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Giuseppe VestrucciWritten by: Città e Territorio

Brisbane è pronta per riemergere

Brisbane (Australia). Forse il Queensland non era posto per gli uomini. Alla luce dei recenti disastri naturali, sembrano fondate le parole degli abitanti che hanno così espresso la propria attuale rassegnazione. A inizio gennaio Brisbane ha affrontato la più imponente alluvione dal 1974. Fondata nel 1799, la città sorge sulle rive dall’omonimo fiume ed è attraversata dai suoi affluenti. Questo la rende vulnerabile alle piene e alle alluvioni che ne hanno caratterizzato la storia per due secoli.
L’arrivo del ciclone tropicale Yasi, abbattutosi il 3 febbraio sulla costa orientale del paese e poi penetrato nell’entroterra provocando ingenti danni, ha prodotto uno scenario che il premier Anna Bligh non ha esitato a definire «di scala post-bellica». Alcuni giornali, tra cui l’autorevole «The Australian», hanno avanzato l’ipotesi che ci sia stato un intervento tardivo nell’innalzamento delle paratie della diga a valle della città e che questo abbia provocato un livello di piena più alto del previsto. Eventi del genere, che si ripetono con cadenza decennale o ventennale e diversa intensità, sono però difficilmente evitabili.
Per fronteggiare l’emergenza, la prima mossa del governo del Queensland è stata l’istituzione dell’Autorità per la ricostruzione, presieduta dal premier in qualità di nuovo Ministro per la ricostruzione. L’Authority è un organismo indipendente con pieni poteri esecutivi che definirà le priorità della road map post-alluvione, gestendo un budget di 5,6 miliardi di dollari australiani (circa 4,13 miliardi di euro).
Esistono bisogni immediati, come il recupero di più di 22.000 case ed edifici danneggiati. Molti importanti progetti di trasporto pubblico saranno congelati per anni e si penserà solo al ripristino dello stato pre-alluvionale. Circa il 70% dello Stato e oltre 60 comunità hanno subito danni; la rete stradale e ferroviaria deve essere ripristinata rapidamente. L’Autorità eserciterà poteri straordinari, ricorrendo a emendamenti di alcuni atti governativi, corretti alla luce della portata degli eventi. Tali poteri andranno oltre la pianificazione locale, per consentire il più rapido recupero possibile. Il nuovo organismo si occuperà delle strategie di pianificazione nelle aree colpite, dichiarando quali zone saranno destinate alla ricostruzione e se necessario esproprierà terreni, bloccandone la vendita con effetto immediato. Il progamma prevede un’azione biennale, con una successiva transizione a un organo di coordinamento nazionale.
Se l’Authority non indagherà in alcun modo le cause del disastro (per questo è stata istituita un’apposita commissione d’inchiesta), resta da chiedersi che cosa è realmente stato fatto per prevenirlo. Da anni i climatologi australiani producono prove inascoltate del cambiamento del clima e dei suoi effetti sul paese. Al tempo stesso occorrerà rivedere il modo di progettare l’edilizia residenziale: i muri in cartongesso installati ai piani terra lasceranno posto a tramezzi in muratura, che rilasciano molto più in fretta l’acqua. È impossibile progettare un edificio totalmente immune da incendi, alluvioni, cicloni e terremoti. Sarà dunque necessario investire su tipologie costruttive che si addatino a un ripristino più rapido. Al contrario, se le autorità si limiteranno a proibire ogni edificazione lungo la linea dell’alluvione per i prossimi cinque anni, per poi allentare progressivamente i divieti, tutto sarà stato fatto invano.

Autore

  • Giuseppe Vestrucci

    Nato a Forlì nel 1977, completa i suoi studi presso l'Università di Firenze nel 2004 con una laurea magistrale in Architettura. La sua educazione professionale si fonda sulla progettazione su media e grande scala, con specializzazione in commercial high-rise e grandi infrastrutture per aviazione e trasporto. Dopo la laurea si trasferisce a Londra, dove collabora con Claudio Silvestrin Architects. Rientrato in Italia nel 2005, lavora presso Antonio Citterio & Partners a Milano. In seguito collabora a Roma con Fuksas Associates, come project architect. Dal 2010 vive a Perth, dove ha lavorato per Hassell e Woods Bagot in qualità di senior project architect.

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Last modified: 10 Luglio 2015