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Daniele CampobenedettoWritten by: Biennale di Venezia

Svizzera: “Incidental Space”

Svizzera: “Incidental Space”

VENEZIA. Si può mettere in mostra lo spazio? Lo si può fare attraverso lo spazio in sé, non un modello, un disegno, una rappresentazione, non il progetto di un edificio o una casa imprigionati dalle molte norme tecniche? La risposta di Christian Kerez, insieme alla curatrice del padiglione svizzero Sandra Oehy, è sicuramente positiva.

L’architetto di Zurigo, già noto alle cronache per il complesso scolastico di Leutschenbach, affronta il pubblico della Biennale attraverso quella che lui stesso definisce, durante una semideserta conferenza di apertura, ricerca di base. L’idea è quella di presentare un oggetto esplorabile che possa racchiudere al suo interno l’idea di infinito, talmente articolato da poter essere richiuso in una stanza ma dare la sensazione di poterlo esplorare per sempre una volta entrati al suo interno.

Per arrivare a tanto sono state chiamate a raccolta le forze (possenti) dell’ETH e di diversi partner privati: una grande nuvola cava in fibrocemento, presa d’assalto dai bimbi dei distinti corrispondenti nordeuropei per esplorarne l’interno, sembra essere un risultato convincente. Ma anche il processo di costruzione di questa bianca grotta, la cui plasticità ricorda le curve di Bernini e le grottesche contemporanee di Gaudì, ha elementi d’interesse. È di nuovo Kerez a scherzare sulla sua genesi, descrivendo il laboratorio dove è avvenuta la sua realizzazione come una grande cucina. E allora eccola la ricetta svizzera alla ricerca di creatività dell’architetto: prendete sabbia, schiuma solida, cera e materiali vari, metteteli tutti insieme e ricopriteli di gesso fino ad ottenere uno stampo. Ripetete questa operazione per circa ottanta volte, fino a quando non otterrete la forma che state cercando. Una volta scelta stagliate il blocco di gesso e realizzate un modello 3d dell’interno per ottenere il calco negativo della cavità. A questo punto spruzzate fibrocemento sulla vostra forma sino a quando non sarà totalmente ricoperta e lasciate riposare. Il padiglione svizzero è servito.

 

Commissario: Sandi Paucic e Marianne Burki, Swiss Arts Council Pro Helvetia Curatore: Sandra Oehy Espositore: Christian Kerez Sede: Giardini

Autore

  • Daniele Campobenedetto

    Nato a Torino nel 1986, è architetto e ricercatore. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica presso il Politecnico di Torino e in Architettura presso l’Université Paris Est. Dal 2015 è docente a contratto in progettazione architettonica e urbana presso il Politecnico di Torino. La sua attività esplora in particolare le trasformazioni urbane attraverso ricerche svolte a Parigi, Shanghai e Torino. Collabora come libero professionista con diversi studi e istituzioni su progetti architettonici e di ricerca.

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Last modified: 27 Maggio 2016