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Written by: Patrimonio

Quale futuro per Sant’Agostino in Vicopelago?

Quale futuro per Sant’Agostino in Vicopelago?

Nuovi scenari per monasteri e conventi in via d’abbandono nella summer school “Strategic partnership for the reuse and social valorization of dismissed cultural heritage of religious communities”

 

LUCCA. Dal 25 luglio al 3 agosto l’ex monastero agostiniano di Vicopelago ospita la summer school “Strategic partnership for the reuse and social valorization of dismissed cultural heritage of religious communities”. L’iniziativa affronta un tema di grande attualità: il riuso e la valorizzazione di beni appartenuti a comunità religiose, che oggi versano in stato di abbandono. La summer school è parte integrante del progetto europeo LED2LEAP (Landscape Education for Democracy towards Learning Empowerment Agency Partnership), che coinvolge diverse università e istituzioni internazionali, con lo scopo di avvicinare gli studenti alla progettazione “democratica” del territorio.

Oltre 30 studenti da tutto il mondo si riuniscono a Lucca per prendere parte ad un’esperienza intensiva all’interno delle mura del monastero che, per una decina di giorni, diventa un laboratorio sperimentale di progettazione partecipata. Guidati da professori universitari ed esperti, gli studenti, la comunità locale, le istituzioni, gli enti e le organizzazioni no profit del territorio lucchese sono invitati a (ri)scoprire le potenzialità e le criticità di questo luogo e ad immaginare un futuro possibile, e quindi sostenibile, per Sant’Agostino in Vicopelago.

Oltre ad attività seminariali e visite guidate sul territorio, con la partecipazione dell’Associazione Ville e Palazzi Lucchesi ed alcune istituzioni religiose locali, il programma prevede una conferenza inaugurale, cui hanno preso parte ospiti di grande rilevanza, come Thomas Coomans (KU Leuven), Gianmario Guidarelli (Università di Padova) e rappresentanti del centro studi fiammingo sull’arte e l’architettura religiosa Parcum, oltre ad esperti di rigenerazione urbana, come i membri dell’associazione Spazi indecisi.

 

Il lavoro sul monastero di Vicopelago

Il lavoro seminariale costituisce un’occasione per riflettere su un tema che tocca sempre più molte realtà territoriali italiane ed europee. Infatti, stime recenti mostrano che, nei prossimi dieci anni, il 65% delle comunità claustrali in Italia sarà costretta a chiudere monasteri e conventi e trovare nuove modalità di gestione delle loro antiche sedi. Si tratta spesso di luoghi di notevole valore artistico e culturale, in cui per secoli si sono sedimentate tradizioni e memorie collettive. Ma simili dati possono essere applicati a tutto il mondo occidentale, come è emerso in un recente convegno promosso dal Pontificio consiglio della cultura: il mondo monastico sta attraversando un momento di profonda crisi, che non tocca soltanto le comunità religiose.

Le chiusure rappresentano senz’altro un momento di rottura per le famiglie religiose che vi hanno vissuto per secoli, ma la loro eredità culturale resta viva anche nella società contemporanea. È quindi evidente che non sia auspicabile “cancellare la complessità di significati che un monastero è in grado di raccogliere, trasformandolo in un semplice contenitore in cui inserire nuove funzioni”, come afferma Coomans.

Ma è possibile attribuire a monasteri e conventi nuove funzioni, conservando lo spirito del luogo? Come creare consapevolezza nell’opinione pubblica? Chi può farsi protagonista di eventuali processi di riuso e riappropriazione? In breve: quale futuro si può immaginare per monasteri e conventi?

Queste sono soltanto alcune delle domande cui i partecipanti della summer school cercano di rispondere, partendo dal presupposto che la progettazione partecipata assume, per questi beni, un ruolo assolutamente centrale. Infatti, non si può immaginare un processo di rivitalizzazione sostenibile senza la collaborazione della collettività, religiosa e laica. Soltanto con la partecipazione e la democrazia si può sperare in una riappropriazione pubblica di questi luoghi, che li restituisca alla comunità senza distruggere i loro valori sociali, storici e culturali.

 

L’iniziativa, co-promossa da IMT-Scuola Alti Studi Lucca, dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e dal Centro Studi Ghirardacci, accoglie rappresentanti dell’Università di Nürtingen (Germania), della Swedish University of Agricultural Sciences (Uppsala, Svezia), della Hungarian University of Agriculture and Life Sciences (Budapest, Ungheria), dell’Università di Bologna, del Le:Notre Institute (Wageningen, Paesi Bassi) e dell’University of Maryland (College Park, Maryland).

L’organizzazione della summer school è stata resa possibile dal supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, con la collaborazione della Fondazione Flaminia di Ravenna, di CONvictUS, lo studentato di Lucca, il Monastero delle Monache Agostiniane del Corpus Domini di Cento (FE) e il Giornale dell’Architettura. È patrocinata da: Ufficio Nazionale per I Beni culturali Ecclesiastici e l’edilizia di Culto della CEI – Conferenza Episcopale Italiana; Pontificio Consiglio della Cultura della Santa Sede; Provincia di Lucca, Città Di Lucca; Arcidiocesi di Lucca; Federazione Architetti Pianificatori Paesaggisti Toscani; Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti di Lucca; Arciconfraternita di misericordia di Lucca; Fondazione Giacomo Puccini; Fondazione Casa Lucca; Associazione Ville e Palazzi Lucchesi; Consorzio Lucchese Bus

Immagine di copertina: ex monastero agostiniano di Vicopelago (Lucca, © Elena Franco)

 

Autore

  • Lorenzo Fecchio e Lia Marchi

    Lorenzo Fecchio è laureato in Architettura presso l'Università di Firenze, è dottorando in Architettura, storia e progetto presso il Politecnico di Torino. Svolge ricerche nell’ambito della storia dell’architettura in età moderna. Lia Marchi, architetto e Dottore di ricerca, è assegnista di ricerca, professoressa a contratto e tutor didattico presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna. I suoi interessi di ricerca nell’ambito dell’architettura sostenibile spaziano dall’integrazione paesistico-ambientale di siti industriali, ai protocolli di certificazione della sostenibilità degli edifici, fino alle modalità di interazione tra utenti e componenti dell’edificio. Dal 2020 è LEED Green Associate®

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Last modified: 26 Luglio 2022