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Cristina FiordimelaWritten by: Progetti

Un’oasi delle farfalle a Milano

Milano. L’installazione, entro la fine del 2010, di un padiglione temporaneo disegnato ad hoc per ospitare l’Oasi delle Farfalle ideata dall’Associazione Cometa Onlus, che dal 2008 richiama migliaia di bambini e adulti, rinnova la vocazione pedagogica del sistema museale ai giardini «Indro Montanelli» di via Palestro.
Il padiglione, disegnato da Studiometrico assume come matrici i criteri di salvaguardia delle risorse naturali condivisi con l’Associazione e i vincoli di tutela storico-artistica indicati dalla Soprintendenza.
«La struttura», spiega Francesca Murialdo (Studiometrico), «rinuncerà all’idea di avere una forma sua, scaturita da immagini o concetti estranei al contesto. La costruzione nasce dalla volontà di preservare le chiome dei 33 aceri che sorgono dall’aiuola ellittica su cui appoggerà il padiglione». Questo sorgerà tra il Planetario e il Museo di Storia naturale, in corrispondenza di un’aiuola settecentesca. Una pedana in legno di circa 1.700 mq assolve le funzioni sia strutturali (fungendo da plinto di fondazione svincolato dal suolo) sia impiantistiche (incorporando sofisticati sistemi di controllo climatico), e al contempo è spazio attrezzato per la sosta e connessione tra il parco, l’area di pertinenza della struttura allestita per attività didattiche e l’oasi. Gli accessi sono studiati per minimizzare l’impatto visivo e potenziare la permeabilità dei nuovi spazi (700 mq), avvolti da una cortina di pellicola riflettente che, moltiplicando l’immagine degli alberi, ne rende quasi impercettibile la consistenza materica (acciaio e legno riciclabili). All’interno, dovrà essere garantita una temperatura costante di 28° e un tasso di umidità pari all’80%: condizioni per le quali si sta predisponendo una collaborazione con il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano.

Autore

  • Cristina Fiordimela

    Architetta museografa, docente al Politecnico di Milano. Insegna architettura degli interni, exhibition design e si relaziona con le arti contemporanee (commons), di cui scrive su riviste specializzate italiane e internazionali. La museografia è il filo rosso che attraversa sia l’impegno teorico, sia la progettazione e la messa in opera di allestimenti che riguardano le intersezioni sensibili all’arte, alla scienza e alla filosofia, in sinergia con enti universitari, musei e istituti di ricerca. L’indagine su media art come dispositivi di produzione artistica in commoning è l’ambito di studio e di sperimentazione delle attività più recenti, da cui prende corpo con Freddy Paul Grunert, Lepetitemasculin, dialogo nello spazio perso, iniziato al Lake County, San Francisco

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Last modified: 17 Luglio 2015