Visit Sponsor

Written by: Città e Territorio

Il Consiglio di Stato boccia il crescent di Bofill voluto dal sindaco

Il Consiglio di Stato boccia il crescent di Bofill voluto dal sindaco

Salerno. C’è un giudice a Berlino, titolava un commento il 5 giugno all’interno del blog del Comitato No Crescent. Da quattro anni in guerra col progetto di Ricardo Bofill, l’associazione salernitana ha appreso con entusiasmo la notizia della sentenza del Consiglio di Stato la quale, lo stesso giorno, con un’ordinanza accoglie l’istanza cautelare e ne «sospende l’esecutività della sentenza impugnata» al Tar nel 2011 dal Comune di Salerno. Il Consiglio di Stato non entra però nel merito della legittimità del permesso di costruire. Definisce l’edificio «di cospicue dimensioni» e ritiene opportuno evitare la prosecuzione dei lavori in elevazione, e non della piazza, per non arrecare danni irreversibili allo stato dei luoghi. Sulla vicenda pende un’inchiesta della procura dopo una denuncia contro il sindaco della città Vincenzo De Luca, indagato per abuso d’ufficio insieme all’ex soprintendente Giuseppe Zampino e al dirigente del settore Lavori pubblici del municipio. La questione è notevolmente complessa e abbraccia problematiche di natura paesaggistica, urbanistica e architettonica.
Tutto parte dalla decisione di De Luca, che nella sua longeva carriera di primo cittadino (1993-2001 e 2006-2012) ha da subito voluto puntare sui temi della qualità urbana promuovendo (in un periodo di generalizzato fanatismo politico per le firme internazionali) concorsi di progettazione o incarichi diretti. Dopo quasi un ventennio i risultati non sono affatto convincenti: la stazione marittima di Zaha Hadid, il porto turistico di Santiago Calatrava, la cittadella giudiziaria di David Chipperfield e il Palasalerno di Tobia Scarpa sono opere costruite solo a metà e spesso a rischio fondi; Oriol Bohigas ha proposto parallelamente al Puc alcuni progetti che insieme a quello di Massimiliano Fuksas e di Dominique Perrault rimangono ancora sulla carta. La liquidazione delle parcelle è stata anch’essa di cospicue dimensioni (nel caso di Chipperfield un milione solo gli euro non dichiarati, tanto da essere stato condannato a pagare dall’Agenzia delle entrate già nel 2009). Le perplessità più forti sull’operato di De Luca si sono concentrate sull’infelice megaprogetto di Bofill del fronte-mare (torre vela da 72 m e crescent) e sulla stessa personalità spagnola considerata da più parti estremamente paludata. Ma De Luca è del parere opposto nonostante la spiaggia di Santa Teresa sia stata divorata dalla cubatura del Crescent assieme a uno spicchio di mare, e ha replicato a modo suo l’8 giugno sul proprio sito: «Siamo in una democrazia malata che produce chiacchiere», frase da combattente come le sue precedenti indimenticabili: «Sarà l’opera più importante della mia vita», «per fermarmi dovranno spararmi», esprimendo perfino un desiderio da grandeur neoborbonica: interrarvi a tempo debito le proprie ceneri. Il crescent di Bofill ha dimensioni ciclopiche. I suoi quasi 30 m di altezza fanno anche la loro parte ma quello che impressiona maggiormente è lo sviluppo di 300 m che abbraccia l’inquietante piazza della Libertà. La costruzione ha 50.000 mc di calcestruzzo programmati che conformeranno un’architettura monumentale disarmante per la sua antistorica imitazione dell’estetica classica. Il risultato finale sarà quello di una grande muraglia tesa ad arco i cui effetti ambientali devastanti sono stati spesso denunciati da numerose associazioni locali ma sempre minimizzati da Comune e Soprintendenza, quest’ultima contestata per aver praticato il silenzio-assenso e per non aver richiesto i fotoinserimenti.

Autore

(Visited 493 times, 1 visits today)

About Author

Share
Last modified: 18 Luglio 2015