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Written by: Città e Territorio

Ritratti di città. Dal cielo sopra Bordeaux

Ritratti di città. Dal cielo sopra Bordeaux

Prosegue la trasformazione urbana della città francese con progetti firmati, tra gli altri, da OMA, MVRDV e Michel Desvigne

 

BORDEAUX. Insignita del titolo di Capitale europea per il turismo intelligente nel 2022, la città continua ad attraversare una lenta ma costante fase di crescita demografica e turistica, conservando il proprio posto tra le prime dieci mete più visitate nel Paese e il nono al mondo, secondo il Global Destination Sustainability Index, per l’impegno agli aspetti legati alla sostenibilità e rigenerazione urbana, anche del costruito.

 

Il ponte di OMA

Un efficace contributo alla costruzione dell’immagine della città in continuo divenire appartiene al progetto d’architettura, in grado di modificare e parzialmente risolvere lembi di tessuto urbano, il cui recupero o la nuova costruzione compartecipano come interventi attivi alla più ampia spazializzazione di sperimentazioni internazionali.

Risolti i ritardi legati alle criticità realizzative, la più recente apertura del ponte Simone Veil (2013-2024) diviene sintesi del potenziamento di un programma d’interventi a più scale, in continua oscillazione tra la riva destra e la sinistra della Garonna. Progettato da OMA come superficie performativa lineare in grado di superare la soglia idrografica tra le due sponde del fiume, il progetto definisce una piattaforma urbana e un luogo dello stare, prima che un’infrastruttura. 

La trilaterazione di polarità urbane fa convergere tuttora le più recenti occasioni progettuali all’interno di un perimetro definito dall’antica concentrazione produttiva, portuale e ferroviaria, e stimola a riflettere sulla capacità del progetto d’architettura d’innescare un possibile meccanismo virtuoso intorno alla città intesa come laboratorio, conservando quell’intento pedagogico orientato alla pratica del luogo promosso sin dalle intenzioni fondative del centro d’architettura Arc en rêve.

 

Nuove visioni

Sorvolando La Bastide, originario quartiere industriale sulla riva destra del fiume, il telaio metallico bianco del Groupe Scolaire Billie Holiday (2021), a firma BPM Architectes, riflette sul passato industriale dell’area, rivolgendosi alla prossimità abitata con il portico al piano terra destinato a piazza di quartiere, e alla città assunta come fondale urbano, con l’area didattica in copertura.

Continua a sedimentarsi, in quest’area, l’attenzione verso la progettazione sociale e l’edilizia popolare, cifra progettuale delle operazioni architettoniche e urbane che nell’ultimo decennio hanno interessato la città da vicino. Proseguendo dal complesso scolastico lungo Rue Hortense, ci si avvicina alla Garonna: sul sedime invisibile del progetto non realizzato di Ricardo Bofill e banco di prova per i principi del piano regolatore Bastide-Niel redatto da JA Joubert Architecture e MVRDV, quest’ultimo ha completato, in concerto con lo studio locale Flint, la costruzione di Îlot Queyries (2021), il maggiore tra i quattro blocchi abitativi dalla volumetria frammentata – i restanti tre, tra cui l’isolato Rivèo sono realizzati su progetto dei soli JA e Flint – che si affacciano sul parco disegnato dal paesaggista Michel Desvigne sulla riva. Risalendo il lungofiume verso nord, il progetto per la UCPA Sport Station (2023) – una “cattedrale degli sport” per i suoi progettisti N2PF architectes – chiude la scena, invitando a guardare al di là. 

 

La nuova identità di Bacalan e Bassins à Flot

Rivolgendo lo sguardo verso Bassins à Flot, l’antica area portuale sulla riva opposta, il Groupe Scolaire Jacques Sempé (BPM, 2021) contribuisce a intensificare l’operazione di rinnovo urbano dell’intero quartiere attraverso un manufatto che reinterpreta, nella sua figura in profilo e nelle soluzioni materiche adottate in mattoni e lamiera, l’immaginario del panorama industriale più prossimo. Non è l’unico, del resto.

La costellazione di concrezioni di oggetti cementizi del quartiere Bacalan ha suggerito, negli ultimi anni, modalità d’intervento sul costruito del passato prossimo. Spostandosi verso le rive della Garonna, il più recente complesso Îlot Bacalan (2021), a firma COSA Colboc Sachet architectures, accoglie sei silos cilindrici in cemento armato come galleria d’arte, per riabilitare funzionalmente i restanti due al servizio delle attrezzature alberghiere e para-alberghiere incastonate nel ritmo regolare scandito dalla rigida modularità in facciata dei volumi a contorno. Ancora, Les Bassins des lumières è il sistema espositivo che giace su resti d’archeologia militare – la base sottomarina in codice BETASOM – citati da Paul Virilio, riconvertiti dal gruppo Culturespaces (2020) nel centro d’arte digitale e immersiva più esteso al mondo.

 

Il progetto Euratlantique

Il desiderio di attivare, entro il 2030, l’operazione Euratlantique, incentrata sulla costruzione di un centro direzionale intorno alla stazione ferroviaria di Saint-Jean, ha inoltre mosso l’attività progettuale di rinnovamento urbano dell’area Amedée-Saint-Germain, tra il quartiere di Sacré-Coeur e i binari.

I due isolati abitativi progettati da LAN (2024) costruiscono da un lato, attraverso la corte interna, il sistema di percorrenza interstiziale, ridefinendo dall’altro la relazione urbana con i manufatti a un piano e le échoppes su Rue Saint-Germain, in una misurata sequenza di scorci prospettici scanditi dalla caratterizzazione di ciascun partito in facciata.

Nel suo doppio costituito dal paesaggio vinicolo, in cui un oggetto misterioso – la cantina sostenibile Le Dôme (2021) a Saint-Émilion di Norman Foster + Partners è atterrato inaspettatamente, la città ritrova il suo equilibrio tra artificio e natura. Nel ricordare quel desiderio di “far volare una villa sopra Bordeaux” e le sue colline, che Rem Koolhaas confida all’ingegnere Cecil Balmond (ARUP) riferendosi al progetto di Maison Lemoîne sulla collina di Floirac (1994-98), l’espediente del volo e la visione dall’alto divengono il trucco attraverso cui osservare il tessuto urbano e l’inventario architettonico più recente di quell’antica città “bella addormentata”: la distanza dall’oggetto restituisce l’immagine più chiara di un processo di rinnovamento urbano che, seppur a rilento, non sembra tuttavia voler dichiarare un arresto.

Immagine copertina: Bordeaux dalla guglia di Saint-Michel, 2019 (© Teddy Verneuil)

Autore

  • Giulia Conti

    È architetto, laureata con lode, e dottoranda presso la Scuola di dottorato dell’Università Iuav di Venezia (curriculum di Composizione architettonica). Le sue ricerche sono tese a indagare il ruolo del tendaggio come strumento compositivo di definizione spaziale, fino alle più contemporanee sperimentazioni architettonico-allestitive di spazialità tessile. Autrice di articoli e saggi, collabora alla didattica presso l’Università Iuav di Venezia. È ricercatrice a livello nazionale e internazionale e ha pubblicato di recente una breve monografia su Lilly Reich per TabEdizioni.

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Last modified: 2 Settembre 2024