Hrubysur (Slovacchia). Nella pianura danubiana non distante da Bratislava è da poco terminata la costruzione di un edificio sperimentale che diventerà la sede dello studio di architettura Createrra e della ong ArTUR. Il progetto è di Gernot Minke, uno dei pionieri mondiali dei metodi di costruzione alternativi, coadiuvato dal norvegese Bjorn Kierulf, trapiantato in Slovacchia da oltre ventanni e fondatore dello studio Createrra, che ha diretto i lavori. Come spesso accade in questo genere di edifici, la costruzione è lesito di workshop organizzati da ArTUR: questo ha permesso di contenere i costi in circa 45.000 euro (725 euro/mq).
Limpianto è molto semplice, non tanto per le modeste dimensioni, quanto per la scelta di costruire in balle di paglia portanti, compresa la copertura. Ne risulta pertanto un edificio con volume centrale a cupola, con diametro di 6 m e alto circa 5,5 m, circondato da otto spazi voltati più bassi, per un totale di 62 mq. Un unico ambiente articolato, nel quale lo spazio centrale assume funzioni molteplici (riunione, esposizione) mentre quelli perimetrali fungono da ingresso, cucina, e sei postazioni di lavoro. Ledificio è privo di fondazioni: poggia su un basamento di 50 cm di vetro cellulare compattato e stabilizzato con terra cruda, che costituisce il pavimento interno.
La paglia, fornita sciolta, è stata compattata in cantiere (120 kg/mc) e formata in balle poi sovrapposte e fissate da pali lignei. Quelle delle otto volte perimetrali sono state messe in opera su centina, mentre quelle della cupola con la macchina rotante che Minke usa da tempo per le costruzioni in adobe. Questo non è il primo edificio con copertura in balle di paglia portanti (lo stesso Minke ne aveva realizzato uno a Tamera, in Portogallo), ma qui per la prima volta le balle sono state tagliate come i conci di una cupola in pietra, per ottimizzare la forma e portare lo sforzo di compressione al centro di ogni elemento. Ciò è stato effettuato con unaltra semplice macchina progettata da Minke. Sopra le balle di paglia si trova uno strato impermeabile in Epdm, su cui sono poggiati sacchi di terra cruda tenuti insieme da geotessile e su cui sta ora crescendo la vegetazione.
Le piccole porzioni di parete corrispondenti alle otto stanze perimetrali sono rivestite in tavole di quercia non trattate, di produzione locale. A parte quella in cui si apre la porta dingresso, in ciascuna si trova una luce fissa rotonda, costituita da tre lastre di vetro unite al perimetro, senza telaio sia per contenere i costi che per evitare ponti termici. Qualora si dovesse sostituire, si demolirebbe la porzione dintonaco in terra cruda che allinterno funge da fermavetro: la si potrà poi rifare facilmente, anche riutilizzando la stessa materia. Le luci fisse tuttattorno e loculo apribile al colmo della cupola forniscono abbondante illuminazione naturale allo spazio interno e varietà di vedute. La ventilazione è garantita da un impianto che estrae laria viziata dalla cucina e dallingresso, e distribuisce quella fresca attraverso un condotto in legno che corre intorno allo spazio centrale, allimposta della cupola. Il raffrescamento è ottenuto creando una corrente daria tra unapertura nella porta dingresso e loculo. I 36 cm di paglia isolano bene ledificio, e i 4+4 cm dintonaco garantiscono la tenuta allaria; linsieme funge anche da massa di accumulo termico. Quando le prestazioni passive non bastano, il calore è fornito da resistenze elettriche posizionate nelle pareti, sotto lintonaco costituito da diversi premiscelati prodotti da unazienda locale, in modo da rendere le superfici interne una sorta di campionario di finiture e colori differenti.
Articoli recenti
- L’archintruso. Calendario 2025 per architetti devoti 19 Dicembre 2024
- 30 racconti per un anno 18 Dicembre 2024
- Inchiesta: Roma e il Giubileo 18 Dicembre 2024
- Brescia: dalla mostra al museo al territorio 18 Dicembre 2024
- Tobia Scarpa, 90 anni e non sentirli 18 Dicembre 2024
- Salvare Milano ma non sfasciare l’Italia 16 Dicembre 2024
- Reinventare il costruito con il riuso adattivo 16 Dicembre 2024
- “Paesaggi aperti”, per dare valore ai territori 16 Dicembre 2024
- Una nuova sede per Ceramiche Keope 16 Dicembre 2024
- Reggio Calabria: piazza De Nava ora è parte della città 11 Dicembre 2024
- Ri_visitati. Carlo Scarpa a Castelvecchio: un diamante è per sempre? 11 Dicembre 2024
- Wind of change: laboratori per la progettazione data-driven 11 Dicembre 2024
- ICAM22 a Hong Kong, facciamo il punto 10 Dicembre 2024
- Accoglienza dei migranti: senza umanità, senza urbanità 10 Dicembre 2024
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Luca Gibello. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Michele Roda, Veronica Rodenigo, Ubaldo Spina.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. a The Architectural Post, nuovo editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2024 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata