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Luca GibelloWritten by: Reviews

5 anni di MAXXI, un bilancio guardando avanti

5 anni di MAXXI, un bilancio guardando avanti

Presentata la programmazione 2018 e i numeri del periodo 2013-2017 dal team di direzione e gestione, riconfermato dal MiBACT al vertice del Museo nazionale delle arti del XXI secolo

 

ROMA. «Dobbiamo proseguire nella vulcanica esplosione di energia perchè questo luogo sia sempre creativo, pubblico e democratico». Così ha esordito, nell’affollata conferenza stampa del 25 gennaio scorso, il direttore artistico del MAXXI Hou Hanru. Un’energia che, magari enigmatica, traspare nelle sale lì accanto, dove, nel più rigoroso total dark, fino al 29 aprile è allestita la mostra “Gravity. Immaginare l’universo dopo Einstein”.

Al di là dei numeri (in 5 anni, 114 mostre, 1.740.000 visitatori – di cui 430.000 nel 2017, più che raddoppiati rispetto al 2012 -, 1.841 eventi culturali, 2.472 attività educative, 168 nuove acquisizioni), Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI, appena riconfermata dal MiBACT ai vertici dell’istituzione di gestione per un altro quinquennio, ha tenuto a sottolineare l’impatto sociale del Museo, con la sua offerta culturale complessiva e articolata in vari ambiti, con la politica della gratuità di molte iniziative che ha comunque comportato un aumento degli ingressi paganti. E in effetti, che il MAXXI sia entrato come luogo vissuto nella geografia urbana ordinaria dei romani è dimostrato da quanti – soprattutto giovani – ne affollano gli spazi comuni, interni ed esterni, durante la giornata.

Alla domanda circa il gradimento dell’offerta culturale architettonica rispetto a quella artistica più generale, Melandri ha risposto che non è possibile quantificare, non essendoci biglietti dedicati alle singole rassegne. Tuttavia, secondo lei, nel quinquennio passato i riscontri sono stati particolarmente positivi per le mostre su Le Corbusier, sulle case giapponesi, sugli “architetti in uniforme” e su Zaha Hadid in Italia – quest’ultima, tra le più visitate in assoluto all’interno dell’edificio progettato dalla stessa architetta anglo-irachena.

Nel 2018, tra le dieci mostre in programma, da segnalare l’immancabile omaggio a Bruno Zevi nei cent’anni della nascita; la finestra sulla scena artistica e sulle dinamiche urbane in Africa; la lettura di Nanda Vigo, ispirata a Paolo Soleri, dagli archivi del MAXXI Architettura; la settima edizione di YAP MAXXI in collaborazione con il MoMA; la strada come laboratorio di sperimentazione; il percorso sulle origini del postmodernismo, a partire dalla vicenda della Via Novissima per la prima Biennale veneziana del 1980, grazie ai materiali dell’archivio di Paolo Portoghesi, acquisito dal Museo proprio quest’anno.

E ancora, va ricordato l’allargamento extra moenia. Da un lato, grazie alla Legge di stabilità che ha stanziato 1 milione di euro l’anno fino al 2024, il MAXXI si prepara a varare una sua sede decentrata: all’Aquila, nel settecentesco palazzo Ardinghelli, in corso di restauro nel centro storico abruzzese a cura del MiBACT, grazie a un cospicuo stanziamento della Federazione russa. Inaugurazione prevista, tra un anno. Inoltre, la stessa L’Aquila, per quanto riguarda la sua ricostruzione post-sismica, sarà oggetto di un reportage fotografico di Paolo Pellegrin. Dall’altro, l’apertura riguarda la crescita delle collaborazioni soprattutto internazionali, dopo che, dal 2013, sono state 26 le mostre prodotte o coprodotte, esposte in altre sedi italiane o estere. Quest’anno, in particolare, sarà la volta del Mediterraneo e del Medio Oriente, con Tunisi e Beirut.

Infine, la direttrice del MAXXI Architettura Margherita Guccione, attenta al problema di una veicolazione dei contenuti che non sia appannaggio dei soli addetti ai lavori, ha sottolineato l’importanza dei programmi per attività formative legate alle professioni museali e ai progetti culturali in genere, come occasione di crescita identitaria (Programma MAXXI Know How e Progetto CCC – Città Come Cultura, giunti entrambi alla seconda edizione).

 

5 anni al MAXXI (video ufficiale)

Immagine di copertina: Zaha Hadid, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma 2009 (foto Francesco Radino, courtesy Fondazione MAXXI)

 

(fonte: MAXXI)

SELEZIONE DALLE MOSTRE DEL 2018

COLLEZIONE PERMANENTE | THE PLACE TO BE

L’anima del MAXXI è la sua collezione. Il suo nuovo allestimento, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Margherita Guccione, The Place to Be, è stato inaugurato lo corso maggio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, nel 2018, continuerà a cambiare, a rinnovarsi e arricchirsi già a partire da febbraio, con i lavori di Paola Pivi e Rashid Johnson e con focus su artisti e architetti. Il percorso inizia dalla piazza e si estende all’interno, in tutto il piano terra e in parte del primo piano con opere e installazioni esposte a rotazione, donazioni, comodati, prestiti. Nella piazza Elisabetta Benassi, Mircea Cantor, Ugo Rondinone, Maurizio Nannucci, Massimo Grimaldi, Pedro Cabrita Reys. Al livello 0 l’archivio Incontri Internazionali d’Arte e in galleria 1, 60 opere e progetti di arte, architettura e fotografia: Sol Lewitt, Carl Andre, Vincenzo Agnetti, Tomás Saraceno, Mario Merz, Kara Walker, Gilbert & George, Gianfranco Baruchello, Bruna Esposito, Luca Maria Patella, Letizia Battaglia, Elisabetta Catalano, Helmut Newton, William Kentridge, Dominique Perrault, Gae Aulenti, Álvaro Siza, Sergio Musmeci e Pierluigi Nervi. In galleria 2 e in sala Gian Ferrari (con biglietto), si alternano focus su artisti in collezione.

 

febbraioPROGETTO ALCANTARA – MAXXI | STUDIO VISIT
Nanda Vigo. Arch/arcology (a cura di Domitilla Dardi)

Ricerca e sperimentazione sono le parole chiave della consolidata partnership tra MAXXI e ALCANTARA che, nata nel 2011, da quest’anno si rinnova anche nei contenuti. Le mostre diventano infatti monografiche e ogni anno un designer affermato verrà invitato a interpretare la collezione di architettura del museo. Si comincia con Nanda Vigo, scelta per le sue capacità di ricerca e progettazione di interni che, partendo dall’analisi degli archivi del MAXXI Architettura, allestirà uno spazio in cui i visitatori potranno entrare e muoversi, un luogo dove mettere in mostra il risultato della sua interpretazione. Per il pubblico sarà un’occasione unica di entrare nel vivo della lettura critica di un autore che tributa un personale omaggio a un maestro del passato.

 

marzo > maggioFOCUS COLLEZIONE ARCHITETTURA/ DISEGNO ERGO PROGETTO_NUOVE ACQUISIZIONI

Con questo focus il MAXXI Architettura inaugura un’inedita linea di indagine, per aprire un dibattito attraverso i nuovi fondi che entrano in collezione, qui esposti per la prima volta: può il segno/disegno costituire l’alfabeto della costruzione architettonica, la trama del tessuto con cui intessere il progetto, il terreno fertile in cui far crescere le idee di spazio? La varietà dei modi di arrivare all’architettura tramite il disegno viene illustrata dai lavori di Luigi Pellegrin, Alvaro Siza, Franz Prati, Dario Passi, Aldo Rossi, Umberto Riva, Yona Friedman solo per citarne alcuni.

 

aprile > settembreGLI ARCHITETTI DI ZEVISTORIA E CONTRO STORIA DELL’ARCHITETTURA ITALIANA 1944-2000 (a cura di Pippo Ciorra, Jean-Louis Cohen)

Lo spessore politico, etico e di attivista civile di Bruno Zevi è quello di un critico che attraverso le sue scelte “estetiche” cerca di contribuire alla costruzione del gusto di una nazione democratica e proiettata al futuro. Il suo lavoro, insieme a quello dei progettisti che sosteneva, pubblicava, o con i quali polemizzava,è protagonista della mostra realizzata in collaborazione con la Fondazione Bruno Zevi in occasione del centenario della sua nascita. La mostra rappresenta sia un punto di vista inedito sull’architettura italiana dal dopoguerra alla fine del XX secolo, capace di “riscoprire” progettisti di straordinaria creatività, sia l’occasione per dare spazio alla grande produzione critica e saggistica di Zevi, alla sua passione politica e sociale, alla sua presenza nella storia civile del paese. In mostra disegni, plastici e materiali visivi di autori come Ignazio Gardella, Figini e Pollini, Franco Albini, BBPR, Giancarlo De Carlo, Renzo Piano, Luigi Cosenza, Pier Luigi Nervi, Luigi Pellegrin, Piero Sartogo, Carlo Scarpa e molti altri.

 

giugno > ottobreAFRICAN MĒTRÓPOLISUNA CITTÀ IMMAGINARIA (a cura di Simon Njami, Elena Motisi)

In occasione della seconda Conferenza Italia Africa prevista per il 2018, il MAXXI dedica una grande mostra al continente africano per offrire una panoramica approfondita sulla sua scena artistica e culturale. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, presenta i lavori di circa 40 artisti (tra cui El Anatsui, François-Xavier Gbré, Adboulaye Konaté, Mimi Cherono C. Ng’ok, Antoine Tempé, Amina Zoubir) che riflettono sulle grandi trasformazioni sociali ed economiche in atto. L’allestimento è ispirato a una metropoli contemporanea: una struttura complessa in cui lo spazio urbano è visto come luogo di incontro tra culture e comunità diverse, in cui tradizione e contemporaneità dialogano. La mostra prevede anche un progetto di committenza con la produzione di nuove opere e progetti site specific. Tra gli artisti coinvolti: Joel Andrianomearisoa, Sammy Baloji, Bill Bidjorka, Meschac Gaba; Hassn Hajjaj, Youssef Limoud, Ato Malinda.

 

giugno > ottobreROAD TO JUSTICE (a cura di Anne Palopoli)

Il programma dedicato all’arte africana in occasione della seconda Conferenza Italia-Africa comprende anche questo progetto sperimentale in cui opere della collezione del MAXXI dialogano con altre scelte per testimoniare le criticità della società africana e la ricerca di possibili soluzioni. Stiamo assistendo al crescere delle disuguaglianze, della povertà, della precarietà che porta, non solo in Africa ma in tutto il mondo, a inevitabili condizioni di schiavitù politico-economica. Nella storia africana deportazioni, colonizzazioni, alterazioni di equilibri politici, religiosi, sociali nel nome di una presunta “superiorità bianca” ha depauperato territori e popoli. La mostra racconta questo trauma attraverso le opere di artisti contemporanei, e se sia possibile immaginare una sua ricomposizione.

 

giugno > ottobreYAP MAXXI 2018 E FUTURE ARCHITECTURE PLATFORM (a cura di Pippo Ciorra)

Realizzata in collaborazione con il MoMA/MoMA PS1 di New York, Constructo di Santiago del Cile, Istanbul Modern e MMCA di Seul, YAP – Young Architects Program è un progetto per promuovere progettisti giovani e innovativi e per sottolineare la natura pubblica dello spazio en plen air dei musei. Ogni edizione vede la scelta di cinque finalisti chiamati a progettare sulla piazza del museo un’installazione temporanea che accolga gli eventi del programma estivo. Giunta alla sua VII edizione italiana, YAP MAXXI quest’anno si fonde con l’attività della piattaforma europea Future Architecture Platform, programma per la promozione dei talenti in architettura che coinvolge 18 istituzioni europee. I finalisti di YAP MAXXI 2018 saranno scelti tra le candidature presentate durante l’open call lanciata dalla piattaforma FAP, e saranno protagonisti della mostra che racconta YAP attraverso le immagini e i modelli dei progetti vincitori e finalisti di tutte le sedi coinvolte.

 

da novembrePAOLO PELLEGRIN (a cura di Germano Celant)

Dopo la mostra dedicata a Letizia Battaglia, il museo prosegue l’indagine sulla “scuola italiana” di fotogiornalismo con la monografica dedicata a Paolo Pellegrin (1964). Membro dell’agenzia Magnum dal 2005, testimone con i suoi reportage di guerre ed emergenze umanitarie in tutto il mondo, Pellegrin è uno dei più importanti fotoreporter internazionali. Dall’immigrazione alle guerre in Afghanistan e Iraq, dall’Aids ai riti voodoo e il terrorismo, dal racconto della frontiera tra Stati Uniti e Messico alla Palestina e il Kosovo, la mostra, in occasione della quale Pellegrin realizzerà una committenza fotografica su L’Aquila, restituisce un ritratto del fotografo non solo come testimone del nostro tempo, ma anche come autore. Le sue immagini diventano infatti metafora della condizione umana, simbolo del conflitto tra gli uomini, e del fragile equilibrio tra potere, controllo e libertà.

 

da dicembreTHE STREETPERCORSI DI INCONTRO, CREAZIONE E RESISTENZA (a cura di Hou Hanru, Elena Motisi)

È il momento di tornare in strada: la vita urbana dovrebbe coincidere con la vita pubblica e la strada è il luogo in cui tutto avviene. The Street presenta la strada come principale laboratorio per artisti, architetti, creativi, ma anche come luogo di condivisione e sperimentazione in cui emerge il rapporto con le nuove tecnologie. Opere d’arte, progetti di architettura, fotografie, performance, interventi site specific e video accolgono il visitatore in un allestimento che suggerisce una strada lunga decine di metri. Grandi istallazioni accompagnano alla scoperta di una strada spesso nascosta in cui le affissioni sono presentate come arte accessibile al pubblico di massa e gli spazi nascosti prendono voce. La strada è analizzata come manifesto in continua mutazione della vita contemporanea, elemento di connessione ma anche di rottura, scenario delle esperienze del quotidiano come i festival di strada, i cinema estemporanei o lo street food. Una tappa chiave per il MAXXI concepito in origine come istituzione che, come un sistema nodale di strade, connettesse quartieri diversi.

 

da dicembreFOCUS COLLEZIONE ARCHITETTURA/ LA VIA NOVISSIMA. UN PERCORSO ALLE ORIGINI DEL POST-MODERN

Venezia 1980, prima edizione della Biennale di Architettura, apertura al pubblico delle Corderie dell’Arsenale. Il direttore Paolo Portoghesi inaugura l’installazione Strada Novissima, dando il via alla discussione internazionale sul postmoderno. Un percorso di 70 metri, dieci facciate di case per lato, a grandezza naturale, progettate da altrettanti architetti tra cui Frank O. Gehry, Rem Koolhaas, Hans Hollein, Franco Purini, Arata Isozaki, Robert Venturi, Ricardo Bofill. In coincidenza della grande mostra The Street, il MAXXI propone una riflessione su un momento cruciale della storia dell’architettura del Novecento: una strada, la Via Novissima, diventa immagine concreta di un diverso modo di pensare l’architettura superando definitivamente i dogmi del Movimento Moderno. Questa vicenda, allora ideata e realizzata da Paolo Portoghesi, viene raccontata a quasi quarant’anni di distanza nella sala del centro archivi, a partire proprio da un’indagine all’interno dell’archivio di Portoghesi, recentemente acquisito.

 

PROGETTI SPECIALI 2018

gennaio > dicembreTHE INDEPENDENT (a cura di Giulia Ferracci, Elena Motisi)

Architetti, artisti, sociologi, attivisti, urbanisti: a partire dal 2015, il progetto di ricerca The Independent, incentrato sull’identificazione e promozione degli spazi e del pensiero indipendente, ha portato al MAXXI le idee e i progetti di gruppi e organizzazioni nazionali e internazionali, ampliando i confini delle istituzioni museali, elaborando strategie per agire nella contemporaneità. Il museo mette a disposizione di ogni gruppo invitato uno spazio fisico e uno virtuale tramite cui presentare la propria attività: il sito internet www.theindependentproject.it diventato negli anni una mappatura delle realtà autonome, ad oggi, sono stati censiti 105 gruppi, di cui 15 hanno presentato al MAXXI le loro idee e proposte. Dal 2016, il progetto si è arricchito del giornale online Garibaldi, dedicato di volta in volta a un tema o un contesto geografico delle realtà indipendenti. Nel 2018 la ricerca prosegue in partnership con ArtVerona e Nesxt Torino. Quest’anno i protagonisti saranno la piattaforma MoRE (www.moremuseum.org), un museo virtuale di opere mai realizzate (marzo – luglio 2018) e NESXT Torino (www.nesxt.org), che promuove un festival annuale sui centri di produzione indipendente (da luglio 2018).

 

PROGRAMMA MAXXI KNOW-HOW

Programma di alta formazione del MAXXI proposto nella seconda edizione, dopo il successo di partecipazione del primo anno. Produrre cultura è un’arte che noi del MAXXI curiamo ogni giorno, sperimentando nuovi strumenti e competenze e allargando i confini e i territori interdisciplinari. A chi ha l’ambizione di disegnare l’offerta culturale contemporanea e immaginare quella futura offriamo un programma di corsi di alta formazione. Il Museo è presente sulla scena internazionale sia come istituzione espositiva che come luogo di elaborazione critica. Intende quindi contribuire con i suoi programmi, anche di ricerca e formazione, alla crescita di figure professionali per le quali è richiesta sempre una maggiore competenza: dalla curatela alla didattica museale, dal progetto di allestimento alla comunicazione digitale, dalla conservazione del contemporaneo al marketing culturale, passando per l’editoria e la cura di archivi d’arte e architettura. Lezioni svolte da esperti del settore e casi studio si alterneranno a laboratori per sperimentare praticamente quanto discusso nella fase teorica. Il MAXXI seleziona i partecipanti tra i migliori candidati che rispondono alle open call a ciascun corso con l’obiettivo di creare gruppi multidisciplinari che raccolgano e mettano in rete le competenze che nel mondo del lavoro devono collaborare e produrre insieme cultura.

OGGI AL MUSEO. EDUCARE, APPRENDERE E INTERPRETARE (19 – 24 MARZO 2018 / CALL APERTA FINO AL 22 FEBBRAIO 2018)
Il corso offre una panoramica internazionale sull’educazione museale attraverso il confronto diretto con professionisti che hanno realizzato progetti innovativi per scuole, adolescenti e adulti, fornendo interessanti esempi di best practice da cui trarre ispirazione. Il corso ha, inoltre, l’obiettivo di condividere con i partecipanti la metodologia progettuale del MAXXI Educazione, mostrando loro strategie e strumenti per una progettazione autonoma. Articolato in sei giornate, il corso è suddiviso in due parti: nella prima verranno forniti ai partecipanti materiali e contenuti indispensabili alla progettazione, attraverso case study e incontri di approfondimento; nella seconda parte laboratoriale i partecipanti saranno chiamati a formulare un’ipotesi di progetto educativo per specifici target di pubblico, che ne valuteranno l’efficacia in un confronto finale.

DIGITAL THINK-IN LAB (21-26 MAGGIO 2018 / CALL APERTA DA MARZO)
Digital Think-in lab è un corso pensato come un vero e proprio boot camp: 35 ore full immersion in aula tra lezioni, workshop e approfondimenti. Un corso intensivo dedicato alle competenze digitali in ambito culturale con i principali professionisti del settore in Italia. Si tratta di un corso intensivo di 5 giornate in cui le sessioni di studio, con docenze, testimonianze e focus, si muoveranno parallelamente a quelle operative, per mettere immediatamente in pratica quanto appreso con lavori multidisciplinari. I workshop sui quali i partecipanti si metteranno alla prova saranno basati su brief preparati in partnership con altrettanti importanti istituzioni italiane e quindi incentrati su sfide reali che queste istituzioni si trovano a dover affrontare.

ESPORRE (2-13 LUGLIO 2018 / CALL APERTA DA MAGGIO)
Esporre è un percorso formativo pensato per affrontare e approfondire i processi progettuali e produttivi che concorrono alla realizzazione di una mostra. Un corso intensivo di due settimane tra lezioni frontali e laboratori. Il corso propone di offrire una riflessione e una restituzione articolata dei profili professionali e delle voci che articolano il processo di elaborazione e la realizzazione di una mostra. I docenti invitati ad intervenire saranno qualificati, anche a livello internazionale, nelle discipline coinvolte nell’attività del museo e da tutor esperti, che, nella fase dei laboratori, affiancheranno gli studenti e svilupperanno insieme a loro i progetti di mostra e allestimento assegnati.

NARRARE CON LA FOTOGRAFIA (4-6 OTTOBRE 2018 / CALL APERTA DA LUGLIO)
Narrare con la fotografia è un corso di approfondimento, di cinque giorni, dedicato alla fotografia e al suo utilizzo come strumento di narrazione. Come si costruisce un progetto espositivo o editoriale con le immagini? Come prende forma il racconto storiografico sulla fotografia? Quali sono le strategie per valorizzarla a livello istituzionale e privato? In che modo mostre e festival possono incidere nella sua diffusione? Il corso offre una panoramica trasversale sul mondo della fotografia attraverso il confronto diretto con professionisti, esperienze e realtà differenti: dagli interlocutori pubblici e privati, all’indagine del sistema-mostra e dai festival internazionali, fino alle possibilità narrative offerte dal libro fotografico e dall’editoria.

EDITORIA E MUSEI (NOVEMBRE 2018 / CALL APERTA DA SETTEMBRE)
Il corso intensivo, della durata di 5 giorni, si propone di fornire gli strumenti per realizzare un prodotto editoriale settorialmente connotato (catalogo di una mostra o libro d’artista) attraverso un approccio sia teorico che pratico. Le lezioni frontali, con professionisti del settore, daranno occasione di conoscere in dettaglio le tecniche e le strategie che stanno dietro alla produzione di un libro d’arte. Attraverso esercitazioni e simulazioni, il workshop darà modo ai partecipanti di applicare le conoscenze maturate.

IN ARCHIVIO. CURA E GESTIONE DI ARCHIVI D’ARTE E DI ARCHITETTURA (DICEMBRE 2018 – CALL APERTA DA OTTOBRE)
Come funziona e come deve essere gestito l’Archivio di un Museo? È il tema dei tre giorni intensivi di lezioni in cui si approfondiranno la conservazione, la valorizzazione, la gestione giuridica e materiale, insieme alla documentazione delle opere e del loro processo creativo. Lezioni frontali e workshop serviranno a mettere in luce le possibilità dinamiche degli Archivi museali.

 

NUOVE ACQUISIZIONI 2017

Gli interi archivi di Paolo Portoghesi e dello Studio Passarelli, i modelli di studio di Yona Friedman e quelli per le stazioni della Metropolitana di Napoli, i disegni di Franco Pierluisi e il video di Nina Fisher e Maroan El Sani. E ancora le fotografie di Letizia Battaglia e quelle di Helmut Newton, le opere di Bruna Esposito, Sislej Xhafa, Piero Gilardi, Carl Andre, Gianfranco Baruchello e molti altri.Nel 2017 la collezione di Arte e Architettura del MAXXI si è arricchita di 46 nuove acquisizioni, attraverso produzioni e coproduzioni sostenute dal museo, acquisti e comodati, donazioni di artisti e collezionisti, che confermano il riconoscimento e il prestigio raggiunto dall’istituzione nel corso degli anni. Nel 2017 la collezione Architettura del museo si è arricchita, di oltre 70 modelli, 2 interi archivi, più di 500 disegni e 60 fotografie mentre quella di Arte ha acquisito 40 nuovi lavori tra video, installazioni e opere scultoree o a parete.

ARCHITETTURA14 acquisizioni, che comprendono 73 modelli tra cui quelli di Álvaro Siza, Miralles Tagliabue EMBT, Dominique Perrauld per le stazioni della Metropolitana di Napoli, i modelli di studio di Yona Friedman, quello del Ponte sullo Stretto di Giuseppe Perugini e quelli de La Città del Sole di Roma e del MAST di Bologna di LABICS, 69 fotografie tra cui Via Pindemonte, Ospedale Psichiatrico. Palermo 1983 di Letizia Battaglia e 72 ore a Roma di Helmut Newton, 511 disegni tra cui anche Visioni di Roma di Franco Pierluisi e un grosso corpus di Luigi Pellegrin, i 2 archivi di Paolo Portoghesi e dello Studio Passarelli, le 2 installazioni Freedom of Movement di Nina Fisher e Maroan El Sani e Eve di WEST8 e i 10 progetti di giovani studi di architettura per l’ampliamento della sede dell’Istituto di Cultura Italiano di Parigi

ARTE. 28 acquisizioni che comprendono 40 opere tra video, installazioni, opere scultoree e a parete, tra cui l’installazione Piccolo Sistema (2013) di Gianfranco Baruchello, gli Occhi (2016) di Bruna Esposito, Io son dolce sirena (1984) di Luca Maria Patella, Casa senza titolo (1999) di Sislej Xhafa, The Journey (2016) di Rossella Biscotti, Elica Milano (2005) di Carl Andre, Ipogea (2010) di Piero Gilardi; e ancora Antoni Muntadas Media Sites/ Media Monuments: Roma (2017), Flying Garden/ Air Port City/12SW (2007) di Tomás Saraceno, Going Ali The way (2014) di Rashid Johnson e Mareo Merz (2013) di Elisabetta Benassi.

 

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 31 Gennaio 2018