Docente statunitense, co-fondatore della rivista «The Architect’s Newspaper», studioso dell’architettura radicale
L’11 aprile è mancato a 72 anni Bill Menking, amico prima che editore e direttore della sua creatura «The Architect’s Newspaper», dopo una lunga lotta contro il cancro, come scrive Matt Shaw nell’editoriale sulla sua rivista. Nel 2006 insieme a Filippo Romano eravamo in viaggio verso Arcosanti quando, nell’intermezzo newyorchese, mi ha presentato Bill. Fin dall’inizio ho potuto apprezzarne la generosità e l’umanità, ogni volta che c’incontravamo a New York o a Venezia (nella foto di copertina, © Jonathan Massey). Quando ero ospite di Bill a Tribeca, si chiacchierava di America ma soprattutto di architettura radicale. Lui aveva scritto con Peter Lang il primo libro sui Superstudio, pubblicato nel 2003 per Skira, aprendo la strada ad altre ricerche, compresa quella del sottoscritto. Dalle parole di Bill si percepiva ancora intatto il suo amore per la Toscana e Firenze, quando trent’anni prima aveva conosciuto Superstudio, UFO, Archizoom, Pettena…
Docente alla Scuola di Architettura del Pratt Institute di New York, era persona di grande umanità, aperta al confronto con gli altri. Tuttavia il suo contributo alla critica dell’architettura non è avvenuto solo con la rivista «The Architect’s Newspaper», bensì con la sua partecipazione all’attività dello spazio no profit Storefront for Art and Architecture, di cui era un sostenitore. Nel 2008 Menking fu nominato curatore del Padiglione americano alla Biennale veneziana. Era ancora presidente George W. Bush e, poco prima che nel novembre Barack Obama vincesse le elezioni, Bill aveva già impostato il padiglione anticipando i temi del “yes we can”. All’ingresso del padiglione, un diaframma di tela con impressa un’immagine della recinzione tra Messico e U.S.A. accoglieva i visitatori, a rimarcare la sua volontà a far riflettere su una questione ancora oggi irrisolta. Nel 2010, insieme ad Aaron Levy, aveva pubblicato con l’Architectural Association il libro Architecture on display: on the history of Venice Biennale of Architecture. Il libro raccoglieva una serie d’interviste ai direttori delle biennali, dal 1975 al 2010 (Vittorio Gregotti, Paolo Portoghesi, Francesco Dal Co, Hans Hollein, Massimiliano Fuksas, Deyan Sudjic, Kurt W, Forster, Richard Burdett, Aaron Betsky, Kazuyo Sejima e al presidente Paolo Baratta) con lo scopo d’indagare il cambiamento dell’allestimento e quindi del rapporto tra mostra-contenuto-spettatore.
Per Menking, fare critica significava considerare tutti i punti di vista, dimostrando un’onestà intellettuale nel presentare i temi. Anche nell’ultima controversa polemica sulla chiusura della School of Architecture at Taliesin, «The Architect’s Newspaper» aveva rappresentato tutte le posizioni in campo (dalla Frank Lloyd Wright Foundation alla The School of Architecture at Taliesin, dagli studenti ai professori), senza far sentire il punto di vista della rivista. Un modo di fare critica a cui noi siamo poco avvezzi, ma che consente di formarsi un’opinione sui fatti in modo chiaro e inequivocabile. Questa sua attitudine e schiettezza nell’affrontare le questioni sono l’eredità che ci lascia questo grande uomo californiano “radicale”!
Testo adattato; versione integrale su archphoto.it
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riviste , stati uniti
Last modified: 14 Aprile 2020