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Denis BocquetWritten by: Città e Territorio

Fuksas e Hadid, altre due opere griffate per Montpellier

Fuksas e Hadid, altre due opere griffate per Montpellier

Montpellier. Sono stati inaugurati rispettivamente il 7 e il 13 settembre due degli edifici più attesi della recente stagione di costruzione di prestigio di cui la città mediterranea è stata protagonista (cfr. «Il Giornale dell’Architettura», n. 103). Si tratta da una parte del nuovo liceo alberghiero, opera di Studio Fuksas, e di un edificio polifunzionale, situato nel quartiere di Pierre-Vives a firma di Zaha Hadid Architects.
Costato 80 milioni, il liceo alberghiero Georges Frêche (dal nome dell’ex sindaco e presidente della Regione, recentemente scomparso e promotore del rinnovo urbano di questa città in forte crescita demografica), oltre alle aule per 650 studenti, comprende 4 ristoranti e un albergo, per una superficie totale di 16.500 mq. Il complesso è costituito da 5 edifici, il cui principale ha la forma di un grande monolito. Le facciate, caratterizzate da profili curvati rivestiti da 17.000 lastre metalliche in Alucobond, contano oltre 600 aperture e sono illuminate da Led.
Quanto all’edificio Pierre-Vives appena consegnato di Hadid, si tratta del fiore all’occhiello delle opere promosse dall’amministrazione provinciale dell’Herault. Costato 125 milioni per 28.500 mq, comprende la sede dell’archivio provinciale, una grande biblioteca e gli uffici del servizio provinciale dello sport. Situato in prossimità del quartiere di edilizia popolare della Paillade, è stato concepito con l’intento di migliorarne l’immagine (nel contesto anche di una competizione d’immagine tra Regione, Provincia e Comune). Richiama la metafora di un albero disteso e comprende un tronco principale lungo 200 m e alto 25, sul quale si articolano diversi rami corrispondenti alle varie destinazioni d’uso. Malgrado le esigenze tecniche derivanti dalla funzione di archivio e biblioteca, inerenti i carichi ammissibili sui pavimenti, Hadid è riuscita a fare di questo edificio ibrido un vero e proprio manifesto estetico. Sta ora alla città saperlo «metabolizzare» con successo nel tessuto di una zona a cui sicuramente non basterà questo tipo d’intervento per migliorare le proprie lacune in termini di urbanità, e sopratutto a inventare degli usi che le funzioni abbinate di archivio e sede della burocrazia sportiva non rendono necessariamente coerenti.

Autore

  • Denis Bocquet

    Nato nel 1970 a Grenoble, ha studiato a partire dal 1990 presso l'Ecole normale supérieure di Fontenay Saint Cloud, si è laureato nel 1992 alla Sorbona e ha poi conseguito il dottorato di ricerca. È docente ordinario di Storia e teoria dell'architettura e dell'urbanistica presso l'Ecole nationale supérieure d'architecture di Strasburgo. Ha vissuto e insegnato a Firenze, Roma, Aix-en-Provence, Dresda, Tours e Parigi. Scrive per «Il Giornale dell'Architettura» sin dalla nascita della testata, nel 2002. Dal 2004 vive a Berlino.

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Last modified: 19 Luglio 2015