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Cristina FiordimelaWritten by: Reviews

9 proposte per abitare

9 proposte per abitare

«9 architetti 9 proposte per abitare» è un racconto composito e corale che dà voce a 9 paesi europei attraverso i progetti di Body Cody Architects (Irlanda), Bassam El Okeily (Belgio), SeARCH & CMA (Olanda), Spedstudio (Italia), Johannes Norlander Arkitektur AB (Svezia), Bassicarella Architects (Svizzera), Fran Silvestre Arquitectos (Spagna), Aires Mateus Architects (Portogallo), Rudy Ricciotti (Francia). Progetti che ripensano lo spazio domestico e il suo rapporto con il contesto, soprattutto con quello naturale, secondo le nuove culture dell’abitare in Europa, qui rappresentate da 9 architetti, molti dei quali esordienti e sconosciuti in Francia. La mostra, visitabile a Hyères (Francia) dal 19 febbraio al 25 marzo, è allestita negli ambienti di Villa Noailles (costruita su progetto di Robert Mallet-Stevens nel 1923-1927) secondo l’interpretazione del direttore Jean-Pierre Blanc e di Florence Serano, curatrice delle mostre di architettura. È l’architettura della villa a dettare lo sviluppo dei contenuti: si procede per stanze, quelle nell’ala adiacente al corpo principale, dove si può ancora rintracciare la ricerca di Mallet-Stevens, restituita in parte da un’esposizione permanente aggiornata nello scorso autunno. Si tratta delle stanze dedicate allo sport (piscina, squash, ginnastica), collegate tra loro dallo spazio di accoglienza e dalla galleria per le esposizioni. Le prime parole sono affidate agli abitanti delle case che anticipano con i loro desideri, i concetti e le previsioni compositive riportati dagli schizzi e dagli appunti dei progettisti, presentati nella sala dello squash. È il preludio all’immersione nell’universo complesso che racchiude ciascun progetto, evocato da un accrochage di oggetti, immagini, opere d’arte, fotografie, ricomposti come nove divertenti «gabinetti delle meraviglie » nel locale della piscina, a sottolinearne la composizione volumetrica, che a suo tempo aveva affascinato con effetti di scomposizione di luce e materia i cineasti dell’âge d’or. I modelli di studio allenano l’osservatore alla raffigurazione del processo esecutivo dell’architettura, infine riprodotta nella sala per la ginnastica dalle sequenze di nove film, realizzati dagli autori con la stessa cinepresa, in non più di una settimana. Le architetture raccontano tante storie, e per gli addetti ai lavori sono nove modi di costruire con lo spazio diversi gradi d’intimità tra l’abitante, il paesaggio e la comunità. Dal nitore di volumi emersi dalla terra come rilievi monolitici, alle trasformazioni discrete delle preesistenze, fino allo slancio verso un’integrazione totale, quasi esasperata, con la natura e i sistemi costruttivi vernacolari. Nelle foto, Casa Menten e Biekens a Bilzen (Belgio) di Bassam El Okeily e, in alto, Villa 356 in Provenza (Francia), di Rudy Ricciotti.
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Autore

  • Cristina Fiordimela

    Architetta museografa, docente al Politecnico di Milano. Insegna architettura degli interni, exhibition design e si relaziona con le arti contemporanee (commons), di cui scrive su riviste specializzate italiane e internazionali. La museografia è il filo rosso che attraversa sia l’impegno teorico, sia la progettazione e la messa in opera di allestimenti che riguardano le intersezioni sensibili all’arte, alla scienza e alla filosofia, in sinergia con enti universitari, musei e istituti di ricerca. L’indagine su media art come dispositivi di produzione artistica in commoning è l’ambito di studio e di sperimentazione delle attività più recenti, da cui prende corpo con Freddy Paul Grunert, Lepetitemasculin, dialogo nello spazio perso, iniziato al Lake County, San Francisco

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Last modified: 20 Luglio 2015