Il Padiglione spagnolo, quest’anno curato da Iñaki Ábalos?, propone una selezione di dodici architetture di recente realizzazione, sinteticamente presentate per mezzo di fotografie e sezioni di grande formato (una e una per ogni edificio). Accanto a queste immagini dal forte impatto visivo, sono stati costruiti piccoli atlas di plausibili riferimenti progettuali, tutti appartenenti alla produzione architettonica del Novecento spagnolo. Con questo semplice stratagemma, la storia viene fatta reagire poeticamente con la contemporaneità, mostrandone le radici nazionali e rispondendo così in maniera cristallina alla call di Rem Koolhaas. Meno convincente, invece, il rapporto tra il risultato del Padiglione e le dichiarate intenzioni del curatore, secondo cui le opere esposte – alcune delle quali (tra cui una dello stesso Ábalos) estremamente costose – sarebbero in grado di offrire soluzioni progettuali adeguate al periodo di ristrettezze economiche in cui la Spagna si trova attualmente.
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