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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Città e Territorio

15 anni per riqualificare la piazza di Grammichele (ma il progetto è monco)

Grammichele (Catania). Gram­michele è una città ideale fondata appena tre mesi dopo il catastrofico terremoto del 1693 che, insieme agli altri abitati del Val di Noto, distrusse anche l’antico centro di Occhiolà. La pianta urbana esagonale è opera di Carlo Maria Carafa Branciforti, principe di Butera, coadiuvato da Michele da Ferla e, insieme alla città fortificata di Palmanova, costituisce un unicum in Italia. Alla piazza e agli edifici che la circondano è stato dedicato, nel 1996, il «Concorso per la ridefinizione architettonica di piazza Carlo Maria Carafa», iniziativa che ha registrato una massiccia partecipazione e sollevato un grande dibattito sul ruolo dell’architettura contemporanea nei contesti storici.
In Italia succede di rado eppure, in questo caso, il concorso di progettazione ha condotto alla realizzazione dell’idea vincitrice anche se, come spesso accade, il percorso si è rivelato lungo e laborioso, tanto che si sono appena concluse alcune opere di completamento dopo l’inaugurazione del 2008.
Il principale obiettivo del progetto vincitore, redatto da Massimo Gennari con Massimiliano Mancuso, Elettra Pelli e Giuseppe Spalanca, è quello di ridare forza alla piazza esagonale. Al centro è stata eretta una grande statua in bronzo che ripropone la funzione dell’antica croce-gnomone abbattuta nel 1818. La nuova scultura trasforma lo spazio urbano in un grande orologio solare e funge da elemento ordinatore del disegno della pavimentazione su cui sono riportati i simboli dello zodiaco. La chiusura al traffico restituisce alla piazza il ruolo di centro in cui sostare e l’intervento è caratterizzato dall’uso di differenti materiali e tessiture: pietra lavica per l’invaso, pietra bianca per il sagrato, ottone per la direzione delle ore e le curve dello zodiaco, pietra per le sedute e gli altri elementi di arredo.
Occorre sottolineare che il bando di concorso richiedeva anche d’intervenire sulla ridefinizione degli edifici prospicienti e sulle connessioni dell’invaso con il centro abitato e il paesaggio circostante. Tuttavia, nella fase esecutiva, la parte più significativa del progetto è stata stralciata e l’intervento riguarda solo la superficie della piazza.
Senza voler negare il plauso all’amministrazione del piccolo centro, che è riuscita a bandire un importante concorso di progettazione e ad attuarlo, non si può ignorare che il lungo tempo trascorso dall’ideazione alla costruzione senza che vi sia stato un ripensamento del progetto e, non ultimo, la scelta di stralciarne la parte più significativa dal punto di vista urbano e paesaggistico abbiano portato a un esito che oggi appare superato laddove 20 anni fa poteva forse esser adeguato alle esigenze della comunità e in grado di esprimere un’idea ben precisa circa il ruolo dell’architettura contemporanea nei centri storici.

Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 10 Luglio 2015