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Caterina CardamoneWritten by: Progetti

Il nuovo municipio di Gembloux, contestuale e capace d’invecchiare

Il nuovo municipio di Gembloux, contestuale e capace d’invecchiare

In Belgio, visita a uno dei rari esiti felici dei concorsi Europan, su progetto di Studio DEMOGO

 

GEMBLOUX (BELGIO). L’hôtel de ville della cittadina di circa diecimila abitanti non distante da Namur, nel sud del Belgio, è l’esito esemplare del concorso Europan 10, lanciato nel 2009 e vinto dal trevigiano studio DEMOGO. Troppo spesso, infatti, la straordinaria esperienza dei concorsi internazionali per progettisti under 40 si conclude in un nulla di fatto nel passaggio dalla carta alla realizzazione. Nella fattispecie, la giuria apprezzò soprattutto le «qualità concettuali» della proposta a scala urbana e la sensibilità al tessuto storico. Gembloux si sviluppa infatti verso il XII secolo, intorno a un monastero, come sito fortificato per il controllo della valle dell’Orneau, non distante dalla principale strada romana della regione.

In effetti, una riflessione profondamente sensibile al contesto è la caratteristica centrale del progetto, messa in evidenza con rara coerenza e chiarezza dagli autori. In fase di concorso, gli edifici del nuovo municipio sono pensati per mettere in valore le emergenze monumentali della cittadina – il beffroi [campanile] patrimonio Unesco, l’église décanale e la maison du Bailli – attraverso dei cannocchiali prospettici puntati verso le architetture storiche che diventano esse stesse elementi centrali della composizione. Anche la scelta di frammentare l’impianto e il programma funzionale in tre edifici distinti segue questa logica assai delicata di dialogo con le preesistenze, di ricerca di una giusta misura nella scelta della scala urbana. Più evidente nel progetto di concorso, una chiara strategia urbana avrebbe permesso di creare nuovi percorsi trasversali, secondo il motto regarder à travers. L’intenzione iniziale di mettere in comunicazione diretta il Parc d’Épinal – contestualmente riqualificato -, davanti al municipio e la maison du Bailli, con il centro urbano – potenzialmente rivitalizzando quest’ultimo attraverso un collegamento con la parte alta della città – cede tuttavia il passo nella versione realizzata ad altre priorità: gli aspetti funzionali di un edificio amministrativo, la riflessione sui percorsi interni e la necessità di collegamenti protetti tra i differenti servizi. Le aperture diventano diaframmi vetrati e le emergenze monumentali continuano a essere parte integrante dell’edificio, ma solo per chi lo fruisce dall’interno. Questo necessario adattamento a un programma più dettagliato – diverso da quello fornito in fase di concorso – ha come risultato una soluzione semplificata e tuttavia coerente. In questa fase di adattamento del progetto ai desiderata dell’amministrazione ha giocato un ruolo determinante Pierre Sauveur, presidente di Europan Belgio.

 

Il secondo elemento di interesse è costituito dall’uso dei materiali. Facciate e coperture sono interamente rivestite in rame: una pelle la cui patina introduce nel progetto la questione non secondaria della vita dell’edificio – una riflessione sui termini di perennità e mutevolezza in architettura. È il tempo, ci dice Simone Gobbo, che diventa progettista dell’opera. Il materiale scelto si dimostra atto a un mimetismo atmosferico e ambientale: l’intenzione è quella di riprendere i toni dell’architettura locale in mattoni reinterpretandoli in un materiale contemporaneo, «non finito», che fa virtù di un clima adatto all’invecchiamento e all’ossidazione del rame. La stessa istanza di mimetismo detta l’altezza degli edifici, che si adatta alla scala della maison du Bailli, e alcune scelte formali, come il disegno delle aperture verticali. In questo contesto, il risultato formale viene considerato dai progettisti come non prioritario. In effetti, anche gli aspetti formali sono il risultato di un approccio teorico che ha una tradizione consolidata in ambito veneziano, dove i tre titolari di DEMOGO si sono formati: accanto alla ricerca di un linguaggio atemporale, emerge tuttavia un desiderio esplicito di sottolineare la contemporaneità dell’opera nella sua complessità.

 

Per_approfondire

Il progetto 

Localizzazione: Gembloux (Belgio)

Committente: Città di Gembloux

Progettista: demogo studio di architettura

Esecutivi e cantiere: Syntaxe Architectes

Strutture e impianti: Bureau d’Etudes Lamaire

Realizzazione: Franki

Rivestimento in rame: Aurubis Nordic Standard

Area di progetto: 8,4 ettari

Superficie: 9.770 mq

Cronologia: concorso Europan 10: 2009; progetto preliminare (adeguato alle esigente funzionali ed economiche): 2010; progetto definitivo: 2011; progetto esecutivo: 2012; cantiere: agosto 2013 – settembre 2015; inaugurazione: 25 settembre 2015

Il progettista

DEMOGO studio di architettura è stato costituito a Treviso nel novembre 2007 da Simone Gobbo, Alberto Mottola, Davide De Marchi. All’affermazione nel concorso Europan sono seguite le vittorie nei concorsi per la riqualificazione dell’area commerciale di Fox Town a Mendrisio (Canton Ticino, 2014, con Felicia Lamanuzzi) e per il bivacco di Fratelli Fanton alla Forcella delle Marmarole ad Auronzo di Cadore, Belluno, 2015). Lo studio è stato anche tra i finalisti di Europan 12 (Housing Nürnberg, 2013; menzione speciale anche per il masterplan di Marly, nello stesso concorso) e del concorso per il masterplan di Bruck an der Mur (2015), ha vinto il secondo premio per una clinica a Civezzano (2014) e per il Foyer St. Joseph a Sâles (2015). L’attenzione sembra quindi concentrarsi sui progetti a grande scala, affrontando situazioni complesse di crescita urbana come nel caso di Mendrisio, o confrontandosi con la grandezza del paesaggio dolomitico nel gruppo delle Marmarole. Tra i riconoscimenti, vanno ricordati il premio IQU 2015 per l’innovazione e la qualità urbana e, sempre nel 2015, il Premio Giovane talento dell’architettura italiana assegnato dal CNAPPC.

Autore

  • Caterina Cardamone

    Nata a Catanzaro nel 1970, si laurea in Architettura all'Università di Firenze nel 1996, dove nel 2002 consegue il Dottorato di ricerca in Storia dell’architettura, con una tesi sulla ricezione dell’architettura antica e rinascimentale negli scritti di Josef Frank, protagonista del moderno viennese, e continua a occuparsi del tema (ha curato il volume "Josef Frank, L'architettura religiosa di Leon Battista Alberti", Electa 2018). Un ulteriore e più recente ambito di interesse è dato dai passaggi tecnico costruttivi nella trattatistica italiana del Rinascimento. È corrispondente del «Giornale dell’Architettura» dal 2007 ed è stata docente a contratto all’Université Catholique di Louvain-la-Neuve (Belgio) dal 2011 al 2016

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Last modified: 29 Dicembre 2015