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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Città e Territorio

Palermo Marina Yachting, una ferita sanata

Palermo Marina Yachting, una ferita sanata

La riorganizzazione dell’area del porto, purtroppo realizzata senza un concorso, ha riavvicinato la città al mare

 

PALERMO. Il 13 ottobre, alla presenza del presidente della Repubblica, è stato inaugurato il nuovo Palermo Marina Yachting (PMY), un intervento che, nel riaprire il porto alla città, definisce nuovi spazi pubblici capaci di rinsaldare i rapporti di Palermo con la sua costa, di valorizzare i resti del Castello a mare e di offrire nuove infrastrutture e strutture turistico-ricettive.

Palermo (ovvero Panormus: “tutto Porto”) si è allontanata dal suo mare quando, decidendo di sversarvi le macerie della seconda guerra mondiale, fu significativamente alterato il suo paesaggio costiero. Il successivo tracciamento della strada ad intenso traffico veicolare lungo la costa, e uno sviluppo urbano che ha totalmente “voltato le spalle al mare”, ha reso ancor più profonda questa ferita, la cui sutura è diventata uno dei principali temi per ripensare la città e il suo futuro. Per questo negli ultimi cinquant’anni sono stati sviluppati innumerevoli studi e progetti finalizzati alla riconquista del mare e alla riqualificazione della costa palermitana e delle sue aree portuali.

 

Il Piano industriale del porto

Un primo passo di riavvicinamento è stato compiuto negli anni 2000, quando, con la realizzazione del parco urbano lungo il Foro Italico, ha avuto inizio quel lento percorso recentemente accelerato dalla progressiva realizzazione del Piano industriale del porto. Questo include la restituzione alla città di un waterfront funzionale mediante la razionalizzazione delle attuali aree gestite dall’Autorità portuale; il trasferimento delle funzioni incompatibili con le relative demolizioni e l’inserimento di un mix di funzioni commerciali, culturali, ricettive e per il tempo libero, integrate con la nuova area crociere presso il terminal Sammuzzo.

Nel Piano del porto s’inserisce anche la riqualificazione del fronte a mare portuale urbano e la riconfigurazione dell’interfaccia tra il porto, il centro storico e la via Crispi che, utilizzando i fondi del Programma di azione e coesione complementare al PON Infrastrutture e Reti 2014-2020, sarà ripensata come un sistema di spazi pubblici a diverse quote. Coerentemente con le previsioni del Piano del porto, Palermo Marina Yachting riconfigura l’area del Molo trapezoidale confinante con l’antico porto della Cala.

Il cantiere di PMY, costato oltre 30 milioni, fa parte del vasto piano di riqualificazione industriale del sistema portuale che, con una previsione di spesa totale di 1 miliardo, è stato varato nel 2018 dall’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale guidata da Pasqualino Monti. La superficie complessiva dell’intervento è di oltre 40.000 mq, riconfigurati a partire dalla demolizione di circa 30.000 mc di strutture fatiscenti, abusive ed irrecuperabili, di 29 silos e delle due gru di rinfuse alte 54 metri che erano state oggetto di un precedente concorso di progettazione a cui non è mai seguita la realizzazione.

L’obiettivo di quest’intervento di rigenerazione urbana, tra i più importanti tra quelli finora realizzati in città dal dopoguerra, è stato quello di dare continuità alla passeggiata che si sviluppa lungo il porto della Cala, ricongiungendola alla parte terminale del Molo trapezoidale e al complesso archeologico del Castello a mare che è stato integralmente restituito alla fruizione pubblica.

Oltre ai 14 attracchi per mega yacht che ambiscono ad attivare un nuovo segmento di traffico, PMY ospita 9 edifici con differenti destinazioni ricettive, tra cui un centro congressi (con una sala plenaria da 200 posti e due sale minori da 50 e 20 posti), un teatro panoramico all’aperto da 200 posti, spazi commerciali dedicati alle eccellenze enogastronomiche locali, la scuola di cucina del Gambero Rosso, una spa e parcheggi a pagamento. Nell’area sarà anche realizzato un albergo a 5 stelle e, per sopperire alla mancanza di verde, saranno collocati dei grandi vasi contenenti alberi e piante.

Lungo il perimetro del Parco archeologico del Castello a mare, riportato integralmente alla luce grazie ai recenti scavi, sono stati realizzati una passeggiata, una piazza e un lago urbano con una fontana musicale e danzante che, per le sue dimensioni e i giochi d’acqua, oltre ad evocare l’ambizione di un turismo da “mille e una notte”, è subito diventata una delle principali attrazioni di questo spazio pubblico la cui manutenzione e sorveglianza (attuata mediante guardie giurate e 420 telecamere) sarà gestita dall’Autorità portuale.

 

La chimera del concorso

L’entusiasmo per il mare restituito alla città ed il plauso per il coerente impegno dell’Autorità portuale che è finalmente riuscita a sottrarre dal degrado un importante tratto di costa dando vita a un luogo che potrà accogliere oltre due milioni di persone all’anno tra cittadini e turisti, non riesce tuttavia a far dimenticare che un concorso internazionale avrebbe alimentato un importante dibattito sulla qualità dell’architettura contemporanea in una città come Palermo che, da troppo tempo, è ripiegata sul passato.

Per questo s’attende una delle prossime fasi di ridisegno della costa che riguarda la riqualificazione del Foro Italico come polo per il tempo libero e i grandi eventi. Un intervento che, stando alle promesse, dovrebbe avvenire con il bando, a breve, d’un importante concorso internazionale.

Immagine di copertina: vta dall’alto del Palermo Marina Yachting (© Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale)

 

 

Porto di Palermo – Lavori di riqualificazione del Molo Trapezoidale
Progetto e ingegnerizzazione: Ufficio Tecnico Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Ing. Enrico Petralia
Architettura: Arch. Sebastiano Provenzano, Provenzano Architetti associati
Direzione Lavori: Ing. Enrico Petralia, Adsp
Direzione artistica: Arch. Sebastiano Provenzano
Fontana artistica: Forme d’Acqua Venice Fountains
Importo dei lavori: oltre 30 milioni di euro
Durata del cantiere: 18 mesi
Impresa appaltatrice: COSEDIL (Santa Venerina CT)

Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 25 Ottobre 2023