Grazie all’uso temporaneo d’immobili dismessi, è operativo il Distretto urbano multifunzionale di Bologna nell’ex scalo ferroviario Ravone
BOLOGNA. Pasquale Culotta (1939-2006), figura carismatica della cosiddetta «Scuola di Palermo», era solito parlare agli studenti del progetto come sonda per indagare le potenzialità di un’area, proiettando in avanti nel tempo proposte che la formazione “visionaria” dell’architetto permette di anticipare. Progettare e proiettare hanno una comune radice semantica, condividono l’azione di “gettare in avanti” un pensiero, una (pre)visione che supera quella più rassicurante dell’oggi.
Proprio ciò che lo studio bolognese Performa A+U (Nicola Marzot e Luca Righetti) ha elaborato per l’ex scalo ferroviario Ravone, nel quadrante nord-ovest della città. Un’area di 42 ettari su cui insistono capannoni ferroviari ed edifici a varia destinazione d’uso, oggetto di un concorso di riqualificazione urbana (vinto da Performa A+U con Nomisma, Unipol Merchant Bank e studio Delli Santi & Partners), bandito nel 2010 da RFI allo scopo di fare cespite per la realizzazione della stazione Alta velocità, progettata da Arata Isozaki e Andrea Maffei. Sono però gli anni della crisi finanziaria, che mette in ginocchio l’economia mondiale e impone drastiche revisioni alle prospettive di crescita delle città e di riuso di aree urbane.
Così, Performa A+U coglie l’opportunità di rilanciare il progetto mettendo a sistema l’esperienza maturata sulla rigenerazione urbana in risposta a una call della Provincia per il Piano strategico metropolitano. Il tema viene spostato sull’uso temporaneo degli immobili in aree dismesse, pratica consolidata in Olanda (paese con cui lo studio bolognese ha legami professionali), ma disconosciuta in Italia. Da questo momento il progetto di «urbanistica alternativa» viaggia in parallelo con quello ufficiale, condiviso dal mondo dell’associazionismo locale che ne intuisce le potenzialità.
Inserito nelle schede del Piano operativo comunale nel 2015 e aperta la strada normativa da parte della Regione Emilia-Romagna (unica in Italia) negli articoli 15 e 16 della Legge 24/2017 relativamente all’uso limitato nel tempo di spazi dismessi, Performa A+U vince nel 2019 un nuovo concorso a inviti per la stesura del Piano urbanistico attuativo per l’area in questione. La successiva attribuzione della gestione quadriennale (2019-2023) da parte di FS Sistemi urbani a un soggetto terzo (Open Event srl, i cui soci sono Eventeria Srl e Open Group società cooperativa), consente di avviare numerose attività negli edifici in disuso del rinominato DumBo (Distretto urbano multifunzionale di Bologna). Prima della quarantena, 70 eventi si sono alternati fra festival musicali, eventi della manifestazione Arte fiera, street food, tribune politiche, ecc., riscuotendo sempre grande successo di presenze. Anche quando ogni attività culturale era sospesa, lo spazio Ravone si è “reinventato” come centro di sanificazione per ambulanze della Regione, mostrandone la versatilità d’impiego e diventando un prototipo adattabile per casi analoghi: si pensi, ad esempio, alle vicende legate ai falliti tentativi di alienazione dei grandi patrimoni immobiliari delle caserme bolognesi.
Questa modalità d’intervento esprime anche un modo nuovo di concepire il progetto in architettura: non più inteso come “mezzo attuativo” di quello urbanistico, libero del ruolo di strumento di rappresentazione formale, gli viene invece riconosciuto il compito di sperimentare soluzioni non scontate, indagare scenari inesplorati e, contrariamente alla consuetudine, orientare le norme che regolamentano le nostre città. Proprio il ruolo di sonda degli insuperati insegnamenti di Culotta.
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bologna , concorsi , Emilia Romagna , Pianificazione , rigenerazione urbana
Last modified: 12 Ottobre 2020
[…] regionale n. 24, aveva attuato disposizioni simili, oltre a disciplinare proprio quegli stessi usi temporanei (art. 16) e ad istituire l’obbligo per i Comuni di redigere un Albo degli immobili resi […]