All’Accademia di San Luca a Roma una piccola ma intensa retrospettiva dedicata all’architetto trentino
ROMA. Nella splendida sede di Palazzo Carpegna, l’Accademia nazionale di San Luca ospita fino al 3 marzo una piccola ma intensa esposizione su Renato Rizzi (Rovereto, 1951), architetto, storico collaboratore di Peter Eisenman a New York e professore ordinario di Progettazione architettonica presso l’Università IUAV di Venezia.
Inaugurata a seguito dell’assegnazione a Rizzi del prestigioso Premio Presidente della Repubblica 2017, la mostra, a cura di Giorgia Antonioli e Susanna Pisciella, ripercorre l’originalissima ricerca teorica e professionale dell’architetto trentino contestualmente, non a caso, alla mostra “L’ultimo Principe. Canova e l’Accademia di San Luca” (fino al 28 giugno sempre a Palazzo Carpegna).
Una scenografia di plastici in gesso
“eden-eden”
, allestita in tre sale al piano terra, si apre con una straordinaria scenografia composta da circa 170 modelli in gesso relativi a una trentina di progetti, realizzati da Rizzi e dai suoi studenti e disposti verticalmente su tre pareti. I plastici, utilizzati come strumenti interpretativi dei territori e delle architetture, svelano le impressioni soggettive dell’architetto. In questi modelli Rizzi restituisce infatti orografie volutamente accentuate, individua relazioni tra diverse figure urbane e costruisce il vuoto di molteplici chiese e cupole, generando così singolari visioni dei luoghi.
La scelta del materiale rimanda alla volontà di rappresentare la forma nella sua schiettezza e autenticità tramite un processo, quello della realizzazione di un plastico in gesso, estremamente delicato e difficoltoso. Lo stesso materiale prende forma al piano superiore negli immacolati gessi di Canova e Thorvaldsen, con fattezze totalmente diverse e lontane nel tempo: una suggestiva testimonianza della continuità dell’attività dell’Accademia nella promozione dell’arte e degli artisti, che inizia con la sua fondazione da parte di Federico Zuccari nel 1593.
Afferma infatti lo stesso Rizzi: “Presentare la propria opera nella sede dell’Accademia Nazionale di San Luca richiede un grande pudore oltre ad una duplice consapevolezza: quella derivante dal suo prestigio accumulato nei secoli rispetto all’attuale dissoluzione culturale del nostro tempo. Architettura si trova appunto schiacciata tra questi due potenti magneti. Tra storia e presente. Tra rispetto e rischio. Questo l’orizzonte all’interno del quale si colloca la mostra, dal titolo eden-eden”.
Interprete di una contemporaneità in continua evoluzione
La seconda sala della mostra ospita il progetto “Lampedusa: la cattedrale di Solomon”, rappresentato attraverso imponenti plastici territoriali raffiguranti una grande cattedrale ipogea scavata nell’antro più recondito dell’isola siciliana, alla quale si accede tramite un lungo percorso sotterraneo che ha origine nel punto più alto di Lampedusa. Il progetto affonda le sue ragioni nella riflessione sul tema dell’inarrestabile dramma migratorio e concepisce un monumentale paesaggio nascosto, un invisibile e segreto pantheon che accoglie i migranti nella loro doppia fede islamica e cristiana (Salomone è infatti anche Solomon).
L’ultima parte della rassegna mette infine a confronto un progetto realizzato con uno ideale, entrambi molto celebri: il Teatro Elisabettiano di Danzica (costruito nel 2014, famoso per la sua spettacolare copertura apribile) e il Cosmo della Bildung (2015), che immagina un’aula ideale per 365 studenti nella brunelleschiana cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, intesa come programma didattico in grado d’introdurre ai misteri dell’architettura.
Nonostante i plastici e i progetti in mostra siano già molto noti, “eden-eden” delinea un interessante ritratto di un emblematico interprete della contemporaneità in continua evoluzione il quale, attraverso la sua personalissima ricerca, ha portato avanti una critica radicale del nostro tempo e dell’architettura stessa nei suoi significati più profondi.
Dichiara infatti Rizzi: “I 170 modelli in gesso presenti nelle tre sale a piano terra affrontano il conflitto che troviamo inscritto, da sempre, nel nucleo della parola della nostra disciplina. Nel binomio del suo nome confluiscono le tensioni oppositive che si trasformano nel fascino e nelle difficoltà del lavoro che non può evitare lo scontro tra le potenze non dominabili dell’arché e le potenze dominabili della tèchne. Il titolo della mostra risuona come un’eco sprigionata dalle potenze oppositive nascoste nel nome, architettura”.
Immagine di copertina: © Bufo – Lo Giudice
“eden-eden, Renato Rizzi”
16 dicembre 2022 – 3 marzo 2023
Accademia Nazionale di San Luca, Roma
a cura di: Giorgia Antonioli, Susanna Pisciella
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allestimenti , mostre , roma
Last modified: 17 Gennaio 2023