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Written by: Forum Patrimonio Reviews

La torre sul mare, immaginari in transizione

La torre sul mare, immaginari in transizione
La colonia Fiat, sul litorale toscano, ospita un festival sperimentando azioni creative per il riuso del patrimonio novecentesco

 

MARINA DI MASSA (MASSA-CARRARA). “Post-Colonia. Festival di architetture e immaginari in transizione”, è uno dei festival dell’architettura finanziati dall’avviso pubblico Festival Architettura III edizione indetto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, i cui eventi si chiudono proprio ad aprile. 

 

Qui le prime vacanze operaie

È nato dalla sinergia tra Francesca Mazzocchi, presidente di LAMA Impresa Sociale, e i curatori Martina Angelotti ed Emanuele Guidi. Il luogo è la costa tirrenica dell’alta Toscana. Siamo a Marina di Massa, tra il marmo delle Alpi Apuane e il mare.

Il Festival si è svolto dal 6 al 13 aprile, all’interno di quella che fu la Torre FIAT, progettata dall’ingegnere Vittorio Bonadè Bottino nel 1933.

Le colonie marine insieme a quelle montane hanno rappresentato il primo turismo di massa in Italia (ne abbiamo parlato nel 2021, in un’inchiesta dedicata a questa tipologia edilizia). Mentre il fascismo non perdeva occasione di costruire le colonie al mare e in montagna per distillare nei giovani italiani il senso della patria, gli industriali si muovevano in parallelo per consentire ai figli dei loro operai di godere una vacanza salubre. 

Un esempio in questo senso è la Colonia Fiat di Massa, ma anche quella montana di Santo Stefano d’Aveto progettata nel 1939 da Luigi Carlo Daneri per Rinaldo Piaggio, la Colonia Olivetti (1958), sempre a Marina di Massa, disegnata da Annibale Fiocchi con Ottavio Cascio, confinante con la Colonia Torino progettata da Ettore Sottsass Senior e Alfio Guaitoli nel 1938. 

 

Un palinsesto di architetture

Si costituisce così un palinsesto di architetture nello stesso litorale dove i progettisti hanno operato con variazioni progettuali. 

La Torre Fiat (già Torre Balilla) ricorda la sua gemella antecedente, realizzata sempre da Bonadè Bottino, al Sestriere, con una forma circolare monumentale che diventa un segno nel paesaggio. La Colonia Olivetti invece ha uno sviluppo orizzontale e democratico, meno gerarchico, evidenziato anche nelle diversità di uso come ha raccontato l’attrice Laura Curino nella sua performance teatrale realizzata, con Lucilla Giagnoni e Mariella Fabbris, su Adriano Olivetti. 

Oggi riconsiderare uno spazio della vacanza nato sotto una forte ideologia politica e rimetterlo in gioco con una visione contemporanea, come fanno i curatori del festival Angelotti e Guidi, può delineare un possibile sviluppo di questi immobili, sovente trasformati in residenze di lusso. Invece la Torre Fiat è di proprietà della Verve spa, di cui fanno parte, tra gli altri, l’impresa di turismo sociale Keluar e la cooperativa di educazione sociale D.O.C.. 

Una anomalia nel panorama italiano delle colonie spesso abbandonate al degrado come la stessa Colonia Torino o la Colonia Ugo Pisa demolita nel 2024 dal Comune di Massa, adducendo che non sia un edificio di interesse dopo le modifiche avvenute nel corso del tempo, come ha sottolineato la Soprintendenza locale. Tuttavia la distruzione ha coinvolto anche la pineta, uno spazio verde sul mare caro ai massesi, come denuncia il Comitato Ugo Pisa. 

 

Arte per la riappropriazione

Post-Colonia si pone come una risposta all’oblio della memoria e dell’identità collettiva, connettendo il territorio, la sua economia e la vacanza dei bambini degli anni Trenta attraverso uno sguardo contemporaneo mediato dalle arti visive. 

Lungo la rampa elicoidale della torre, dove si sviluppavano le camerate oggi trasformate in camere, sono state realizzate una serie di videoinstallazioni tra la memoria, con i preziosi filmati dell’Archivio del Cinema di Impresa di Ivrea (Bernardo Bertolucci, Ermanno Olmi, Vittorio Nevano, Fabio Piccioni) e le opere di Céline Condorelli & Ben Rivers, Danilo Correale, Forensic Oceanography e Forensic Architecture, Alessandra Ferrini, Arturo Gemmiti, Katrin Hornek, Lina Lapelyte,  Gianni Pettena,  Lorenzo Sandoval, Beto Shwafaty, Ana Vaz e il cantante e produttore Savage (Roberto Zanetti) che presenta il video clip Italodisco, girato nel 1984 nell’ex Colonia Torino dal regista Giacomo De Simone. 

Si intrecciano storie diverse, tra le marce dei bambini ed i minatori delle Alpi Apuane, fino alle estrazioni localizzate in altri continenti. Si crea così un ponte tra gli ex spazi colonizzati dall’ideologia e oggi decolonizzati, con luoghi che lo devono ancora essere. 

Nell’ingresso della colonia il collettivo romano Orizzontale, insieme ai grafici Atto, ha curato la mostra “Riappropriazioni”. Una serie di telai lignei presentano esperienze di comunità che si riappropriano di spazi in disuso o abbandonati per generare una diversa idea di città tra Roma, Torino, Genova, Madrid, Marsiglia. 

Una mostra dal forte carattere politico in cui gli abitanti si fanno attori del cambiamento, modalità che le amministrazioni pubbliche dovrebbero sostenere e non ostacolare, come avvenuto invece con la ex Colonia Ugo Pisa. 

Così il festival “Post-Colonia” si interroga sul ruolo dell’arte per rendere i cittadini attivi nel riappropriarsi di queste architetture che hanno svolto un importante ruolo sociale consentendo a molti la vacanza al mare.

Immagine copertina: La Torre Fiat (dall’ufficio stampa del festival)

Autore

  • Architetto, critico di architettura, dirige la webzine archphoto.it e fonda l'associazione culturale plug_in. Dal 2005 al 2015 si è occupato di Architettura Radicale. Nel 2013 vince il Graham Foundation Grant. Nel 2015 vince la Autry Scholar Fellowship. Nel 2019 cura la mostra per il centenario di Paolo Soleri nell'ambito di Utopian Hours. Nel 2021 fonda insieme agli architetti GRRIZ, la Petites Folies School, l'autocostruzione di spazi pubblici nelle aree interne. Nel 2023 plug_in riceve il Premio Bruno Zevi da Inarch/Liguria; nello stesso anno la sua ricerca sull'Architettura Radicale è entrata nella collezione del Canadian Centre for Architecture di Montréal, è curatore del festival “Abitare la Vacanza”. Nel 2024 cura la mostra al Museo di Arte Contemporanea di Genova “Alberto Ponis. Costruire nella natura”.

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Last modified: 29 Aprile 2025