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Antonello AliciWritten by: Progetti

Amos Rex a Helsinki: museo fa rima con ipogeo

Visita al palazzo di vetro tornato in auge grazie al progetto dello studio JKMM. Non solo un museo ma anche un cinema, una terrazza e uno spazio aperto già punto di riferimento per le nuove generazioni

 

HELSINKI. Nei primi anni trenta del Novecento, in pieno fermento funzionalista, tre studenti di architettura – Niilo Kokko, Viljo Revell e Heimo Riihimäki – proposero e realizzarono un piccolo padiglione sperimentale, improntato al mito della GlasArchitektur. Il Lasipalatsi (palazzo di vetro) avviava la riqualificazione di un’area di margine della capitale, un tempo occupata da baracche militari russe. Era pensato come un complesso commerciale temporaneo: un corpo basso ad U per negozi con due testate verticali agli angoli opposti destinate a ristorante e a cinema. Dal 1936, anno dell’inaugurazione, il Lasipalatsi è stato una presenza discreta ma qualificante del fronte urbano su Mannerheimintie, aperto sulla vigorosa massa granitica della stazione ferroviaria di Eliel Saarinen. Il retro, dominato da un’elegante torre-faro a guardia della stazione degli autobus, si è invece fermato agli anni trenta, uno spazio anonimo e sempre più estraneo al crescente dinamismo del centro cittadino.

Da qualche settimana, questo “retro” si è imposto all’attenzione dei cittadini e dei turisti di ogni età, che a piedi, con lo skateboard o anche in bicicletta giocano con le dune in cemento che ne hanno alterato la superficie. Questo bizzarro gioco di cupole coronate di oblò sottende il nuovo spazio espositivo del prestigioso Museo d’arte Amos Anderson, che arricchisce il già denso itinerario di spazi museali del centro della capitale.

L’idea di “Amos Rex” nasce a settembre 2013, quando la Fondazione che governa il museo propone alla Municipalità il riuso di parte del Lasipalatsi (sottoposto a vincolo monumentale) per un nuovo e più centrale spazio espositivo. Il progetto è affidato allo studio JKMM di Helsinki, che si è distinto negli anni per la qualità delle sue opere e la sensibilità per i contesti storici. Collocare oltre 6.000 mq di nuove funzioni espositive nella densità e con i vincoli del centro urbano è stato obiettivo non facile. La soluzione ipogea è sembrata quasi obbligata e ha trovato l’adesione degli uffici tecnici comunali e delle autorità di tutela. L’ala nord del “palazzo di vetro” è stata attentamente restaurata: il piano terra vetrato ha conservato la vocazione commerciale (biglietteria e punto vendita del museo), mentre è tornato all’uso della città il cinema Bio Rex (550 posti) con l’elegante foyer segnato da una scultorea scala elicoidale e la terrazza aperta sul Palazzo del Parlamento, sul Museo Kiasma e sulla Stazione ferroviaria.

I 2.200 mq di nuovi spazi espositivi sono concentrati nel ventre del museo, sei metri sotto il livello stradale, in una serrata sequenza di ambienti che si dilatano nelle ampie superfici voltate, di cui la maggiore supera nove metri di altezza, coronate da grandi lucernari circolari orientati, veri e propri cannocchiali visivi verso l’esterno. Il percorso ipogeo del visitatore è dunque guidato dalla luce naturale, a partire dal lungo atrio che conduce ai vari ambienti e ai laboratori didattici. Raffinata la scelta dei materiali: i pavimenti in cubi di pino finlandese annerito contrastano con il chiarore della finitura delle superfici voltate, rivestite di tessuto su cui è sospesa una rete di dischi metallici circolari. La flessibilità è totale, così come l’interrelazione tra esterno ed interno, che fa già pensare ad invadere con le mostre lo spazio esterno.

La mostra–spettacolo di inaugurazione (aperta fino al 6 gennaio 2019) è stata affidata allo studio giapponese TeamLab, che ha oscurato i lucernari per creare un effetto di spaesamento e immergere il visitatore in una straordinaria sequenza di effetti virtuali ispirati alla natura. Al di sopra, la piazza rinnovata è già un successo, un nuovo spazio consegnato ai cittadini, un importante tassello della città che si ridisegna, una lezione di cultura urbana.

Carta d’identità del progetto

Amos Rex, Mannerheiminitie, Helsinki

Committente: Föreningen Konstsamfundet, Amos Anderson Museo

Progetto: JKMM Helsinki, Asmo Jaaksi

Progetto 2013: costruzione iniziata nel 2016, apertura al pubblico 30 agosto 2018

Area di progetto: 13.000 mq

Superficie interna: 6.230 mq

Superficie espositiva: 2.200 mq

Autore

  • Antonello Alici

    Architetto, laureato nel 1986 alla Facoltà di Architettura di Firenze, è professore associato di Storia dell’architettura all’Università Politecnica delle Marche. Le sue ricerche, oltre la tesi di dottorato sulle chiese a pianta centrale del Rinascimento in Umbria, privilegiano i Paesi Nordici, in particolare Finlandia e Svezia, seguendo le traiettorie di viaggio degli architetti tra Baltico e Mediterraneo. Nel 2017 e 2020 è stato Visiting Scholar presso il Martin Centre for Architectural and Urban Studies e il St John’s College (Università di Cambridge). Dal 2015 è Visiting Professor presso la Silpakorn University di Bangkok. Ha promosso il Comitato scientifico per il Centenario di Giancarlo De Carlo presso l’Accademia Nazionale di San Luca, oltre a essere membro del Comitato scientifico del Centro Studi Vitruviani di Fano, fondatore e direttore della summer school "The Culture of the City. Understanding the Urban Landscape", dal 2017 impegnata nei paesaggi della ricostruzione del terremoto. Tra le pubblicazioni recenti: "The Journey to the North. The Italian Cultural Institute in Stockholm in the context of the relationships between Swedish and Italian Architects", in "Enchanting Architecture" (Five Continents, 2021); "Franco Albini and Leslie Martin: a parallel working life", in "Postwar Architecture Between Italy and the UK. Exchanges and transcultural influences" (UCL Press, 2021)

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Last modified: 25 Settembre 2018