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Vienna: è pesante la libellula del Leopold

Vienna: è pesante la libellula del Leopold

Visita alla sopraelevazione del Leopold Museum firmato da Ortner & Ortner, già artefici dell’intero Museumsquartier viennese

 

VIENNA. In settembre è stata aperta al pubblico la sopraelevazione del Leopold Museum, soprannominata la “Libellula”, nel cuore del MQ – Museumsquartier di Vienna. Si tratta dell’ultimo lavoro dei fratelli Manfred e (soprattutto) Laurids Ortner (O&O Baukunst, Berlino-Vienna), già progettisti dello stesso distretto museale, che occupa il sito della cavallerizza imperiale costruita a inizio ‘700 da J. Bernhard Fischer von Erlach.

«Leggero come una libellula si libra il nuovo padiglione con le sue ali sul cubo di pietra del Leopold Museum…»: così i due artisti-architetti originari di Linz, ma oggi attivi soprattutto in Germania, iniziano la descrizione del piccolo, ma prominente, progetto viennese. Con questa opera, O&O festeggiano anche il Grosser Österreichische Staatspreis che è stato loro attribuito per quest’anno e costituisce la più alta onorificenza austriaca nel campo delle arti. Il loro nome è, infatti, indissolubilmente legato alla storia della scena culturale austriaca del secondo ‘900, sia per la lunga e prolifica attività del collettivo artistico da loro co-fondato (Haus-Rucker-Co), sia per la successiva e fortunata opera di architettura, culminata con la realizzazione dello stesso MQ nel 2001 (seguito dal ben più problematico e discusso Wien Mitte nel 2013).

Il MQ è oggi non solo un centro culturale dalle molte sfaccettature, ma anche uno spazio pubblico tra i più frequentati e vitali della città. Tra le istituzioni culturali che lo compongono, il Leopold Museum è certamente una delle più importanti: il sobrio cubo di calcare bianco ospita la celebre collezione di arte viennese del ‘900 – opere di Egon Schiele e Gustav Klimt – raccolta dai coniugi Leopold e successivamente ceduta alla repubblica austriaca. L’edificio, anch’esso di O&O, si presenta come un monolite compatto e testimonia, con la vicina Kunsthalle e il dirimpettaio Mumok – il museo di arte moderna della Fondazione Ludwig – le caratteristiche del loro linguaggio architettonico che, sin dall’inizio, si è indirizzato su volumi astratti e monomaterici.

È anche per questo motivo che la recente sopraelevazione del Leopold in parte ci sorprende. Nella costruzione del padiglione, gli autori hanno programmaticamente rinunciato al loro severo linguaggio formale, per proporre una pianta aperta e un volume libero che entrano in contrasto con il sottostante museo. L’ingresso avviene direttamente dalla piazza del MQ: con un ascensore vetrato si raggiunge la terrazza di copertura che offre una visione spettacolare sui musei imperiali e i tetti della città asburgica. Il padiglione è pensato come luogo rappresentativo, una sorta di Stadtsalon contemporaneo, destinato ad ospitare i principali eventi culturali del MQ.

Forse memori del giovanile ideale di Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale), O&O hanno chiamato a collaborare all’opera due rinomate artiste: Eva Schlegel (per la facciata in vetro) e Brigitte Kowanz (per i suggestivi anelli di luce). Sono proprio gli eleganti segni luminosi di quest’ultima, a denotare efficacemente all’esterno la presenza del padiglione, soprattutto di sera. Malgrado le buone premesse, l’edificio appare purtroppo sordo e pesante. La facciata ondulata, nonostante la complessa serigrafia e le punte di vetro applicate nei giunti, non riesce a evocare la leggerezza della libellula. Il rapporto tra la forma libera e le pareti ortogonali è poco convincente e la pianta presenta, inoltre, un profilo vagamente fallico che non ha mancato di destare ironici commenti. Ma, forse, saranno proprio questi discussi elementi a fare della splendida terrazza sul Leopold Museum un frequentato luogo d’incontro e un’attrazione popolare.

 

La carta d’identità del progetto

Opera: La “libellula”

Luogo: MQ-Museumsquartier, Vienna

Committente: MuseumsQuartier E+B GesmbH

Progetto architettonico: Ortner & Ortner BAUKUNST (Berlino-Vienna)

Partner: Laurids Ortner

Installazioni artistiche: Brigitte Kowanz (cerchi di luce), Eva Schlegel (facciata in vetro)

Collaboratori: Willi Fürst (resp.), Rhett Schweiger, Harald Lutz, Angelika Franke, Carina Keller, Luise Dennig, Nataliia Dnes, Ievgenii Kalinovych

Superficie lorda: 500 mq (padiglione), 900 mq (terrazza)

Appaltatore: Bauunternehmung Granit Gesellschaft m.b.H.

Progettazione specialistica e direzione cantiere: FCP Fritsch, Chiari & Partner ZT GmbH, VASKO+PARTNER INGENIEURE Ziviltechniker für Bauwesen und Verfahrenstechnik GesmbH, RAUNICHER + PARTNER BAUINGENIEURE ZT – GMBH

Tempistica costruzione: 2018-2020

Ascensori: Kogler Aufzugbau GmbH

Impianti tecnici: Ledermüller Installationen GmbH

Impianti elettrici: Brüder Gros Elektro- und Telefonanlagenbau GesmbH

Coordinamento del progetto: BRANDSTETTER Projektsteuerung.Stadtentwicklung GmbH

Controlling: WERKSTATT WIEN Spiegelfeld ZT GmbH

Autore

  • Gianluca e Laura Frediani

    Gianluca Frediani è architetto e docente universitario. Ha insegnato presso l'Università di Ferrara e la TU Graz. È autore di articoli, saggi e monografie su diversi temi della progettazione architettonica e urbana. Laura Frediani si è laureata in Architettura presso la TU Vienna. Nel 2017 ha vinto il Pfann-Ohmann-Preis con un progetto di trasformazione urbana per il centro storico della capitale austriaca. I loro interessi si focalizzano sulle intersezioni fra architettura, arte e città.

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Last modified: 16 Settembre 2020