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Stefano LentoWritten by: Città e Territorio

Il sottosuolo di Acerra, tra storia e rifiuti

Il sottosuolo di Acerra, tra storia e rifiuti

Acerra è periferia napoletana di circa 60.000 abitanti ed è realtà spesso accostata allo sversamento di rifiuti tossici che ha fatto del Comune uno dei più coinvolti nelle recenti cronache. È pensando al sottosuolo che andrebbero condotte su questa area opportune quanto urgenti opere di bonifica a seguito delle quali, probabilmente, verrebbero alla luce numerosi reperti databili all’epoca romana. Difatti, a seguito di lavori di ammodernamento della rete elettrica, sono emerse testimonianze che hanno imposto un fermo al cantiere. È sotto un tracciato a forte scorrimento veicolare, più precisamente alla Via del vecchio mulino, il posto in cui son state rinvenute tombe databili al IV secolo d.C. Non si esclude possano esserci altri loculi e, visti i corpi di maschi adulti e gli utensili che li accompagnavano, si desume fossero guerrieri morti in battaglia. Tale accadimento porta alla memoria il legame che da sempre intercorre con la vicina Suessola, ubicata nella parte settentrionale di Acerra e ricostruita sui resti di una precedente necropoli.

La storia
Le realtà di Acerra e Suessola, oltre a essere vicine geograficamente, sono riconducibili a un’identità storica comune. Entrambe ricche di vegetazione e corsi d’acqua, vennero per questo scelte come avamposto militare da Osci prima ed Etruschi poi, oltre che per la particolare posizione strategica per la difesa del territorio. È di qui che passava la via Popilia, uno dei più importanti e antichi collegamenti di epoca medievale. Le terre di Suessola, per anni scenario di scontri e conflitti, vennero poi abbandonate a seguito delle continue inondazioni che colpirono la zona intorno all’anno mille per poi essere riurbanizzate sui resti della pregressa comunità dalla famiglia Spinelli intorno al Settecento. Tutto quel che venne rinvenuto durante le opere di nuova costruzione venne datato e catalogato per essere conservato nella personale collezione della famiglia. Il secondo conflitto bellico vide dimezzarne le ricchezze a seguito del saccheggio avvenuto per mano delle milizie tedesche e, quel che rimase, venne poi donato allo Stato affinchè potesse custodirlo al meglio. Emergenze architettoniche ancora presenti sul territorio sono la Casina della famiglia Spinelli, ormai vittima d’incuria e abbandono, e il castello baronale di Acerra, oggi sede comunale, costruito su un antico teatro romano. Il non visibile invece è un sottosuolo ancora da scoprire e valorizzare.

Progetti mai realizzati
La quantità di reperti di cui è ricco il territorio ha spesso suggerito alle amministrazioni locali la proposta di un Museo di archeologia e storia nel Comune di Acerra e Suessola. A seguito del decreto 149 del 27 maggio 2013, il ministro per i Beni culturali, la Regione e il Comune di Acerra hanno approvato una delibera di attuazione basata su uno studio di fattibilità già databile al 2007 che prevedeva il recupero della dimora Spinelli con annesso nuovo complesso museale. Il restauro della casina presumeva sostanziali opere di consolidamento per i paramenti murari e il rifacimento totale della copertura. In aggiunta venne presa in considerazione l’edificazione di nuovi spazi, necessaria per riportare sul luogo del ritrovamento i reperti oggi custoditi al Museo nazionale di Napoli e predisporre così un itinerario culturale che potesse avere rilevanza su tutto il territorio campano. Il progetto proponeva sale per la didattica, sale per la flora e la fauna e sale archeologiche, dipanate lungo un percorso che dal portale storico dell’antica struttura conduceva agli ambienti di nuova edificazione per terminare così nella corte centrale circolare arredata a verde. Tutto venne studiato alla scala di dettaglio ma a oggi nulla è stato fatto. Perché? Probabile ci siano urgenze di maggior rilevanza a cui dar risposta. Probabile la cultura riscuota ancora poco appeal nelle sedi istituzionali. Sta di fatto che fin quando tali propositi non diverranno mai fatti concreti questa verrà sempre e solo ricordata come la terra dei fuochi.

Autore

  • Stefano Lento

    Nato a Napoli nel 1983, dove si laurea nel 2009 presso la Facoltà di Architettura. In seguito, incentra la sua ricerca sul valore dei contesti, lavorando dal 2009-2011 con gli studi Keller e Pica Ciamarra nell'ambito di concorsi internazionali. Nel 2012 collabora con "Ottagono" e in seguito con altre testate tra cui "Abitare", "Living Corriere della Sera", "Elledecor", "Frame magazine" e "Il Giornale dell'Architettura". Nel 2012 fonda STARTfortalents, piattaforma d'informazione per l'architettura, con l'obiettivo di fare comunicazione in maniera sempre più dinamica ed innovativa attraverso lo sviluppo di contenuti web e social strategy.

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Last modified: 7 Luglio 2015