico, localizzato sulla riva sinistra della Vistola, costituisce un importante segno di cambiamento. Voluto e finanziato dalla Municipalità, dal ministero della Pubblica istruzione e da quello della Scienza e dellUniversità nonché dallUnione europea con 50 milioni. Il complesso, che è il primo centro scientifico interattivo in Polonia, è stato concepito sulla falsariga dellExploratorium di San Francisco, fondato nel 1969 dallo scienziato Frank Oppenheimer ed è stato voluto in vista della candidatura di Varsavia a Capitale europea della cultura 2016.
La realizzazione è il frutto di un concorso bandito nel 2005 e vinto dal giovane studio polacco Rar-2, di Ruda ´Sl?aska (Slesia) con a capo larchitetto Jan Kubec. Ricevuto lincarico per il progetto esecutivo lanno dopo, lo studio si è avvalso della collaborazione di artisti, tecnologi, geologi, paesaggisti, esperti in varie discipline per realizzare un progetto al tempo stesso tecnologicamente innovativo e in grado di dialogare con il paesaggio naturale circostante: un importante collegamento fra larea dei parchi a sud, oltre il ponte Swi?etokrzy´ski e i giardini della biblioteca dellUniversità a nord, che garantisce un percorso ricreativo, culturale e scientifico esteso oltre i confini del museo.
Il volume principale a forma di L, al quale è affiancata la massa dominante del planetario, è circondato da un parco collegato con il lungofiume. Ledificio, destinato ad accogliere in media 1.500 visitatori al giorno, copre circa 18.000 mq e si sviluppa su due piani fuori terra per unaltezza di 12 m, tranne che in corrispondenza del planetario e della sala con il pendolo di Foucault, dove si raggiungono i 16 m. Al piano terra si trovano la hall principale, che dà accesso a sei gallerie tematiche e allauditorium. Il piano superiore, oltre agli spazi espositivi, ospita sei sale conferenza (non ancora realizzate) indipendenti ma collegabili, gli uffici e una caffetteria sulla terrazza con vista sul fiume.
Gli spazi espositivi sono illuminati naturalmente e ventilati grazie a patii di forma tronco-piramidale che simulano dei crateri vulcanici e contribuiscono ad alleggerire il volume, esternamente rivestito da un involucro che richiama la matericità della crosta terrestre: realizzato con lastre di cemento fibroso in varie tonalità di colori della terra, è caratterizzato da «incisioni» che regolano il flusso di luce allinterno, facendo contemporaneamente defluire in modo naturale lacqua del tetto. Le partizioni interne permettono flessibilità negli allestimenti, realizzati a tappe: avviati i lavori nel 2008, il modulo A (lala più grande) è stato il primo a essere inaugurato nel novembre 2010, mentre il modulo B è stato aperto ai visitatori nel marzo 2011. Il tetto-giardino delledificio, che dovrebbe essere ultimato nella primavera 2012 e sarà accessibile sia dal lungofiume che dagli spazi espositivi, sispira al fenomeno dellerosione, con percorsi che simulano rocce scavate e cavità naturali. Il planetario, in funzione da giugno, è uno dei più moderni in Europa: in grado di accogliere 150 persone, è coperto da una cupola di 16 m di diametro, autoportante con travi a doppio T piegate, al cui interno vengono proiettate immagini tridimensionali. È lelemento del complesso più vicino alla Vistola, dove si staglia come landmark urbano: durante il giorno ha laspetto di un pesante masso, mentre di notte la vetrata rossa che lo ricopre sillumina conferendogli laspetto di un meteorite, lasciando trasparire la struttura interna.
Allesterno, il Parco degli esploratori, ultimato il 15 luglio, si estende su circa 30.000 mq e può accogliere circa 2.200 persone, con un ingresso indipendente da quello del museo. Contiene attrezzature per giochi-esperimenti scientifici e uno spazio per spettacoli e proiezioni. In previsione anche una galleria darte sul lato della Vistola.
Il progetto, che tra museo e giardino copre una superficie di circa 40.000 mq, è già unicona della Varsavia odierna insieme agli altri numerosi musei inaugurati o in cantiere dal 2004 (cfr. «Il Giornale dellArchitettura» n. 81, p. 14), ed è stato candidato al Premio Mies Van der Rohe 2010.
40 anni dopo, un science center anche a Varsavia
