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Moreno PivettiWritten by: Forum

Intonare l’azione dell’uomo all’ordine della natura: la lezione di Neutra è ancora attuale

Intonare l’azione dell’uomo all’ordine della natura: la lezione di Neutra è ancora attuale
Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni sull’opera di Richard J. Neutra a cinquant’anni dalla scomparsa

 

Soltanto una grande lezione ha in sé il potere per diffondersi ovunque, vincendo le resistenze del tempo. Soltanto un grande Maestro ha in sé la forza per sedimentare messaggi, opere, insegnamenti che si rinnovano ed alimentano con lo scorrere del tempo.

Nel firmamento dell’architettura del XX secolo, Richard J. Neutra (1892-1970), di cui quest’anno cade il cinquantennale della scomparsa, esprime uno dei vertici più colti del Modernismo internazionale. Quell’«orchidea bianca» che mise le proprie radici nella terra dei lotus, la California, agli albori di quel movimento che pervase tutto il Novecento, oggi, forte di una sua elettiva resistenza all’arbitrarietà di mode, sterili formalismi ed aridi terreni culturali, si affaccia ad un nuovo secolo per risplendervi con la forza della sua lezione resiliente. È pronta per alimentare un Modernismo che da rivoluzionario – qual è stato nel secolo scorso – necessita di evolversi accompagnando la tecnica con l’etica, interpretando i bisogni reali e le aspirazioni vitali dell’essere.

«Bisogna progettare con maggiore umanità se si vuole progettare per vivere e per vivere a lungo», così recitava Dion Neutra (1926-2019), secondogenito di Richard, nella sua postfazione a Survival through Design, la magistrale opera nella quale il padre riaffermò il ruolo del progetto e la sua capacità di orientare le verità supreme dell’uomo nel suo rapporto con la natura.
«Dominio della Natura non significa sconsiderata perversione delle sue forme e dei suoi processi, bensì l’arte di intonare al Suo ordine l’azione dell’Uomo» (Richard Neutra, 1953).

Nato nel tramonto dorato della Vienna imperiale, dove frequenta Sigmund Freud, Gustav Klimt, Arnold Schönberg ed il suo mentore Adolf Loos, Neutra prosegue la propria formazione prima nella neutrale Svizzera e poi a Berlino, presso Erich Mendelsohn. Nel 1923 l’America lo «chiama» al suo destino: a Chicago lavora presso Holabird & Roche e conosce l’altro suo mentore ideale, Louis Sullivan, al cui funerale incontra Frank Lloyd Wright. Su richiamo dell’amico Rudolf Schindler si sposta in California, dove per quasi 50 anni tradurrà la «percezione del proprio tempo» in opere che «veramente proclamarono la giusta rivoluzione».

Mentre Thomas Mann dipinge il «drammatico declino della vecchia borghesia europea nell’esperienza spirituale dell’Arte», Neutra inizia la giovane America all’esperienza multisensoriale dell’Uomo nella Natura. Attraverso la «danza esultante della connessione» – ricordando la bella frase di William Cousins – il cinquantennale di Neutra stringe un abbraccio culturale sull’oceano, superando vincoli di spazio, tempo e pandemie, in una visione affine sulle traiettorie presenti e future del Modernismo contemporaneo. Pensando all’eterno quadro di Henri Matisse (La danza, 1910) – un olimpico abbraccio di figure danzanti su un mondo ultraterreno – la lezione di Neutra, concentrata dal figlio Dion nella celebre profezia «Architecture Placing Man in Relationship to Nature», riafferma la forza dell’architettura nella sua finalità d’indagare le supreme verità dell’essere nelle infinite armonie dell’universo.

Neutra opera al di là di ogni speculazione teorica e cala l’uomo nell’esperienza della natura: nella dimensione ultrasensibile, ma non trascendente, di tutti i sensi, accordandoli alla sinfonia di un «unico incantesimo». Questa era la sua intenzione. Lo dimostra una toccante lettera di Josephine Ain, tributo all’architetto per averle disegnato una dimora in cui vivere «il miracolo dell’esistenza». Lo conferma Barbara Lamprecht, autrice di diversi libri su Neutra, nel seguente passo tratto da un suo recente scritto inedito inviatoci per l’occasione, Neutra’s Biorealism: it only looks Modern: «Quando Richard Neutra ha ribadito che la sua architettura “non era uno Stile internazionale, ma NEUTRA!” una conclusione logica ci porterebbe a dire: “Dio, ancora un altro architetto megalomane”. Anche se ora il Modernismo è considerato una serie di domande piuttosto che un insieme di caratteristiche, la “correzione” di Neutra suggerisce anche il linguaggio del suo Modernismo: il suo valore aveva un obiettivo diverso. Intendeva un’architettura molto più ambiziosa: il basico. L’essenziale. Forse ancor più arroganza? Dopotutto, l’eccezionale qualità degli edifici di Neutra è solitamente considerata in termini di costruzione di forme architettoniche, superba nella composizione, elegante nelle proporzioni. Ma i principi che hanno guidato quella creazione di forme – un’ossessione per il genere umano come ragione d’essere dell’architettura – sono stati ampiamente ignorati. L’infinita curiosità per i suoi simili, piuttosto che una continua ricerca di forme in sé, era il lavoro della sua vita. La forma non ha seguito la funzione. L’ha abilitata».

Questa era l’intenzione di Neutra. Questa era ed è la profonda e viva lezione con cui quell’orchidea bianca risplenderà nel XXI secolo: «Intonare l’azione dell’uomo all’ordine della natura».

 

Percorsi di lettura

Thomas S. Hines, Richard Neutra and the Search for Modern Architecture, Oxford University Press, New York 1982
Arthur Drexler e Thomas S. Hines, The architecture of Richard Neutra: from International Style to California Modern, The Museum of Modern Art, New York 1982
Thomas S. Hines, Richard Neutra (1892-1970), Electa, Milano 1992
Richard J. Neutra, Progettare per sopravvivere, Edizioni di Comunità, Roma/Ivrea 2015
Barbara Lamprecht, Neutra: Complete Works, Taschen, Colonia 2000
Barbara Lamprecht, Richard Neutra (1892-1970): Architettura per una vita migliore, Taschen, Colonia 2004.

La mission delle celebrazioni a 50 anni dalla morte

«Esplorare il rapporto magico tra tutte le scienze umane» (Dion Neutra, 1984) indagando le implicazioni fisiologiche, psicologico-percettive ed ecologiche della sua opera, è la chiave per rivivere Neutra a cinquant’anni dalla scomparsa. Il programma celebrativo, soltanto rinviato per costrizioni pandemiche, vuole essere espressione della più avanzata ricerca e sperimentazione nel campo dell’innovazione tecnica, con esplicito riferimento allo sviluppo di strategie e sistemi orientati al miglioramento degli equilibri ecosostenibili del nostro ambiente ed al loro impatto sul benessere dell’uomo, secondo uno dei principi fondativi del Neutra Institute: «Sustainability of the planet through practices. Enhance the Environment through Design».

Autore

  • Moreno Pivetti

    Architetto libero professionista, si occupa di progettazione architettonica alle varie scale per il settore pubblico e privato, con interventi di riqualificazione urbana, restauri di edifici storici e beni ambientali. Ha inoltre collaborato con Canali associati srl nello sviluppo di progetti e concorsi internazionali sul riuso di complessi monumentali, spazi per l’arte e la cultura, nuovi insediamenti produttivi. Già cultore della materia presso il Dipartimento di Architettura di Ferrara (2009-12), ha partecipato come relatore a convegni inerenti lo studio del paesaggio e dei beni culturali e l’analisi degli strumenti tecnico-finanziari per il loro recupero

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Last modified: 16 Ottobre 2020