Visit Sponsor

Margherita ToffolonWritten by: Patrimonio Progetti

Villa Morassutti, restauro domestico tra le Dolomiti

Villa Morassutti, restauro domestico tra le Dolomiti
L’ultimo collaboratore di Bruno, Nicola Agazzi, progetta un intervento che conserva struttura e tecniche originarie, migliorando le prestazioni

 

SAN MARTINO DI CASTROZZA (TRENTO). È ancora di proprietà della famiglia Morassutti anche se ora, dopo il restauro conservativo, la villa di vacanza a San Martino di Castrozza è anche riservata alla ricettività turistica e culturale, da qui la nuova distribuzione dei locali al piano seminterrato. Un cambio di destinazione d’uso che non ha intaccato l’architettura originaria sottoposta a scrupoloso restauro conservativo, con parziale utilizzo del Superbonus 110%, su progetto e direzione lavori di Nicola Agazzi coadiuvato da Gerolamo Ferrario insieme a una squadra di professionisti non solo locali fra cui gli ingegneri Cristina Bancher, Matteo Melotti e Mauro Gobber. Un’operazione partecipata della stima e affetto che lega il professionista bergamasco ancora a Bruno Morassutti, di cui fu l’ultimo collaboratore.

 

Da Taliesin a Villa Katsura, intrecci di suggestioni

Progettata e realizzata tra il 1956 e il 1958 insieme al socio di allora Angelo Mangiarotti, Villa Morassutti ben rappresenta il percorso del suo progettista-proprietario che innesta l’esperienza presso la comunità studio del Taliesin Fellowship di Frank Lloyd Wright (1949) con la tradizione alpina e quella giapponese.

Autorevoli fonti culturali che appaiono subito evidenti anche a chi visita la villa per la prima volta. Entrare nella casa, che ora solo in parte è nascosta dagli alberi e si apre verso la terrazza sulle Pale di San Martino, è un tuffo nel passato in quanto tutto, se non la parte impiantistica, è rimasto come allora grazie alla rigorosa operazione di restauro.

All’esterno sono proprio i pannelli bianchi riquadrati da esili telai in legno a richiamare la tecnica costruttiva di Villa Katsura in Giappone, mentre all’interno l’uso del legno per pilastri e copertura a pagoda, dei conci di pietra per il basamento e l’organizzazione attorno allo spazio centrale con l’imponente camino sospeso fanno riferimento all’architettura wrightiana e alla tradizione alpina del focolare. Materiali locali che misurano il rapporto fra vuoti e pieni.

Restauro per una nuova efficienza

La villa a pianta quadrata si sviluppa su un terreno inclinato con un alto basamento in pietra che al piano terra parzialmente incassato nel declivio collinare contiene i locali di servizio ora rifunzionalizzati per accogliere, dalla suddivisione della centrale termica non più a gasolio ma collegata alla rete del teleriscaldamento, la sauna con doccia. 

La salita e discesa dalla scala di collegamento interno è stata resa più agevole rimodulando una porzione del solaio soprastante. 

Al piano superiore gli spazi interni conservano la distribuzione originaria con camere e servizi perimetrali per lasciar spazio al soggiorno centrale, in parte scavato per accogliere le panche di seduta attorno al camino che sbuca nel lucernario del tetto. Si mantiene la medesima atmosfera sebbene i tessuti delle armadiature (una particolare tonalità di rosso) e della moquette e i materiali di alcuni pavimenti siano stati sostituiti con altri identici per colore ed effetto. 

Lo spazio si dilata anche verso il paesaggio circostante tramite le ampie finestre in legno dai sottili profili con apertura verso l’esterno che sono ritmate da pannellature nello stesso materiale. In particolare, quelle a tutt’altezza sui fronti sud-est e nord-ovest che collegano, da una parte, il soggiorno alla terrazza e dall’altra al giardino. I serramenti, concepiti non per chiudere la villa ma per connetterla direttamente al paesaggio, sono stati sottoposti a pulitura con inserimento di vetrocamera, in parte da completare. 

Questa è stata una scelta fondamentale per il mantenimento della partitura delle pareti bianche verso l’esterno che caratterizza la sagoma dell’edificio.  Tutti gli arredi, ad esclusione della cucina, sono quelli originali: molti con l’elemento a cavalletto dalla forma a V rovesciata brevettato da Morassutti e Mangiarotti. 

 

Impianti rinnovati e nuovi strati isolanti

L’intervento decisamente più incisivo ha riguardato l’adeguamento impiantistico-sanitario e tecnologico e la formazione di un nuovo vespaio aerato per migliorare i livelli di comfort ambientale e le prestazioni energetiche in un’ottica di sostenibilità. 

Si passa dalla sostituzione del sistema di riscaldamento da gasolio a teleriscaldamento e di quasi tutti i sanitari dei bagni all’inserimento di pannelli radianti a pavimento. Materiali isolanti (lana di roccia) sono stati usati per il cappotto interno e per il controsoffitto in doghe di legno. Sono stati bonificati i materiali inquinanti (carbon amianto) all’interno dei cassoni di contenimento delle canalizzazioni dell’aria, che hanno richiesto appositi test atmosferici con blocco dei lavori per sei mesi e la loro sostituzione con il nuovo sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC).

Gli interventi hanno riguardato anche l’esterno, dove sono stati eseguiti lavori di pulizia e sistemazione del terrazzo, dei gradini di accesso all’entrata principale e del selciato stradale.

Immagine di copertina: vista esterna di Villa Morassutti dopo il restauro (© Nicola Agazzi, Manrico Dell’Agnola, courtesy Bruno Morassutti Project)

Bruno Morassutti Project: è l’associazione culturale che promuove dal 2018 attività incentrate sulla promozione e la divulgazione del valore sociale dell’eredità professionale, culturale e umana dell’architetto Bruno Morassutti. In primis, l’organizzazione e gestione di iniziative culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, anche editoriali, sulla cultura architettonica dell’architetto padovano ma milanese di adozione, e interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio.  

 

 

Autore

  • Margherita Toffolon

    Dopo la laurea allo IUAV di Venezia collabora con studi di progettazione a Treviso e a Milano dove per 10 anni partecipa al programma di inventariazione dei beni vincolati della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Milano per poi diventare giornalista pubblicista e senior account di un’agenzia di comunicazione integrata. Ha scritto per Mondadori, Mida Editore, Reed Business Information, Shinda Editore, Tecniche Nuove, Agepe, BE-MA editrice. Da anni collabora con DBInformation e le riviste del settore Horeca di New Business Media (Tecniche Nuove). Cogliere dettagli architettonici o atmosfere particolari dei locali food&beverage è la sua specializzazione e piacevole scoperta. Nel 2016 ha pubblicato il libro "Grandi pasticcerie del mondo" (ItalianGourmet), mentre nel 2022 è uscito "Cantine storiche d'italia. Un viaggio fra architettura ed enologia" (24OreCultura)

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 12.285 times, 1 visits today)
Share

Tag


, , ,
Last modified: 7 Marzo 2025