GENOVA. Nei giorni scorsi, larchitetto barcellonese specializzato nella progettazione di strutture ospedaliere si è recato nel capoluogo ligure per incontrare la direzione dellOspedale Galliera, al fine di ridefinire i piani d’ampliamento del nosocomio e per tenere la prima di tre conferenze organizzate dalla Fondazione dellOrdine degli Architetti insieme alla Fondazione Palazzo Ducale (successivi invitati, Kengo Kuma e Eduardo Souto de Moura).
Nell’occasione l’abbiamo incontrato per capire a che punto sia il progetto del Galliera, presentato nel 2010 per poi arenarsi. Solo dal mese scorso si è cominciato a ridiscutere delle sorti della struttura situata nel centrale quartiere di Carignano, per arrivare a un nuovo inizio che ha visto un cambiamento: «Sono ridotte le parti nuove a favore del riutilizzo di parte del vecchio ospedale», ha spiegato de Pineda. «La soluzione originaria prevedeva la parte nuova staccata da quella esistente, mentre ora s’integreranno. La parte già esistente sarà riorganizzata per ospitare funzioni come gli uffici amministrativi e i locali per spogliatoi, mentre la parte nuova ospiterà le nuove sale operatorie, laboratori e stanze per i pazienti». Larchitetto catalano si è dichiarato soddisfatto della nuova soluzione, ritenuta migliore rispetto alla precedente, aggiungendo che il progetto rivisto sarà presentato entro quattro mesi; questo dovrebbe comprendere 370 posti (il primo progetto ne prevedeva 500), ovvero 70 in più del progetto realizzato a fine Ottocento dallingegner Cesare Parodi e ispirato al modello parigino dellHôpital Lariboisière. Una iniziativa avviata nel 1877 grazie a Maria Brignole Sale De Ferrari, duchessa di Galliera. Se per la struttura ottocentesca la committenza dipendeva dalla duchessa, interprete vivace che nello stesso anno avviò altri cinque cantieri, due a Genova e tre in Francia (un ospizio a Clamart, un orfanotrofio e una casa di riposo a Fleury, i cui progetti furono affidati allarchitetto Ginain), oggi laspetto finanziario sembra quello più incerto.
I costi dei lavori si aggireranno intorno ai 135 milioni (40 in meno rispetto alla prima previsione). Interrogato sui perché di questo stop & go del progetto e se fosse questa una prerogativa italica (infatti De Pineda ha visto l’arresto di un altro progetto, quello per la realizzazione di una nuova ala per il Policlinico di Bari), ha risposto che «Questo è avvenuto un po ovunque a causa della crisi». Sollecitato su quali differenze avesse riscontrato nel rapporto con la committenza in Italia a confronto con altri paesi, ha spiegato che «In Spagna e in Germania cè continuità nel lavoro, si va oltre al progetto, lo si porta in cantiere e si cura tutto: dagli impianti ai particolari costruttivi. Se ci sono imprevisti, si trovano soluzioni insieme – cioè con il progettista -, mentre in Italia questo è più difficile. Si arriva a un progetto di massima, una foto, un’immagine. Tuttavia, la realizzazione, il cantiere, vengono affidati ad altri, non riuscendo così a seguire lopera». De Pineda ha citato l’esempio dellHospital del mar a Barcellona, la realizzazione più nota dellarchitetto – fama dovuta in parte dalla scelta del regista Pedro Almod?var che lo ha utilizzato come set per alcune scene del film Tutto su mia madre -, dove ha lavorato ininterrottamente per 25 anni.
Ulteriori stop al progetto genovese potrebbero verificarsi a causa dei risultati delle imminenti elezioni regionali. E’ infatti preventivato un investimento di 51 milioni da parte della Regione che potrebbero essere dirottati sullaltra ipotesi al centro della discussione ligure sulla sanità: la costruzione di un nuovo ospedale nel ponente genovese.
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