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Giacomo "Piraz" PirazzoliWritten by: Patrimonio Progetti

Vila Itororò a São Paulo, oasi nella megalopoli

Vila Itororò a São Paulo, oasi nella megalopoli

A San Paolo del Brasile, visita al recupero urbano di un insediamento di delizia, trasformato con funzioni didattiche, ricreative e di produzione artistica

 

SAN PAOLO DEL BRASILE. Con oltre 6.000 mq di area, Vila Itororò è un insediamento realizzato tra il 1922 e 1929, con vari livelli, qualità, materiali e superfici: un impegnativo brandello di città di proprietà comunale e statale di cui l’Istituto Pedra, diretto da Luiz Fernando de Almeida – già presidente nazionale IPHAN, la Soprintendenza brasiliana – sta affrontando il recupero. Cominciato nel 2013, l’intervento assume criteri di temporaneità – ma anche di occupazione di luoghi, come si dice qua – assieme a strategie formative, ricreative e di produzione artistica.

 

Le nuove funzioni

Entrando dalla quota stradale principale si è accolti dentro l’ex deposito, dove vari corner offrono spazi di lettura, riposo, incontro, dialogo etc., fino al laboratorio corpo/danza. A formare l’isola centrale stanno gli uffici di progetto (in loco, così come fece Lina Bo Bardi per realizzare il SESC Pompeia), contigui a quelli dell’impresa che esegue i lavori. Già oggetto di un corso specialistico di restauro, stoccate in un display temporaneo stanno le statue di cemento che provengono dal coronamento del palacete storico. Al piano inferiore c’è un Fab-lab che produce su commissione, accanto ad un laboratorio di falegnameria che si sta occupando del recupero degli infissi in situ e che continua sull’area aperta del cantiere.

 

Un tempo, residenza di loisir

Un’idea di ricerca sta alla base di tutto

: ricerca storica e d’archivio per un luogo che – nonostante la presenza iconica del curiosissimo palacete con colonnato perimetrale inaugurato nel 1922 – era già stato oggetto di alcuni progetti autoriali (inclusa una collaborazione di Roberto Burle-Marx), apparentemente senza che ne fosse stata studiata la storia attraverso i documenti. Due libri opportunamente predisposti sono dunque il frutto delle prime azioni, per raccontare appunto della storia, ma anche dei materiali di demolizione usati dall’imprenditore Francisco de Castro e della loro provenienza; e dell’importanza speciale delle opere idrauliche – tema rilevantissimo a San Paolo – sul fiume Itororò, che consentirono di orientare in senso leisure l’insediamento, con piscina, palestra e bagni. Anche se il tutto ebbe vita breve nelle condizioni che de Castro aveva pensate, conobbe comunque una vivacità propria, spontanea e ricca di umanità.

 

L’approccio per il recupero

Per capire come re-insediare il complesso sono state fatte varie mosse tra l’induttivo e lo sperimentale, incluse riattivazioni con interventi di arte pubblica, anche coinvolgendo istituzioni estere: una strategia che in Europa ha condotto ad un certo numero di casi di gentrificazione.

Dal 2014 al 2018 sono stati spesi circa 3,3 milioni di euro, reperiti attraverso contribuzioni fiscali dalle imprese (Legge Rouanet del 1991 “Incentivi alla cultura”) per il completamento dei rilievi ed l’iter progettuale, con particolare riferimento alla strategia per gli spazi aperti; oltre ad iniziative puntuali quali laboratori d’arte pubblica etc., sono stati prodotti due documentari, pubblicati i due libri di cui sopra e reso disponibile il sito internet, in portoghese ed inglese, completo dei contenuti dettagliati. Con le stesse risorse sono inoltre state eseguite le demolizioni, allestito l’ex deposito alla quota d’ingresso e sostenuta la sua programmazione culturale (corsi di formazione compresi). A partire dal lavoro sugli spazi aperti sono stati recuperati 5 degli 11 edifici vincolati; in particolare, le palazzine sul lato sinistro, prevedendone una “destinazione flessibile” – cioè passibili di accogliere sia uffici che abitazioni – e lasciando a vista elementi di decorazione pittorica che qui rappresentano una rarità del passato. Allo stato attuale i lavori continuano fino ad esaurimento delle risorse ancora disponibili, ma in assenza di nuovi stanziamenti.

Vila Itororò rappresenta una buona pratica complessa, un insieme di strategie, opere e attività che mirano a recuperare fisicamente ma anche socialmente e con ricercato equilibrio un lacerto di città. La metropoli talvolta ammette delle oasi; saperne riconoscere la storia e renderne possibile l’esistenza in forme nuove è una sfida che di solito neppure viene affrontata, e non solo a queste latitudini.

Autore

  • Giacomo "Piraz" Pirazzoli

    Nato nel 1965, laureato in architettura a Firenze, PhD Roma-Sapienza e post-doc FAU-Universidade Mackenzie São Paulo. Dopo aver realizzato in Italia alcune architetture in collaborazione con Paolo Zermani, Fabrizio Rossi Prodi e Francesco Collotti, lavora in ambito interculturale tra musei, mostre e sostenibilità applicando le ricerche Site-Specific Museums e GreenUP - A Smart City che ha diretto, essendo dal 2000 professore associato presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Già presidente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, è stato consulente presso ACE-CAE (Architects Council of Europe, Bruxelles), UN-UNOPS etc. Oltre che per mezzo di progetti, opere e relative conferenze, svolge attività internazionale anche come visiting professor e vanta oltre duecento pubblicazioni. Vive tra Firenze, l’Umbria e Rio de Janeiro.

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Last modified: 10 Giugno 2019