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Matera ha ritrovato il suo Parco del Castello

Matera ha ritrovato il suo Parco del Castello

Matera. Sulla collina del Lapillo, dove a inizio Cinquecento il despota feudatario napoletano conte Tramontano costruì il suo castello, è stato inaugurato a fine giugno un nuovo parco. Sull’unica sommità sottratta alla speculazione edilizia si completa così la mappa dei luoghi urbani che consentirà al rinnovato spazio pubblico di essere coinvolto nel ciclo di manifestazioni dedicate a Pier Paolo Pasolini, che in Basilicata, tra Barile e Matera, girò a metà anni sessanta molte scene de Il Vangelo Secondo Matteo. Il progetto, realizzato a partire dal 2009 e costato circa 600.000 euro, è stato affidato per incarico diretto a Luigi Acito (strutture, impianti e sicurezza a cura di Giovanni Grande; verde a cura di Ermanno Pennacchio). Da un trentennio lo studio Architetti Associati, fondato da Acito con Renato Lamacchia e Lorenzo Rota, ha contribuito all’immagine della nuova Matera, collegandosi idealmente al lavoro di alcuni professionisti locali di ieri e di oggi (gli ingegneri Giovanni Ricciardi e Piergiorgio Corazza, gli architetti Vincenzo Baldoni e Mauro Saito), nonché alla straordinaria tradizione architettonica che dal dopoguerra ha visto protagonisti nella città dei Sassi personaggi come Carlo Aymonino, Giancarlo
De Carlo, Ludovico Quaroni ed Ettore Stella. L’ultimo dei successi di Architetti Associati risale allo scorso anno, quando il gruppo si è aggiudicato il primo premio nel concorso per il progetto del «Giardino urbano e infrastrutture ipogee», bandito nell’ambito del programma Qualità Italia, che si affaccerà su via Lanera. Il Parco del Castello risale al 1811 quando un altro conte, il generale napoleonico Charles de Montigny, per amore verso la città lo realizzò sulla sommità della collina. Poi, nel 1936 Mussolini dispose qui la costruzione di una colonia elioterapica. Acito ha compiuto un accurato studio sulla particolare terra rossa che ricopre il parco, una sorta di sabbia con lapilli (bolo armeno) che filtrava le acque meteoriche incanalate a valle in grandi cisterne e fontane. Tali acque, assorbite gradualmente dal terreno, hanno garantito l’equilibrio idrostatico del luogo fino a qualche decennio fa, quando hanno iniziato a ruscellare seccando lo strato umido della collina e provocando lesioni al castello e ai fabbricati vicini. L’azione di restauro è iniziata
quindi dal ripristino del manto geologico, con la ricollocazione e il ricompattamento del terreno rosso in prossimità del Castello, e la realizzazione di un monumentale prato gradonato panoramico nella parte più alta del rilievo dove poter fare i «bagni di sole». Infine è stato aggiunto un piccolo belvedere semicircolare sullo stesso luogo dove in passato de Montigny costruì la sua terrazza con le colonne di granito dell’antica chiesa di Sant’Eustachio

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Last modified: 22 Luglio 2015