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Elena FrancoWritten by: Reviews

Paesaggio, Verbania chiama Barcellona

Paesaggio, Verbania chiama Barcellona

Una mostra multimediale presso il Museo del Paesaggio di Verbania raccoglie i progetti in concorso alla decima Biennale internazionale del Paesaggio di Barcellona

 

VERBANIA. Il Museo del Paesaggio è un’istituzione culturale profondamente legata al territorio del Lago Maggiore e delle sue valli retrostanti. La sede espositiva principale del Museo è Palazzo Viani Dugnani – a Verbania Pallanza – che ospita la Gipsoteca Troubetzkoy, la collezione di scultura, la Pinacoteca e le mostre temporanee. Vi sono poi altre due sedi: casa Elide Ceretti a Intra, e la sede di Ornavasso che ospita la collezione di archeologia. Sin dalla sua fondazione, nel 1931, l’istituzione locale si è aperta a relazioni internazionali, favorite anche dall’attrattività che il Lago Maggiore ha esercitato, almeno da fine Ottocento, quale luogo di villeggiatura e, spesso, quale buon ritiro di artisti e studiosi. Ecco perché il Museo, sino al 6 gennaio 2019, ospita proprio a Palazzo Viani Dugnani una mostra multimediale che raccoglie tutti i progetti presentati in concorso alla decima edizione della Biennale internazionale del Paesaggio di Barcellona.

La Biennale di Barcellona è stata riconosciuta negli anni come un punto di riferimento essenziale nel campo dell’architettura del paesaggio. Quest’anno il symposium della Biennale si è svolto a Barcellona dal 26 al 29 settembre, radunando un pubblico di architetti, professionisti, accademici e studenti. Le tre giornate di dibattiti, tavole rotonde e mostre hanno saputo tracciare l’evoluzione della disciplina a livello globale, grazie anche all’internazionalizzazione del Premio Rosa Barba, che raccoglie le candidature di progetti paesaggistici realizzati in tutto il mondo.

A vent’anni dal suo debutto, la progettazione del paesaggio diventa chiave di lettura e strumento di azione per le sfide della società. I paesaggi di domani saranno il luogo dell’apertura, della partecipazione, della bellezza e della sostenibilità come si era immaginato? Il cambiamento climatico, la proliferazione dell’intolleranza e la vulnerabilità delle persone attaccate in luoghi pubblici spingerebbero a fortificare le città nel nome della sicurezza, progettando paesaggi difensivi in nome di politiche difensive. Questo non dev’essere però il momento della paralisi: il tema della Biennale – in assonanza anche con il tema della XVI Biennale di Architettura di Venezia appena conclusasi – invita ognuno ad agire, ad attivarsi per plasmare gli habitat futuri, impersonando simultaneamente ruoli sociali, ecologici e politici.

Il pubblico del Museo del Paesaggio ha dunque l’occasione di avvicinarsi a una selezione d’installazioni e progetti di respiro internazionale. Il percorso si dipana tra le sale del Museo attraverso sei tappe di scoperta dei progetti tramite diverse slideshow: complessivamente i visitatori possono ammirare 223 opere selezionate in quattro diversi ambiti – articolazione, transazione, rigenerazione e intersezione – oltre alla raccolta dei progetti inviati dagli studenti di 68 università internazionali; sono poi esposti i progetti dei 10 finalisti di quest’ultima edizione.

Per ciò che concerne il percorso dell’allestimento proposto, si arriva alle sale dedicate alla mostra temporanea passando per il piano terra del Museo, che ospita la Gipsoteca Troubetzkoy e attraversando gli spazi, al primo piano, dedicati alla Pinacoteca con opere – fra gli altri – di Daniele Ranzoni, Luigi Litta, Federico Ashton, Eugenio Gignous, Mario Tozzi. L’immersione nel paesaggio di concezione tardo ottocentesca e nell’opera di un artista come Paolo Troubetzkoy (1866-1938), inserito nel contesto artistico internazionale a cavallo tra Ottocento e primo Novecento, impongono un tempo di scoperta lento e ritmato dalla contemplazione di opere d’arte, con l’aiuto di fotografie storiche e brevi testi.

Varcare la soglia delle sale dedicate alla Biennale del Paesaggio impone, invece, un cambio di ritmo repentino dove si susseguono immagini, suoni e un’esplosione di informazioni forse esagerata per essere fruita sotto forma di mostra. L’unica nota un po’ stonata di un’operazione sicuramente interessante e che, insieme alla proposta degli incontri collaterali all’esposizione, ci auguriamo venga perseguita anche in futuro nella programmazione culturale del Museo.

Immagine di copertina: l’allestimento della mostra a Palazzo Viani Dugnani (© Elena Franco)

 

La Biennale internazionale del Paesaggio di Barcellona al Museo del Paesaggio

Dal 17/11/2018 al 06/01/2019
Palazzo Viani Dugnani, Verbania

Autore

  • Elena Franco

    Nata a Torino (1973), è architetta e si occupa di valorizzazione urbana e del territorio. Della sua formazione in restauro al Politecnico di Torino conserva la capacità di leggere gli edifici e comprenderne le trasformazioni, anche grazie alla ricerca storica. E’ autrice di articoli e saggi sul tema della rivitalizzazione urbana e partecipa a convegni e workshop in Italia e all’estero, in particolare in materia di town centre management e place management. La fotografia – di documentazione e ricerca – occupa gran parte della sua attività e viene spesso utilizzata nei suoi progetti, anche a supporto del lavoro di costruzione dell’identità locale e di percorsi di messa in rete di potenzialità territoriali. Da gennaio 2016 è direttrice della Fondazione Arte Nova, per la valorizzazione della cultura Liberty e Art Nouveau. Fra le sue pubblicazioni: "La rinascita dell'ex ospedale di Sant'Andrea a Vercelli" (2016), "Hospitalia. O sul significato della cura" (2017)

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Last modified: 28 Novembre 2018