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Gli Innesti italiani che, secondo Cino Zucchi, assorbono la modernità

Gli Innesti italiani che, secondo Cino Zucchi, assorbono la modernità

È uno sguardo benevolo quello che trapela dall’interpretazione proposta da Cino Zucchi, nominato a fine novembre curatore del Padiglione Italia dal Mibact per sviluppare la direzione indicata da Rem Koolhaas con «Absorbing Modernity»: individuare le resistenze e/o le caratteristiche peculiari assunte dalla modernizzazione nel confronto con le vere o presunte «identità nazionali». La chiave di lettura proposta da Zucchi sottolinea la condizione italiana di territorio stratificato sostenendo che si sia sviluppata una «modernità anomala» caratterizzata dalla capacità di interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi continue, «innesti» appunto come sottolinea il titolo scelto per la mostra, in grado di esprimere le condizioni del contesto in una nuova configurazione: «Un atteggiamento visto un tempo da alcuni come nostalgico o di compromesso, ma oggi ammirato dall’Europa e dal mondo come il contributo più originale della cultura progettuale italiana».
Ad aprire e chiudere la mostra, che costerà intorno al milione e duecento mila euro, di cui metà stanziato dal Mibact e metà da sponsor privati, due istallazioni firmate dallo stesso Zucchi: un grande arco in acciaio corten montato sul portale all’ingresso adiacente le Gaggiandre e una grande panca-scultura che si snoda tra gli alberi nel Giardino delle Vergini. La prima delle due aree del padiglione che ospiterà la mostra, alle Tese delle Vergini all’Arsenale, è articolata in tre sezioni: una introduttiva, che descriverà i caratteri principali dell’architettura moderna italiana dell’ultimo secolo e le sue radici in quella più antica; una dedicata all’Expo 2015, allestita dallo studio Modus Architects; una dedicata a Milano quale caso esemplare di «laboratorio urbano» e all’analisi delle trasformazioni edilizie che hanno caratterizzato lo sviluppo della città negli ultimi cento anni, con particolare attenzione alle sue nuove architetture. La seconda area del padiglione è dedicata alla produzione contemporanea raccontata attraverso quattro sezioni. Si partirà con un paesaggio contemporaneo che riprodurrà con una sola immagine e con prismi di diversa forma i progetti selezionati, seguirà una riflessione a cura di Emilia Giorgi sul tema dell’innesto secondo alcuni giovani studi italiani. La terza sezione è dedicata all’Italia osservata con gli occhi dei non addetti ai lavori attraverso una serie di video destinati a interpretare i luoghi della vita collettiva e realizzati da studenti, persone comuni, video maker (invitati con un’open call aperta fino al 20 aprile; www.innesti-grafting.it/call); i documenti visivi saranno selezionati e montati da Studio Azzurro. Infine uno sguardo sull’Italia dall’estero attraverso venti cartoline a rappresentare altrettante letture della modernità italiana proposte da importanti architetti internazionali, tra cui Steven Holl e Dominique Perrault.
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Last modified: 9 Ottobre 2015