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Tommaso MauroWritten by: Reviews

Palladio (anche) designer

Palladio (anche) designer

A Vicenza, il Palladio Museum esplora un lato inedito dell’architetto veneto

 

VICENZA. Con la mostra “Palladio designer” (fino al 5 maggio), il Palladio Museum continua a esplorare e raccontare il lavoro del florido e rivoluzionario architetto rinascimentale veneto di cui porta il nome. Allo stesso modo, anche la Città di Vicenza sperimenta varie collaborazioni con accademie, università e istituzioni nazionali e internazionali per valorizzare al meglio il proprio patrimonio culturale. La Milano Design Week 2024 è stata il pretesto per mettere in mostra il lato ancora poco conosciuto di Andrea Palladio: quello del designer. Fa luce su elementi di progetto finora restati nell’ombra. Infatti, non è facile portare l’attenzione su oggetti di questo genere, se oscurati non solo dalle architetture che li ospitano ma anche dagli affreschi e dalle grandi tele che adornano gli spazi palladiani. Quanto viene messo in mostra nelle sale al piano terra di Palazzo Barbarano, a cura di Guido Beltramini e Marco Gaiani, è il risultato della ricerca sul campo effettuata negli ultimi tre anni dagli studenti del corso di Fotogrammetria per l’architettura del corso di laurea in Architettura-Ingegneria dell’Università di Bologna.

 

60 studenti per 13 edifici, con particolari indagati in 3D

La ricerca accademica, parte di un laboratorio coordinato dallo stesso Gaiani e da Simone Garagnani, ha portato 60 studenti a visitare 13 opere palladiane per rilevare e acquisire in 3D elementi su cui finora l’occhio dei ricercatori non si era posato con particolare attenzione. Camini, lavamani, acquai e vere da pozzo sono oggetti che oggi definiremmo pezzi di design per la loro scala, modalità di progettazione e ripetizione. Grazie a un software messo a punto dall’Università di Bologna gli studenti sono riusciti a trasporre una raccolta di foto scattate da diverse angolazioni in un modello digitale tridimensionale.

 

La restituzione in mostra

La campagna di ricerca sul campo ha così restituito non solo disegni ma anche modelli digitali e modelli in scala degli oggetti rilevati. Esposti in mostra con la scenografica attenzione che contraddistingue la sensibilità dell’architetto e regista teatrale Andrea Bernard, i modellini stampati in 3D di 46 camini, due lavamani e un acquaio sono essi stessi oggetti di design.

Accanto ai modellini stampati in 3D e ai canonici disegni in proiezione ortogonale degli oggetti rilevati, “Palladio designer” presenta anche una serie di video-racconti delle esperienze sul campo degli studenti e un touch screen dove poter esplorare in digitale l’archivio 3D da loro realizzato. Ma quanto messo in mostra, come sottolineato da Beltramini, è solo la metà di tutto il materiale che i responsabili del progetto e del Palladio Museum ambiscono a rilevare sul campo. Nonostante le intuizioni espositive che con pochi e semplici elementi mettono in risalto gli elaborati multimediali, l’allestimento di Bernard non riesce a superare del tutto l’afflato prettamente accademico dell’esposizione. Ciononostante, la mostra è un altro importante tassello per l’approfondimento di questo architetto imprescindibile e conferma la centralità del Palladio Museum quale catalizzatore relazionale intorno alla sua figura.

 

Gli eventi collaterali

Il pretesto della rassegna, insieme alla volontà accademica e divulgativa della stessa, trasformeranno inoltre il Palladio Museum nella sede di un programma di eventi collaterali sul tema delle tecnologie applicate ai beni culturali. Qui si terranno una serie di workshop attraverso cui gli studenti dell’Università di Bologna metteranno a disposizione la loro esperienza sul campo per avvicinare i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado all’uso di questi nuovi strumenti digitali. In continuità con i laboratori, sono in programma anche due incontri realizzati in collaborazione con lo IUAV di Venezia e il suo corso di Design con sede a Vicenza: si parlerà di come le nuove tecnologie possano garantire nuovi approcci conoscitivi.

Immagine copertina © Tommaso Mauro

Autore

  • Tommaso Mauro

    Architetto tra Bassano del Grappa ed Asiago. Dopo gli studi a Ferrara e São Paulo si laurea in Architettura nel 2019 con Alessandro Tessari, Romeo Farinella e Marcio Kogan con una tesi sul riassetto del viadotto Presidente João Goulart di São Paulo. Durante il percorso di formazione universitario ha partecipato a workshop internazionali come "DEEPBrera" (Politecnico di Milano e Accademia di Belle Arti di Brera), e "Horizonte Habana" (Università degli Studi di Ferrara e Universidad Tecnológica de La Habana). Nel 2016 ha co-fondato Järfälla con cui, oltre a sviluppare progetti d’allestimento e intervento artistico, edita l’omonima rivista. Dal 2017 è parte della redazione di "Artwort"

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Last modified: 16 Aprile 2024