Courmayeur (Aosta). Gusci metallici traslucidi e aerodinamici; sistemi di prefabbricazione e soluzioni per minimizzare ogni consumo; cantieri meticolosamente organizzati perchè impiantati in ambienti estremi, in alta montagna oltre i 2500 m, laddove non arrivano le strade e si può operare solo destate (meteo permettendo). Tiene banco una serie di progetti conclusi o in corso che presentano un denominatore comune: si trovano tutti nel massiccio del Monte Bianco, massima vetta delle Alpi. Lambito dei rifugi alpini sembra infatti destare sempre più linteresse della cultura architettonica, che vindividua possibilità di sperimentazione tecnologica ma anche formale: basti pensare al successo dellelvetica capanna Monte Rosa, inaugurata nel 2009 a 2880 m.s.l.m. e subito diventata landmark del Gornergrat, al punto che le autorità del Club alpino svizzero devono mettere in guardia circa la natura della meta gli sprovveduti turisti che si avventurano sui ghiacciai in scarpette da ginnastica: è un ricovero alpinistico e non un hotel a quattro stelle.
Rifugio Gonella
Dopo tre estati di lavori, finalmente inaugurato il 24 luglio il punto tappa di proprietà della sezione di Torino del Club alpino italiano. Sorge al Dôme (3071 m), lungo la via normale italiana di salita al Monte Bianco, laddove fin dal 1891 fu costruito il primo rifugio, poi ampliato nel 1925 e sostituito da una nuova struttura nel 1963, ora smantellata. Il progetto, costato 1 milione, è di Antonio Ingegneri ed Erica Ribetti di Torino. Struttura a telaio in legno lamellare; pareti e solai in pannelli sandwich prefabbricati di legno o compositi con isolanti e rivestimento in lamiera a doppia graffatura in alluminio verniciato o a doghe estruse ondulate in alluminio anodizzato; serramenti a triplo vetro e doppia camera con gas inerte. E ancora, recuperatori di calore, pannelli solari ad aria e 30 moduli fotovoltaici (4 kW di picco, che coprono il fabbisogno di energia elettrica) per un consumo annuo di 37 kWh/mq e una classificazione CasaClima B.
Nuovo rifugio Torino
Ai due professionisti torinesi si deve anche il progetto del ricovero che, sulla cresta di confine al Colle del Gigante (3370 m), dovrebbe sostituire quello realizzato nel 1949-1952, mentre in origine la prima costruzione risale al 1875. Un sofisticato involucro vetrato simile a un blob, emblematico del tentativo di combinare le esigenze dimmagine con la climatizzazione di spazi che, accanto a quelli consueti di ospitalità, dovrebbero prevedere un centro di documentazione e una sorta di museo per una struttura orientata più allentertainment, cioè al target dei turisti delladiacente funivia dei ghiacciai, che non agli alpinisti. Esito di un concorso a inviti bandito in sordina dal Cai Torino, è ora in attesa di finanziamenti.
Funivia dei ghiacciai
Nei pressi dellattuale rifugio Torino è intanto stato aperto da qualche mese il cantiere del nuovo impianto che, dal 2015, dovrebbe sostituire quello realizzato a inizio anni cinquanta dal conte e ingegnere Dino Lora Totino. La faraonica opera che, per 100.000 persone allanno e con uno sviluppo di 15 km, consente lo spettacolare collegamento in quota con il versante francese di Chamonix, ha un budget previsto di 105 milioni. Il progetto, sviluppato a partire dal 2007 dallAti capeggiata dalla valdostana Dimensione Ingenierie (per larchitettura, figura il genovese Studio Progetti di Carlo Cillara Rossi), è stato appaltato lanno scorso dalla Funivia Monte Bianco spa (società in mano alla Regione Autonoma Valle dAosta) alla Cordée Mont Blanc, in cui figura il colosso mondiale del settore Doppelmayr-Garaventa. Sarà eliminato uno dei tre tronconi che, sul versante italiano, permettono di raggiungere i 3452 m di Punta Helbronner. Qui sarà ricostruita la stazione darrivo (così come quella di partenza a Entrèves e lintermedia del Mont Frety, a 2172 m), con tanto di terrazza panoramica circolare da 14 m di diametro e spettacolo virtuale dello scenario paesaggistico (nel fotomontaggio): così, anche le comitive organizzate che compiranno lescursione con brutto tempo, possono dormire sonni tranquilli. Lungo i 5 km di tesata unica che scavalcano la Vallée Blanche con la nota Mer de Glace, per giungere allAiguille du Midi, le celebri cabine (note come le «tre caravelle») saranno sostituite con elementi circolari trasparenti, in grado di ruotare su se stessi. www.nuovefuniviemontebianco.com
Nuovo rifugio Goûter
Spostandosi sulla via normale di salita dalla Francia alla vetta del Bianco, procede il cantiere allAiguille du Goûter (3817 m). Concepito nel 2009 dai transalpini Groupe H e Charpente Concept per il Club alpino francese, dal 2012 il nuovo avamposto sostituirà quello del 1960 (il primo risale al 1858): un immacolato e aerodinamico volume metallico a pianta ellittica (per opporre resistenza minima a vento e neve), dalla struttura reticolare lignea (il legno, infatti, meglio della muratura, assorbe le sollecitazioni dovute allirregolare cedevolezza del terreno, in parte perennemente ghiacciato). www.nouveaurefugedugouter.fr
Nuovo bivacco Gervasutti
Limmaginario aerospaziale (e alcune delle relative tecnologie) informa anche la capanna incustodita ai piedi delle Grandes Jorasses (2835 m; versante italiano) che, in occasione del 60° anniversario della Sucai (Sottosezione universitaria del Cai di Torino), sostituisce quella del 1948, già ricostruita nel 1961. Progettata dagli architetti Luca Gentilcore e Stefano Testa, si tratta di uninedita fusoliera metallica costituita da quattro anelli modulari prefabbricati, poggiata su «zampe» e proiettata orizzontalmente verso il paesaggio attraverso una vetrata a cannocchiale che chiude la sezione ellittica del guscio, larga circa 3,5 m. La struttura è in composito di vetroresina infusa, con isolamento termoriflettente e rivestimento interno in sandwich di semilavorati di legno. In copertura sono incollati 24 moduli fotovoltaici con celle cristalline ad alta efficienza, inglobati in tecnopolimeri a elevata resilienza: forniti dallo sponsor tecnico Edf Enr Solare per un totale di 2,4 kW di picco, alimentano (grazie a batterie Fiamm in sodio e nichel ad alta sicurezza e completamente riciclabili) limpianto dilluminazione, le prese elettriche, la piastra da cucina e un computer connesso al web (tutte dotazioni inusuali per un bivacco). È previsto che i singoli moduli, dopo essere stati esposti a Torino (dal 27 luglio al 3 agosto) e a Courmayeur (dal 10 al 24 agosto), siano trasportati dallelicottero e assemblati in loco, su una trave metallica di basamento, entro settembre. Nessun tentativo di mimesi, bensì una voluta estraneità rispetto al contesto per un progetto che ambisce a porsi come modello replicabile. Il costo totale, compreso lo smantellamento del vecchio manufatto, è di 200.000 euro.
www.leapfactory.it