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Michele RodaWritten by: Progetti

Housing sociale: in mille a Figino per l’abitare collaborativo

Housing sociale: in mille a Figino per l’abitare collaborativo

Visita al nuovo quartiere alla periferia agricola occidentale di Milano

 

MILANO. Oltre mille nuovi abitanti, in un piccolo quartiere – nella periferia agricola – che ne contava poco più di millecinquecento. Nelle scale e nelle relazioni tra esistente e progetto c’è il principale elemento di sorpresa visitando Figino e il suo “borgo sostenibile”. La transizione tra i nuovi edifici e il vecchio nucleo – a poca distanza dalle infrastrutture stradali ma isolato e autonomo, lungo la dorsale di parchi che contiene verso ovest l’espansione della metropoli milanese – è affidata a un dinamico sistema di spazi e connessioni. Anzi è proprio il quartiere inaugurato a maggio, che ha preso il posto di una vasta area agricola di circa 48.000 mq, a diventare il nuovo margine dell’abitato verso sud. Ricopre questo ruolo attraverso una forma articolata, per certi versi volutamente debole e frammentata, in cui risuona una forte differenza rispetto agli edifici residenziali del secondo Novecento che stanno dall’altra parte della strada. Là – altra epoca e altra vocazione – i volumi configuravano una struttura rigida e univoca. Qua gli edifici (20 in tutto) sono aggregati per parti (4 diversi lotti, corrispondenti a 4 progettisti, selezionati con concorsi: Renato Sarno Group, Paolo Favole, Francesco Matucci, Enrico Garbin) ma configurano un unico gesto insediativo: la torre verso ovest (13 piani, in relazione visuale con il poco lontano campanile) è il perno che tiene in tensione i volumi bassi (da 3 a 5 piani) che sfumano – sul margine est, dove c’è un fontanile – con un parco pubblico e impianti sportivi. Progettazione e realizzazione del “borgo sostenibile” di Figino sono una tappa dell’ampio programma “Social housing e smart living a Milano” sviluppato, con la partecipazione del Comune per l’assegnazione delle aree, da Investire SGR in collaborazione con Fondazione Housing Sociale, nell’ambito del Fondo Immobiliare di Lombardia promosso da Fondazione Cariplo e dalla Regione. L’ambizione è sperimentare forme di abitare collaborativo, con una vasta gamma di soluzioni (dalla locazione a canoni calmierati ai patti di futura vendita) anche tipologiche, perché gli alloggi (in tutto 323) sono pensati per categorie di utenze diverse. Agli appartamenti – che occupano oltre 25.000 mq di superfici – si affiancano numerosi spazi comuni e servizi, pensati anche per portare vitalità ai piani terra, in parte (4.200 mq) occupati da negozi. Questo almeno nei programmi perché ad oggi, con circa il 50% degli alloggi assegnati, è proprio il livello urbano a rappresentare un elemento d’incompiutezza. La rinuncia ai giardini privati è coraggiosa in quanto permette di dare forma a un luogo completamente car free (autorimesse interrate), articolato e vario. Forse non è né piazza, né parco, né promenade. Sicuramente è un luogo interessante che, proprio per la sua assenza di punti di riferimento o prospettive privilegiate, costruisce una dimensione democratica e di potenziale ampia interazione, non ancora pienamente raggiunta in questa prima fase. Anche dal punto di vista architettonico, il quartiere di Figino si caratterizza per una scelta di mediazione: gli edifici non sono del tutto uniformi, hanno forme significativamente diverse e direzioni mutevoli e contrastanti, ma al tempo stesso presentano alcune caratteristiche omogenee, come i materiali principali (intonaco), i numerosi sfondati (balconi e loggiati), i colori (alternati, e comunque su toni chiari), i tetti piani (non praticabili e con una destinazione prevalentemente tecnologica) e la ricerca di volumi puri (con la rinuncia agli sporti di gronda). Gli edifici sono in classe A, fanno ampio uso di tecnologie volte al risparmio energetico e alla sostenibilità (come le sonde geotermiche) e sono stati realizzati con un investimento complessivo di circa 52 milioni.

 

WEB: www.borgosostenibile.it

© Foto: Investire SGR

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Autore

  • Michele Roda

    Nato nel 1978, vive e lavora a Como di cui apprezza la qualità del paesaggio, la tradizione del Moderno (anche quella svizzera, appena al di là di uno strano confine che resiste) e, soprattutto, la locale squadra di calcio (ma solo perché gioca le partite in uno stadio-capolavoro all’architettura novecentesca). Unisce l’attività professionale (dal 2005) come libero professionista e socio di una società di ingegneria (prevalentemente in Lombardia sui temi dell’housing sociale, dell’edilizia scolastica e della progettazione urbana) a un’intensa attività pubblicistica. È giornalista free-lance, racconta le tante implicazioni dei “fatti architettonici” su riviste e giornali di settore (su carta e on-line) e pubblica libri sui temi del progetto. Si tiene aggiornato svolgendo attività didattica e di ricerca al Politecnico di Milano (dove si è laureato in Architettura nel 2003), confrontandosi soprattutto con studenti internazionali. Così ha dovuto imparare (un po’) l’inglese, cosa che si rivela utilissima nei viaggi che fa, insieme anche alla figlia Matilde, alla ricerca delle mille dimensioni del nostro piccolo mondo globale

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Last modified: 8 Ottobre 2015