Tutti i nomi e i programmi della 19esima edizione della Biennale. L’evento culturale dell’anno è curato da Carlo Ratti e apre a maggio
VENEZIA. Con la stessa forza di un fortunale, in linea con l’odierno climate change, Carlo Ratti, curatore della 19. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia (10 maggio – 23 novembre 2025, prevernice 7-8-9 maggio) travolge il pubblico e la stampa convenuti per la tradizionale conferenza di presentazione a Ca’ Giustinian illustrando i dettagli dell’edizione a lui affidata dal titolo “Intelligens. Natural. Artificial. Collective”.
Oltre 750 le partecipazioni, tra quelle individuali, gruppi e diverse organizzazioni per un totale di oltre 280 progetti, che fanno di Intelligens un “laboratorio dinamico” in cui sono stati chiamati a collaborare architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e programmatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti. Il tutto nel pieno rispetto del preannunciato approccio transdisciplinare.
Scenari: le Corderie all’Arsenale e un non ancora ben precisato (per ragioni d’embargo, specifica Ratti) reticolo veneziano in cui il curatore (in luogo del Padiglione Centrale ai Giardini, chiuso per restauro) promette di disseminare i contenuti del Venice Living Lab, altra parte fondante del concept curatoriale.
Pietrangelo Buttafuoco, Presidente dell’istituzione veneziana, in apertura non tralascia “il dovere di un’istituzione pubblica qual è la Biennale, di offrire l’esercizio costante di quella magnifica libertà che è lo spirito critico”. Ed è con questo approccio, “in un mondo che si sgretola”, sotto il peso non solo di un’emergenza climatica bensì di quello dei terribili conflitti che lo dilaniano (distruggendo vite, edifici, identità e la stessa polis) che Buttafuoco si affida alla specificità di Ratti, all’intelligenza molteplice, all’aiuto che può derivare dall’utilizzo della scienza.
“Per decenni, l’architettura ha risposto alla crisi climatica con la mitigazione” dichiara Ratti “ma questo approccio non è più sufficiente. È il momento che l’architettura passi dalla mitigazione all’adattamento: ripensare il modo in cui progettiamo in vista di un mondo profondamente cambiato. L’adattamento richiede un cambiamento radicale della nostra pratica. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve attingere a tutte le forme di intelligenza: naturale, artificiale, collettiva. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze esatte alle arti, deve ripensare il concetto di autorialità e diventare più inclusiva, imparando dalle scienze”.
Il concept curatoriale tra Corderie e spazi cittadini
Alle Corderie Ratti quindi schiera i tre macrotemi (o “mondi tematici”) cui si aggiunge una sezione Out. A creare una “rete di dialogo” è il progetto allestitivo dello studio di architettura e design Sub, diretto da Niklas Bildstein Zaar (design grafico di Bänziger Hug Kasper Florio) che immagina ogni sezione “come uno spazio modulare e frattale”.
Alcuni quesiti introduttivi animano l’inizio del percorso: “Come sarà il clima di domani? In che modo le popolazioni in movimento trasformeranno il mondo?”. Così inondazioni artificiali e vortici d’aria rovente ci accolgono, risultato della collaborazione tra Fondazione Cittadellarte Onlus dell’artista Michelangelo Pistoletto, con gli ingegneri climatici Transsolar e con lo storico dell’ambiente Daniel A. Barber.
“Cosa succede – inoltre – quando la crescita della popolazione raggiunge un picco per poi crollare?”. Il progetto, guidato dal fisico Geoffrey West, dal biologo Roberto Kolter e dai teorici dell’architettura Beatriz Colomina e Mark Wigley, ci chiede di ripensare i principi fondamentali della vita sulla Terra (esplorando comunità microbiche) mentre Patricia Urquiola trasla tale visione nello spazio, fondendo matematica e design.
Inoltrandoci nella sezione Natural Intelligence, Kengo Kuma and Associates, Sekisui House – Kuma Lab & Iwasawa Lab (entrambi dell’Università di Tokyo) e Ejiri Structural Engineers esplorano come le tecniche di falegnameria giapponesi, fuse con l’intelligenza artificiale, possano trasformare il legno irregolare in materiale strutturale.
Il futuro delle costruzioni (biocalcestruzzo, fibra di banana, grafene…) è affidato ad un progetto di archiviazione dei materiali che vede coinvolti Ingrid Paoletti e Stefano Capolongo, il premio Nobel Konstantin Novosëlov e la scenografa Margherita Palli Rota. Mentre il problema di come affrontare rifiuti e scarti di materiale, nonché il loro riutilizzo, è rappresentato dal Manifesto di Economia Circolare della Biennale Architettura, sviluppato con la guida di Arup e il contributo di Ellen MacArthur Foundation.
In Artificial Intelligence, il coinvolgimento di ricercatori di diverse università internazionali narra di come robotica, ingegneria e scienza dei dati possano convergere e “influenzare il nostro ambiente costruito”. Ne sono un esempio i robot umanoidi utilizzabili nel futuro dell’edilizia (Philip Yuan, Tongji University, Gramazio Kohler Research del Politecnico di Zurigo, MESH e Studio Armin Linke) mentre in Ucraina la computer vision ci dimostra come possa essere utilizzata per mappare e ricostruire il contesto urbano devastato dal conflitto.
Da ultimo la sezione Collective Intelligence si appella ad un apprendimento basato su saggezza collettiva ed ecosistemi urbani (dalle favelas di Rio ai campi profughi del Bangladesh, fino ai mercati di Lagos) ed è caratterizzato da uno speakers’ corner che domina lo spazio a tutt’altezza per accogliere panel di discussione e workshop.
Il percorso si chiude con Out, struttura sonora di Jean-Michel Jarre che ci ricorda come non esiste un pianeta B e come l’esplorazione dello spazio non possa considerarsi la ricerca di una fuga all’attuale stato di crisi.
I contenuti destinati ad occupare il Padiglione Centrale verranno invece declinati tra Giardini, Arsenale e altri spazi pubblici del suolo veneziano facendosi così un vero e proprio Laboratorio Vivente. Tra le installazioni e i progetti proposti quello di Norman Foster Foundation, Michael Mauer e Ragnar Schulte di Porsche, Miguel Kreisler di Empty+Bau e Christopher Hornzee-Jones di Aerotrope che ripenserà il rapporto di Venezia con i propri canali, esplorando il tema di una mobilità acquatica sostenibile.
Diller Scofidio + Renfro, Aaron Betsky, Natural Systems Utilities, SODAI e lo chef Davide Oldani presenteranno invece un avveniristico progetto di depurazione delle acque de lagunari con l’intento di creare “il miglior caffè espresso d’Italia”.
Le partecipazioni nazionali
Saranno in tutto 66, di cui 15 distribuite nel centro storico veneziano. Quattro le nuove partecipazioni: Repubblica dell’Azerbaijan, Sultanato dell’Oman, Qatar, Togo.
Il Padiglione Italia occuperà la storica sede alle Tese delle Vergini con il progetto “TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare” (a cura di Guendalina Salimei).
Confermata anche quest’anno la partecipazione della Santa Sede presso il Complesso di Santa Maria Ausiliatrice (nel sestiere di Castello) e avente come titolo “Opera aperta“ a cura di Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti.
I Progetti Speciali
Rientra in questa sezione il progetto “Margherissima”. Allestito nella Polveriera austriaca di Forte Marghera a Mestre, si concentra sull’area di Marghera e il territorio contaminato situato nei pressi del Ponte della Libertà.
Il Padiglione delle Arti Applicate, frutto come sempre della collaborazione tra la Biennale e il Victoria and Albert Museum, Londra, s’intitola “On Storage”. A cura di Brendan Cormier, in collaborazione con Diller Scofidio + Renfro (DS+R), esplora l’architettura globale degli spazi di deposito al servizio della circolazione degli oggetti e include un nuovo film a sei canali. E gli eventi collaterali? Per ora ancora nulla si sa a riguardo ma la Biennale promette di darcene informazione nelle prossime settimane.
Immagine di copertina: progetto di allestimento “The Other Side of the Hill” (Beatriz Colomina, Roberto Kolter, Patricia Urquiola, Geoffrey West, Mark Wigley), Courtesy La Biennale di Venezia
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Biennale , Biennale Architettura 2025 , Carlo Ratti , Intelligens , venezia
Last modified: 11 Febbraio 2025