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Nuovo Wien Museum: l’ampliamento della discordia

Nuovo Wien Museum: l’ampliamento della discordia

Il 6 dicembre, a 8 anni dalla chiusura, s’inaugura la discussa soprelevazione del museo al Karlsplatz

 

VIENNA. Poche istituzioni culturali riescono ad incarnare lo spirito di una città come accade con il Wien Museum, il museo storico della città. Il luogo stesso su cui sorge, il Karklsplatz, è per sua natura un condensato della storia urbana della capitale austriaca e uno degli spazi pubblici più frequentati dagli studenti e dai turisti.

 

Il Karlsplatz

Contrariamente a quanto il suo nome lascerebbe intendere, il Karlsplatz non è mai stata una piazza progettata ma uno spazio verde incolto, attraversato dal fiume che dà il nome alla città. Per necessità militari questo ambito fuori mura è rimasto libero sino a fine Ottocento, quando viene decisa la regolazione idraulica che consente a Otto Wagner di utilizzare una parte del letto fluviale dismesso come sede della nuova ferrovia urbana (Stadtbahn).

Ispirato dalla monumentale Karlskirche (1715-39) di Johann B. Fischer von Erlach, Wagner progetta spontaneamente anche una sistemazione dell’intero Karlsplatz, proponendo di erigere la sede del museo cittadino proprio accanto alla chiesa. Nonostante egli faccia realizzare nel 1909 una riproduzione al vero della facciata del suo edificio, l’amministrazione non riesce a prendere una decisione prima dello scoppio della guerra mondiale. Sul luogo prescelto da Wagner toccherà, quindi, ad altri architetti (Friedrich Ohmann, Roland Rainer, Lois Welzenbacher) cimentarsi nei decenni successivi col progetto del museo.

 

Il museo di Oswald Haerdtl

Dopo la fine del secondo conflitto mondiale è, infine, il noto architetto viennese Oswald Haerdtl (1899-1959) ad ottenere, sulla scia di un concorso di architettura, l’incarico di realizzare l’edificio. Il museo, inaugurato nel 1959, pochi mesi prima della morte improvvisa del suo autore, è organizzato su tre piani che si snodano attorno ad un cortile centrale. La costruzione è caratterizzata da un austero sviluppo orizzontale che le consente di posizionarsi come silenzioso sfondo del Karlsplatz e della Karlskirche. Sulla severa griglia che scandisce l’edificio, Haerdtl applica alcune interessanti soluzioni di dettaglio, curando con molta attenzione gli arredi interni e il rivestimento lapideo delle facciate. Per questi e altri motivi, la sua opera è sottoposta a vincolo monumentale da parte della Soprintendenza.

 

Il concorso internazionale

Nel 2013, la necessità di rinnovare profondamente il vecchio museo apre un vivace dibattito sulla possibilità di ampliarne la struttura esistente, ovvero di spostarlo in una costruzione nuova, da erigersi in prossimità della stazione ferroviaria centrale, nel nascente quartiere del Sonnwendviertel. L’amministrazione cittadina si pronuncia nel 2015 a favore dell’ampliamento dell’edificio preesistente e alla propria decisione fa seguire il lancio di un concorso internazionale di architettura.

Nel bando del nuovo museo è previsto poco meno del raddoppio della superficie utile. Per risolvere la pressante richiesta di spazi, il progetto del gruppo vincitore (Certov, Winkler+Ruck) propone, in aperta difformità a quanto previsto dal bando stesso, una decisa sopraelevazione del museo con la chiusura del cortile interno e la realizzazione di un vasto piano interrato. Inoltre, l’ingresso viene prolungato all’esterno con un volume sporgente che delimita una piazzetta a margine dell’adiacente Resselpark.

 

Recupero

Per poterlo riadattare alle nuove esigenze, l’edificio di Haerdtl è stato sottoposto ad una radicale trasformazione – impossibile parlare di restauro in questo caso – che ha coinvolto sia le strutture sia i rivestimenti, provocando accese discussioni sulla strategia del recupero e sulle variazioni rispetto al progetto di concorso.

Il foyer vetrato, aggiunto all’esterno, altera sensibilmente la vista laterale sulla Karlskirche e il rapporto col parco. All’interno, le collezioni storiche beneficiano di un allestimento moderno ed efficace, liberamente accessibile al pubblico, che ricalca noti esempi anglosassoni. Più in generale, però, il confine fra vecchio e nuovo è confuso e di non facile lettura.

Il cortile originario è oggi uno spazio chiuso a tutt’altezza dominato dall’incombente presenza del corpo a sbalzo delle nuove scale. Il volume di sopraelevazione, su due livelli, si stacca dal sottostante edificio con un piano quasi completamente vetrato, dove la terrazza del caffè promette di diventare un punto di attrazione per la suggestiva vista sul parco e la chiesa. All’ultimo livello è prevista la sala per le esposizioni temporanee, inframezzata dalle poderose travature in acciaio che sorreggono lo sbalzo del nuovo volume, un pesante monolite rivestito all’esterno da pannelli in calcestruzzo rigato. Il difficile aggancio strutturale fra le travi di acciaio e le pareti perimetrali si palesa nelle grosse mensole, dipinte in nero, che emergono sulle facciate lunghe.

 

Notevoli perplessità

A conclusione della visita del nuovo museo, non si può evitare di sollevare notevoli perplessità sull’esito dell’intervento architettonico. Nonostante l’abilità e lo sforzo dei progettisti, appare evidente che la scelta programmatica di non trasferire altrove il museo abbia finito per imporre aggiunte troppo consistenti rispetto all’edificio preesistente e al delicato contesto del Karlsplatz.

Il risultato è che l’edificio museale di Haerdtl risulta quasi schiacciato dal peso visivo del nuovo volume. E, se possiamo considerare positiva la separazione del museo dal vicino edificio delle assicurazioni, la sua crescita in altezza non può che suscitare critiche per la difficile relazione instaurata con la Karlskirche. Sotto questo aspetto, è dunque opportuno rammentare come lo stesso Adolf Loos, nel suo salace Appello ai Viennesi (1910), avesse già preso una chiara posizione sull’annosa vicenda del museo, sentenziando che “La Karlskirche ha bisogno, per la sua sistemazione, di grandi superfici e linee orizzontali“. Ci sembra che il suo giudizio sia ancora oggi valido.

Immagine di copertina: facciata nord del nuovo museo (© Kollektiv Fischka)

 

 

 

Committente: Wien Museum-direzione Matti Bunzl, Christina Schwarz
Progettazione integrale: ARGE Certov, Winkler + Ruck Architekten
Appaltatore: ARGE PORR Bau GmbH, Ortner GmbH, Elin GmbH
Mostra permanente, concezione: Michaela Kronberger, Elke Doppler (direzione)
Mostra permanente, progetto: chezweitz Berlin (progetto preliminare), koerdtutech, Robert Rüf, Larissa Cerny
Inizio dei lavori: 10 luglio 2020
Inaugurazione: 6 dicembre 2023
Costi di costruzione: 108 milioni di euro dal bilancio comunale della città di Vienna (delibera 2018)
Superficie utile netta: ca. 12.000 mq (6.900 mq precedenti)
Mostra permanente su tre piani + sala preesistente (ca. 330 mq), 3.000 mq (invece dei ca. 2.000 mq precedenti)
Piano a sbalzo: quarto livello per mostre temporanee di ca. 1.200 mq + laboratori di restauro
Piano vetrato: terzo livello con spazi per seminari, atelier, caffetteria, spazi mostra, ca. 1.200 mq
Ampliamento sotterraneo (depositi, servizi vari): ca. 1.200 mq
Padiglione di ingresso (foyer): ca. 215 mq
Piazzetta con zona sosta (lato sud): ca. 800 mq
Ristorante al piano terra: 70 posti e spazio esterno
Altezza del preesistente museo di O. Haerdtl: ca 16 metri
Altezza del nuovo museo: ca. 25 metri
Energia: geotermia (30 sonde a 150 metri di profondità, pompe di calore ibride, impianto fotovoltaico)

 

 

Autore

  • Gianluca e Laura Frediani

    Gianluca Frediani è architetto e docente universitario. Ha insegnato presso l'Università di Ferrara e la TU Graz. È autore di articoli, saggi e monografie su diversi temi della progettazione architettonica e urbana. Laura Frediani si è laureata in Architettura presso la TU Vienna. Nel 2017 ha vinto il Pfann-Ohmann-Preis con un progetto di trasformazione urbana per il centro storico della capitale austriaca. I loro interessi si focalizzano sulle intersezioni fra architettura, arte e città.

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Last modified: 14 Novembre 2023