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Luca GibelloWritten by: Patrimonio

Il Memoriale italiano di Auschwitz in arrivo a Firenze

Il Memoriale italiano di Auschwitz in arrivo a Firenze

Ancora incerto il futuro dell’opera di Lodovico Belgiojoso, Primo Levi, Luigi Nono nel campo di concentramento nazista in Polonia 

 

Torna d’attualità l’annosa questione inerente il Memoriale dei deportati italiani, allestito nel 1980 all’interno del Blocco 21 del campo di concentramento nazista. Da 4 anni l’opera d’arte non è visitabile in quanto da tempo la direzione del luogo di memoria polacco ne ha chiesto la rimozione. Di fronte all’inoperosità del governo italiano per difendere la testimonianza patrimoniale, dal 24 aprile scorso è stato trovato un accordo tra Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, titolare del memoriale), Mibact, Comune di Firenze e Regione Toscana. A inizio settembre il Comune ha confermato l’impegno e la collocazione: lo spazio Ex3 del quartiere Gavinana, area semiperiferica e non troppo valorizzata “destinata a diventare un vero e proprio Polo della Memoria, il cui fulcro sarà appunto il memoriale di Auschwitz e che vedrà anche un percorso museale all’avanguardia con una sezione dedicata al Museo della Resistenza e Liberazione“.

In queste settimane i tecnici italiani dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro (ISCR) si sono recati in Polonia per ottemperare al restauro in loco, smontaggio e imballaggio, mentre a inizio novembre è atteso il trasporto in Italia a cura del Ministero per i beni culturali. “Il Comune di Firenze metterà a disposizione la struttura che ospiterà l’opera e assumerà la direzione dei lavori di trasformazione dell’immobile. La Regione garantirà la valorizzazione culturale del memoriale. L’Aned curerà la progettazione artistica della nuova installazione, assieme all’architetto Belgiojoso figlio del progettista, e le schede, i documenti e il percorso che lo correderanno. Un comitato storico-scientifico presiederà alla ricontestualizzazione del Memoriale, con l’obiettivo di inaugurarlo entro due anni“. Tuttavia, per questioni di bilancio comunale in relazione ai patti di stabilità, dall’ANED ci fanno sapere che difficilmente i lavori allo spazio EX3 si concluderanno prima del Giorno della memoria (27 gennaio) 2018, data auspicabile per rivedere finalmente l’opera allestita.

Ma le polemiche non si placano: in una lettera inviata il 7 settembre al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini da Gherush92 Committee for Human Rights (ECOSOC) si chiedeva ancora di rivedere la scelta e impegnarsi per mantenere in loco la testimonianza, in quanto “Il vero scandalo sarà collocare il Memoriale Italiano, con le parole di Primo Levi, la musica di Luigi Nono, l’architettura  di Lodovico Belgiojoso, le pitture di Pupino Samonà, la regia di Nelo Risi, al fianco del più grande centro commerciale di Firenze con l’inevitabile trasformazione dell’opera da luogo della Memoria a fantoccio della «pop art», contraddicendo lo spirito, l’origine, la finalità dell’opera stessa, snaturandola e svuotandola di senso e contenuto; il vero scandalo sarà trasferire il Memoriale nella periferia di Firenze nell’EX 3 di Gavinana di fianco a grandi magazzini commerciali, luogo che sembrerebbe aver già subito ben due clamorosi fallimenti come sito per ospitare arte contemporanea“.

 

Per_approfondire

Sul Giornale dell’Architettura

Il memoriale dimenticato (di Serena Maffioletti)

Quel maledetto binario 21 (di Cristina Fiordimela)

 

Sul web

Guarda il video sulla vicenda del memoriale 

Autore

  • Luca Gibello

    Nato a Biella (1970), nel 1996 si laurea presso il Politecnico di Torino, dove nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. Ha svolto attività di ricerca sui temi della trasformazione delle aree industriali dismesse in Italia. Presso il Politecnico di Torino e l'Università di Trento ha tenuto corsi di Storia dell’architettura contemporanea e di Storia della critica e della letteratura architettonica. Collabora a “Il Giornale dell’Architettura” dalla sua fondazione nel 2002; dal 2004 ne è caporedattore e dal 2015 direttore. Oltre a saggi critici e storici, ha pubblicato libri e ha seguito il coordinamento scientifico-redazionale del "Dizionario dell’architettura del XX secolo" per l'Istituto dell’Enciclopedia Italiana (2003). Con "Cantieri d'alta quota. Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi" (2011, tradotto in francese e tedesco a cura del Club Alpino Svizzero nel 2014), primo studio sistematico sul tema, unisce l'interesse per la storia dell'architettura con la passione da sempre coltivata verso l’alpinismo (ha salito tutte le 82 vette delle Alpi sopra i 4000 metri). Nel 2012 ha fondato e da allora presiede l'associazione culturale Cantieri d'alta quota

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Last modified: 11 Gennaio 2019