In occasione della scomparsa dello stilista, rivisitiamo a 10 anni dall’inaugurazione l’edificio milanese più iconico. Un modo per esplorare il mondo Armani attraverso i progetti edilizi
MILANO. Nel 2015 Giorgio Armani inaugurava a Milano, in via Bergognone, quello che ancora oggi resta il suo progetto architettonico più emblematico: l’Armani/Silos.
Passato, presente e futuro
Dieci anni dopo, questo edificio continua a parlare la lingua silenziosa e rigorosa che da sempre contraddistingue la visione dello stilista. Nato dalla riconversione di un ex magazzino granario degli anni Cinquanta, il Silos è diventato non solo museo e archivio permanente, ma un vero manifesto spaziale.
Armani lo ha voluto essenziale, imponente nella sua semplicità, con grandi superfici di cemento, linee nette, geometrie pulite che restituiscono la stessa austerità elegante dei suoi abiti. Qui il tempo sembra sospeso, come in un grande guardaroba che custodisce non solo i capi ma anche la memoria di un percorso creativo. Per Armani, il Silos è un luogo “dove conservare ciò che è stato e stimolare ciò che sarà”: una definizione che ben chiarisce il suo pensiero sull’architettura, intesa come spazio di sedimentazione e di proiezione, mai come puro involucro. Uno spazio per il quale il tempo sembra non essere passato, pochissime le cose che sono state cambiate giusto al piano terra per permettere una migliore fruizione delle mostre temporanee. Impeccabile, sobrio, rigoroso forse fin troppo austero ma con i colori, il minimalismo, la luce, il profumo, i suoni, riflette in pieno quella che è la filosofia del grande maestro e lo spazio diventa una tela perfetta per esaltare i contenuti delle mostre, senza distruzioni come in quella in corso: “Privé 2005-2025 Vent’anni di Alta Moda”.
L’archivio custodito al suo interno – oltre mille abiti e centinaia di accessori selezionati personalmente dallo stilista – si organizza come un lessico visivo, accessibile al pubblico e agli studiosi, quasi fosse una biblioteca di tessuti e forme. A 10 anni dall’apertura, il Silos non è solo una galleria permanente, ma un laboratorio vivo che ospita mostre temporanee, dialoga con la fotografia, con il cinema, con le arti visive, prolungando quell’idea di interdisciplinarità che Armani ha sempre cercato anche nei suoi spazi. Non si tratta di un museo statico, ma di un organismo in continua trasformazione, specchio fedele di una filosofia che non si accontenta della conservazione ma cerca continuamente nuove interpretazioni.
Il Teatro di Tadao Ando
Negli anni Armani ha costruito un vero lessico dello spazio, un pensiero progettuale che si ritrova nei flagship store, negli hotel, nelle residenze e nelle collaborazioni con alcuni dei più importanti architetti contemporanei. Ogni progetto diventa un riflesso di un approccio che privilegia sobrietà, armonia, misura. Non a caso, per tradurre questa filosofia, Armani ha spesso scelto architetti affini alla sua idea di rigore e di essenzialità. Claudio Silvestrin, ad esempio, è stato una delle figure più vicine al suo universo. Con lui, Armani ha realizzato boutique e spazi in cui la materia è protagonista: pietra, legno, metallo vengono trattati in superfici lisce, pure, prive di ornamento. L’architettura diventa quasi ascetica, uno sfondo silenzioso che non compete con gli abiti ma li esalta attraverso il contrasto.
Diversa, ma altrettanto significativa, è la collaborazione con Tadao Ando, maestro giapponese del calcestruzzo e della luce. Ando ha contribuito a creare spazi Armani in Asia, portando con sé quella capacità unica di scolpire la luce naturale, di farla scivolare lungo superfici monolitiche, restituendo un senso di spiritualità rarefatta. In questo dialogo tra Armani e Ando si percepisce un’affinità profonda: la disciplina formale, la ricerca di una bellezza silenziosa, il valore del vuoto tanto quanto del pieno. Ad avvicinarli, oltre al culto dell’essenza e una visione del mondo che predilige la semplicità, è anche l’uso insolito della materia, la capacità di piegarla alle proprie esigenze senza snaturarla.
A Tadao Ando Giorgio Armani ha affidato a Milano l’intervento più prestigioso sull’area ex-Nestlé: il vasto spazio dove lo stilista ha trasferito nel 2001 show-room, uffici commerciali e il teatro per le sfilate. “Ho voluto creare qualcosa che fosse il più semplice possibile, ma con un valore che potesse durare nel tempo e ho sempre ammirato lo spirito dell’architettura giapponese”, ha dichiarato Giorgio Armani. Si distingue per le sue superfici di cemento, l’illuminazione soffusa e la promenade di 100 metri che conduce al cuore scenico, creando un’atmosfera intima e sofisticata. Un luogo dove architettura e moda si fondono, incarnando la filosofia di Armani: eleganza silenziosa, precisione formale e pura esperienza sensoriale.
Fuksas e Cesar Pelli: flagship store e torri
Non meno importanti sono stati i progetti con Massimiliano e Doriana Fuksas, che hanno firmato alcuni tra i più iconici flagship Armani nel mondo. La Ginza Tower a Tokyo, inaugurata nel 2007, rappresenta un landmark nel cuore della capitale giapponese. La facciata, vibrante di trasparenze e geometrie luminose, diventa scenografia urbana, mentre gli interni fluidi rispecchiano la volontà di creare spazi esperienziali che abbracciano moda, ristorazione e design. Sempre a Fuksas si deve la spettacolare boutique di 5th Avenue a New York (2009), un edificio di 7 piani dominato da una scala elicoidale scultorea che connette gli spazi con un gesto architettonico di forte teatralità. Qui l’eleganza minimalista di Armani incontra la cifra spettacolare dell’architettura contemporanea, in un equilibrio tra sobrietà e attrazione scenografica.
Sul fronte dell’architettura residenziale e alberghiera, Armani ha stretto un legame con César Pelli, altro grande maestro. Insieme hanno dato vita alle Residences by Armani/Casa a Miami, una torre di 60 piani affacciata sull’oceano, inaugurata nel 2019. Qui Pelli ha firmato l’architettura esterna, un profilo elegante e contemporaneo, mentre Armani/Casa ha curato tutti gli interni. Il risultato è un progetto che coniuga l’ Art Déco di Miami con la sobrietà armaniana: tonalità neutre, materiali raffinati, spazi comuni come lounge, ristoranti, spa e teatri trattati con la stessa cura dei dettagli sartoriali. È uno dei progetti più completi nel tradurre lo stile Armani in ambiente domestico, dimostrando come il suo concetto di lusso sia legato più al comfort e alla discrezione che alla ridondanza.
Da 25 anni Armani Casa
A oltre 25 anni dalla sua fondazione, Armani/Casa è oggi un punto di riferimento mondiale nel settore dell’arredamento di lusso. Dal 2004, l’Armani/Casa Interior Design Studio offre servizi completi di progettazione dalla fase concettuale – fino a pochi mesi fa sotto la direzione artistica di Giorgio Armani – fino alla gestione del cantiere. Tra i progetti realizzati figurano residenze in città come Miami, Londra, Pechino, Tel Aviv, Manila, Mumbai, Istanbul e Città del Messico.
Ogni materiale, ogni oggetto, ogni dettaglio testimonia un’inedita fusione tra creatività e sapienza artigianale. Fin dagli esordi, riflette il dialogo costante tra minimalismo e décor, tra tradizione e innovazione: suggestioni d’Oriente anni ’20 e Art Déco, forme, elementi e colori attinti dal mondo della natura, guidano le collezioni che danno vita a raffinate atmosfere.
Gli Armani Hotel di Dubai e di Milano, realizzati con la collaborazione di architetti e interior designer internazionali, rappresentano un altro tassello di questa narrazione. Nell’hotel di via Manzoni realizzato in collaborazione con Emaar Properties, l’ospite è immerso in un continuum estetico totale: dai tessuti d’arredo alle luci, dai mobili alle finiture, tutto è firmato Armani/Casa. L’hotel diventa così estensione tridimensionale di un vestito: uno spazio che veste chi lo abita. Anche in questo caso, l’architettura è sempre contenuta entro i confini di un pensiero coerente, dove l’ornamento è ridotto al minimo e l’esperienza è guidata da proporzioni, luce, tattilità.
A New York l’ultima inaugurazione
A ottobre 2024 il Gruppo Armani ha inaugurato un nuovo edificio iconico al 760 di Madison Avenue a New York City, in partnership con SL Green Realty Corp., leader immobiliare a Manhattan. Progettato dallo studio COOKFOX, l’edificio di 9.000 mq si sviluppa su 12 piani e ospita le boutique Giorgio Armani e Armani/Casa, l’Armani/Ristorante e le esclusive Giorgio Armani Residences, situate dal 4° al 12° piano. Caratterizzato da terrazze dinamiche e un design ispirato agli anni ’30-’40, l’edificio combina linee arrotondate, ampie vetrate e superfici in pietra calcarea. Perfettamente integrato nel contesto storico dell’Upper East Side, rappresenta un’elegante fusione tra innovazione e rispetto per il patrimonio urbano.
Guardando a questi 10 anni dal Silos e ai decenni di progetti architettonici che lo hanno preceduto e accompagnato, emerge con chiarezza che Armani ha sempre concepito l’architettura come prolungamento del suo lavoro di stilista. I suoi edifici e interni non cercano mai l’effetto gridato, ma parlano una lingua di discrezione e durata. Così come i suoi abiti non inseguono la moda del momento ma puntano all’essenziale, anche i suoi spazi sono pensati per resistere al tempo, per accogliere e non per sopraffare.
L’architettura, per Armani, è l’abito della città e degli individui: deve avvolgere con naturalezza, esprimere rigore senza rigidità, offrire comfort senza ostentazione. In questo senso, il Silos – con il suo archivio vivo e con la sua monumentalità sobria – resta l’immagine più chiara di una filosofia che mette al centro il rapporto tra forma e memoria, tra materia e vita quotidiana. A 10 anni di distanza, è un edificio che non celebra soltanto Armani, ma testimonia quanto profondamente egli abbia creduto che la moda, l’architettura e il design non siano mondi separati, ma parti di un unico, silenzioso e coerente discorso estetico.
Immagine di copertina: Armani Silos (© www.armanisilos.com)
Dal 24 settembre 2025 una mostra alla Pinacoteca di Brera di Milano, “50 anni della Maison Giorgio Armani”, celebrerà mezzo secolo di eleganza e visione
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architettura e moda , cesar pelli , fuksas , Giorgio Armani , Milano , Ri_visitati , Tadao Ando
Last modified: 17 Settembre 2025