Il Building Information Modeling a servizio di una progettazione integrata e multidisciplinare che garantisce l’ottimizzazione delle scelte
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Le principali certificazioni ambientali definiscono non solo la qualità del prodotto da costruzione, ma anche la valutazione del ciclo vita e l’impatto ambientale in termini di produzione, trasporto, uso, riuso o riciclo e smaltimento. Ma quali sono le differenze?
Il sistema di valutazione attualmente in vigore in Italia e descritto nel Decreto Criteri ambientali minimi (CAM) per l’Affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici (approvato con DM 11 ottobre 2017, in G.U. n. 259 del 6 novembre 2017), suddivide le certificazioni in tre tipologie principali:
– Tipo III – Dichiarazioni ambientali (UNI EN ISO 14025), come la certificazione EPD che descrive l’impatto ambientale del prodotto nell’intero ciclo vita.Oltre a quelle singole di prodotto, esistono certificazioni ambientali che qualificano l’intero edificio come unico organismo (contesto-edificio-impianti) e ne valutano l’impronta ambientale e la sostenibilità globale quali ad esempio Certificazione LEED, BREEAM, ITACA. Queste pongono livelli minimi prestazionali energetico ambientali, sia in merito agli aspetti progettuali che realizzativi. La scelta di prodotti certificati è però parte integrante di questi sistemi di valutazione, che considerano il Life Cycle Assessment nella sua interezza. La sostenibilità non è infatti valutabile attraverso soluzioni puntuali: dall’insieme al dettaglio, tutto entra in gioco.
Il BIM ancora una volta dimostra le sue potenzialità attraverso l’impostazione parametrica che ne determina la flessibilità d’uso all’interno di un ambito segnato da scelte complesse. Software specialistici, simulazioni energetiche, acustiche, illuminotecniche, trovano la loro sintesi in questa tecnologia, che permette l’integrazione delle informazioni fino al massimo dettaglio del singolo elemento inserito, della singola vite o bullone. La scheda tecnica, il certificato, non restano fogli allegati a bolle di trasporto, ma contenuto all’interno del modello BIM. Questo si fa smart, user friendly con i suoi visualizzatori, sintetico e completo. L’uso stesso di questi applicativi software è certificato. La competenza, acquisita con esperienza e studio è suddivisa per livelli e per ruoli: il BIM Modeler, il BIM Coordinator, il BIM Manager sono definizioni ormai parte integrante di realtà che testimoniano il salto generazionale nel mondo della progettazione.
Chi è ATIproject
Dal 2011, ATIproject lavora nel campo dell’architettura e dell’ingegneria, promuovendo un’edilizia ecocompatibile e a impatto zero. È una realtà internazionale, dinamica e in crescita, che conta circa 200 collaboratori, distribuiti in 6 sedi, di cui 2 in Italia (Pisa e Milano), e 4 all’estero (Belgrado, Odense, Parigi e Ginevra), specializzata in servizi di progettazione integrata che sviluppa in ambiente BIM i settori disciplinari del design architettonico, Mep e strutturale, a tutti i livelli di approfondimento progettuale. L’interdipendenza degli ambiti e l’approccio sinergico adottato, garantiscono il valore aggiunto e le conoscenze che caratterizzano il ventaglio dei servizi offerti. Settori di punta sono il Tender Management di appalti pubblici e privati e il Project Management delle fasi progettuali e realizzative. Strumenti avanzati per la gestione e l’analisi delle varie tipologie di commesse concorrono all’ottimizzazione delle risorse impiegate, aumentando le capacità previsionali e incidendo in modo sostanziale sulle aggiudicazioni dei bandi: nel complesso, oltre 250 appalti vinti, per un totale di 1,5 miliardi di euro e percentuali di aggiudicazione superiori al 40%. L’investimento dei clienti ne ha permesso il consolidamento a livello di partnership, con riflessi evidenti sull’evoluzione dell’azienda.
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ATIproject , BIM , Dalle Aziende
Last modified: 16 Marzo 2020